Capitolo 6: Sembri un picchio

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"Dio santissimo" sentendo mia mamma imprecare apro gli occhi e scatto in piedi, seguita da Marco "Cosa ci fate qui? E perché siete conciati così?"

"Ehm... Storia lunga" rispondo vaga a quello che tra poco diventerà un interrogatorio, conosco mia madre e so che per ogni cosa inizia un terzo quarto quinto grado.

Ci scansiamo dalla porta così che la possa aprire e la seguiamo nell'atrio del palazzo.

"Vado a prendere il telefono da Marco poi vengo a farmi una doccia" avviso mamma mentre inizio a salire l'ultima rampa di scale con lo spilungone poco davanti a me.

Lo perdo di vista perché, con quelle gambe, mi ha dato dei metri e lo sento ridere.

"Che ridi?" gli chiedo, pensando fosse ancora per le nostre discutibili condizioni.

"Non è la nostra giornata" afferma continuando a ridere e, appena arrivo sul pianerottolo, capisco a cosa si riferisce e rido insieme a lui.

"Lasciami indovinare, non hai le chiavi di riserva?" chiedo retorica osservando la porta di casa sua chiusa.

Scuote la testa.

"Andiamo da me, ti concederò una doccia gratis" dico con un non so che di superiorità che lo fa sorridere.

Suono il campanello e mamma viene ad aprirci rimanendo sorpresa per la presenza di Marco.

"Si è chiuso fuori" la informo entrando "Può stare qui per un po'?"

"Un po' quanto?" mi chiede scettica. E' sempre la solita, non ama la compagnia, specie se in casa sua e ancora meno se improvvisa. Ma la amo comunque e sorrido di questo suo lato scorbutico.

"Fino a quando non arriva Peter con le chiavi di scorta" si intromette Marco "A proposito, ehm, non è che posso chiamarlo col vostro telefono? Il mio è rimasto in casa"

"Certo, Chicca prendi il mio dalla mia borsa" annuisco e, una volta trovato, lo porgo a Marco che veloce compone un numero.

Parla per qualche secondo e poi attacca e mi ridà il telefono, lo metto di nuovo nella borsa di mamma e vado in camera mia, seguita da Marco.

"Arriverà tra un'oretta" mi informa quando sto aprendo la porta di camera mia "Se vuoi posso aspettare sulle scale"

"Stai scherzando?"

"No, insomma, non voglio disturbare"

"Ma quale disturbo! Poi, guarda..." gli dico mostrando la mia stanza piena di suoi poster "...Sono abituata alla presenza di questa faccia"

"Mi sembra di conoscere sto pezzo di figo" dice mettendosi al lato di un poster e imitandone la posa, facendo una voce che dovrebbe sembrare sexy ma che mi fa solo ridere "Che te ridi? So' serio io!"

"Scusa ma conciato così non sei serio proprio per niente" cerco di smettere di ridere "E levati dal mio armadio che me lo sporchi!" lo prendo per un braccio e lo allontano dall'armadio "Non toccare niente" scandisco bene le parole "Poi mamma fa pulire a me"

Scoppia a ridere e, per provocarmi, si dirige verso il letto al rallentatore. Tanto non lo farà mai, non ne ha il cor... "Ma tu sei tutto scemo!" urlo ridendo quando si infila sotto le coperte "Me le pulisci tu le lenzuola poi eh!"

"Lo sai che è comodo il tuo letto?" dice ignorando di proposito ciò che ho detto.

"Sì, lo so, e ora è anche lercio" affermo sedendomi ai piedi del letto, tanto ormai va lavato.

"Comunque mi da fastidio avere il mio sguardo addosso, come fai a rilassarti tu?" mi chiede riferendosi ai poster, per poi nascondersi completamente sotto alle lenzuola.

Invincibile || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora