Capitolo 15: Ti fidi di me?

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Una mano che mi carezza la guancia mi sveglia, socchiudo un occhio e la prima cosa che vedo è la faccia sorridente di Marco illuminata da un raggio di sole entrato dalla finestra, è troppo vicina alla mia, decisamente troppo.

"Buongiorno" mi dice dolcemente "Stavi dormendo così bene ma forse è il caso di tornare a casa"

"Che ore sono?" chiedo con la voce ancora impastata dal sonno.

"Le dieci"

"Le dieci?!" esclamo mettendomi a sedere, azione che Marco non si aspettava dato che non si è spostato, così ci tiriamo una testata.

"Ahia" si lamenta massaggiandosi il punto che ho colpito "Hai la testa dura"

"Potrei dire lo stesso di te" rispondo stirandomi mentre sento un profumo familiare "Hai fatto la doccia?" chiedo annusando il profumo nell'aria.

"Sì, ho usato il tuo bagnoschiuma, spero non ti dispiaccia"

"Certo che no" sorrido "Almeno oggi profumerai" lo provoco e lui, in risposta, mi ributta sul letto e inizia a farmi il solletico. E' proprio come un mese fa in camera mia, prima che ci allontanassimo, anzi, è ancora meglio.

"Rimangia ciò che hai detto!" urla non smettendo di torturarmi.

"Mai!" urlo a mia volta in preda alle risate "Puzzi Mengoni! Puzzi!"

Non riesco quasi più a respirare, il solletico è la migliore arma contro di me e Marco deve essersene accorto dato che ne fa un uso spropositato ogni qual volta voglia farmela pagare per qualche cosa.

Dopo poco si ferma e mi lascia un bacio sul naso per poi alzarsi in piedi e andare a prendere il telefono con un sorriso stupendo stampato in volto. Un sorriso che temo di indossare anche io dato il dolore alle guance che sento.

"Sai che adoro le tue fossette?" dice mentre accende il telefono.

"Davvero?" chiedo incredula e lui annuisce "Io le odio"

Fa una faccia di disapprovazione e poi si concentra sul telefono.

"22:54 Marco domani mattina ti aspettiamo in studio alle 8, puntuale!

8:01 Marco dove sei?

8:27 Sei imbottigliato nel traffico?

9:03 Rispondi alle chiamate!

9:39 Mi stai facendo preoccupare!

Il meglio è questo, senti:

9:54 Cantautore del cazzo spero per te che tu abbia una scusa valida altrimenti è la volta buona che ti castro!"  Marco legge a voce alta i messaggi che Stella gli ha scritto con una vocetta idiota come se volesse imitare quella della manager quando si lamenta per il suo comportamento. Scoppia a ridere come un pazzo e io non sono da meno.

"Questa volta, caro Mengoni, sei nella merda per davvero" lo informo ridendo.

"Dici?"

"Dico, dico" mi infilo le scarpe "Fossi in te mi darei una mossa a tornare a Milano"

"Ma non sistemiamo?" chiede stranito guardando il letto disfatto.

"Avremo altre occasioni per tornare, ora muovi il culo che non hai!" urlo correndo giù dalle scale, seguita a ruota da lui che mi minaccia di farmela pagare per la battuta una volta arrivati a Milano.

Chiudo casa e nascondo di nuovo le chiavi dove le abbiamo trovate, saliamo in macchina e partiamo alla velocità della luce.

Guardo Marco guidare concentrato, poi la strada davanti a noi e infine l'orologio dell'auto. Un altro giorno di scuola l'ho saltato e pensare di averla marinata insieme a Marco mi fa spuntare immediatamente un sorrisetto compiaciuto. Un amico con cui fare le peggio cazzate, ecco cos'ho sempre chiesto ed ecco cosa ho trovato incontrando Marco.

L'unica cosa che mi chiedo è: perché fa tutto questo per me?

Passo minuti e minuti a cercare una risposta ma poi, non trovandola, decido di chiedere al diretto interessato. Sorride e mi prende una mano. Altro contatto e altro brivido, ma cosa mi sta succedendo?

"Vedi, il bello è che non lo so nemmeno io" ammette con una piccola risata "So solo che da quando ti ho vista piangere, quel giorno, sulle scale, ho...ho come sentito il...il bisogno di proteggerti" mi guarda per un istante per poi riportare il suo sguardo sulla strada "Non so perché e non so se sia normale, ma quando ti vedo felice sono felice anche io automaticamente"

Prende l'entrata di un autogrill spiegandomi che vuole fare colazione e io concordo con lui, ho decisamente fame.

"Ma perché ci tieni così tanto?" insito allora io testarda come sono, non soddisfatta della risposta.

"Non...io non lo so, non mi è mai successo con nessuno prima e non capisco io per primo il motivo di questo mio interesse per una sedicenne che conosco da una quarantina di giorni" dice serio guardandomi negli occhi "So solo che ti voglio proteggere e voglio vederti felice, punto e basta. Poi quale sia il nostro tipo di rapporto non ne ho idea, lo scopriremo col tempo, no?"

"Beh...sì...io...penso di sì" rispondo titubante mentre scendiamo dalla macchina.

Camminiamo verso l'entrata quando mi stringe a se con un braccio e un sorriso nasce involontariamente sulle mie labbra.

Sì, forse ha ragione. Che ci importa quale sia il nostro tipo di rapporto? L'importante è che siamo felici e io, quando sono insieme a lui, sono certa di esserlo. Non mi sono mai sentita così bene con nessuno tranne che con quelle bambine che tanto amo e che ho visto crescere.

"Che fretta hai di capire cosa siamo?" mi chiede mentre apre la porta d'ingresso e mi lascia passare.

"Non lo so" rispondo subito dopo averlo ringraziato per quel gesto da gentiluomo "E' solo che nessuno si è mai preoccupato per me o ha cercato di farmi felice, sono sempre stata abitutata all'amicizia come sinonimo di rapporto per convenienza"

"In che senso?"

"Nel senso che ogni volta che qualcuno è voluto diventare mio amico lo ha fatto perché gli facevo comodo e non perché ci tenesse davvero a me, mentre io come una scema ci credevo davvero e davo tutta me stessa in ogni rapporto, peccato che fossero tutte amicizie solo da parte mia, sono solo un'ingenua" ammetto ricordando tutte le false amicizie che hanno caratterizzato i miei anni scolastici "E ora che tu ti preoccupi per me, nonostante io non abbia niente da darti, non mi sembra vero, cioè, ho sempre paura di svegliarmi e scoprire che è stato tutto un sogno o che tu ti stanchi e te ne vada o che..." continuo ma lui mi interrompe.

"O che niente" dice serio e fermandosi per guardarmi dritto negli occhi "Io sono qui, esisto per davvero e voglio solo vederti felice, non ti abbandonerò da un giorno all'altro" prende la mia mano destra e la stringe fra le sue "Ti devi fidare di me" continua con una serietà che non pensavo gli appartenesse "Ti... Ti fidi di me?" chiede, poi, balbettando leggermente.

Lo abbraccio, un abbraccio di quelli che nascono senza che tu te ne renda conto perché è l'istinto a darli prima che tu te ne possa accorgere, quelli che si danno quando le parole non sarebbero abbastanza, quelli che durano un'eternità che non vorresti finisse mai, quelli che stringono forte e ridanno vita alla tua anima, quelli che solo persone che hanno un rapporto come me e Marco possono dare.


Angolo autrice:

Ok alla fine ho deciso di pubblicare avendo già il capitolo pronto :D

Indovinate un po'? Non mi convince, ma ormai è un'abitudine e se dovessi pubblicare solo ciò di cui sono convinta al 100% non pubblicherei mai, esattamente il ragionamento che fa Marco ahahah lo adoro così tanto proprio perché ci assomigliamo parecchio e niente boh vi lascio nella speranza di pubblicare il prima possibile (sarà fatto, il prossimo capitolo è quasi pronto).

Abbiamo raggiunto le mille visualizzazioni, sono felicissima, dico davvero. Non immaginavo che avrei mai avuto dei lettori e pensavo che nessuno avrebbe calcolato o apprezzato questa mia storia e, quindi, ero sicura di abbandonarla dopo un paio di capitolo. Se non è stato così e ancora non lo è, è solo grazie a voi, vi adoro <3

Grazie sempre.

A prestissimo


Invincibile || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora