Capitolo 9: Ma lui non c'è

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Esco da scuola con l'umore sotto i piedi. Ho preso l'ennesimo 5 e, come se non bastasse, ho litigato con Marco, l'unica persona di cui mi interessi veramente qualcosa. So che la terza non è una classe facile, eppure la sto prendendo sottogamba. Ho per la testa un sacco di pensieri e studiare passa sempre in secondo piano. Mi domando che farei se mi allenassi ancora come gli anni scorsi... Probabilmente non aprirei neanche mezzo libro. Sono sempre andata bene a scuola, anche senza troppe difficoltà. Non so, infatti, che mi sia preso quest'anno. Sono in ansia per la scuola, anche parecchio, ma non riesco a impegnarmi più di tanto. E' una vera e propria tortura ma Marco riesce a non farmici pensare troppo. Già, Marco... Senza di lui che posso fare?

Vado verso la strada, con la speranza che Marco sia lì ad aspettarmi proprio come mi aveva abituata in questi giorni, ma lui non c'è. Vado quindi verso la fermata dell'autobus, trascinandomi quasi, mentre infilo le cuffiette sperando di distrarmi. Come faccio, però, se le uniche canzoni che ascolto sono le sue? Poco dopo passa l'autobus, salgo e mi fiondo su un posto a sedere che ho fortunatamente addocchiato. Sto ascoltando Dove si vola, come la prima volta che ci siamo incontrati. O forse sarebbe meglio dire scontrati. Sorrido mentre una lacrima riga il mio viso ascoltando la canzone.

"Cosa sarà ora di noi? Cosa faremo domani?"

Non lo so e non lo voglio sapere. Non voglio immaginare a come saranno le prossime giornate in sua assenza. Ormai fa parte della mia vita, della mia quotidianità, e pensare a camera mia senza lui che stacca dei poster appena mi volto di spalle per poi accartocciarli e nasconderli sotto la maglietta nella speranza di non farsi beccare, mi fa sentire un vuoto dentro.

Ed è vero, di tempo insieme ne abbiamo passato poco, poco meno di un mese. Ma in queste settimane sono successe tante cose, forse troppe.

Mi viene in mente la scena di lui con il mestolo in mano e trattengo una risata, mentre un'altra lacrima segue la scia della sorella che l'ha preceduta. Perché probabilmente non vivrò più quei momenti. Come forse non lo abbraccerò più.

Spalanco gli occhi: ho un'idea! Marco ha detto di voler separare il nostro rapporto da quello idolo-fan e, per la prima volta, questa cosa mi fa davvero comodo. Questo pomeriggio sarà a Radio Dee-jay, e ho già in mente qualcosa.

Pochi minuti dopo sono sulle scale, che salgo correndo, di casa. Entro in casa e corro in camera mia, vedo mia mamma ai fornelli che cucina ma ora il pranzo può aspettare. Prendo carta e penna e mi siedo alla scrivania.

"Caro Mengoni,

sono una tua fan, ho 16 anni e sono qui a pregarti perché tu legga questa lettera. Non è la tipica lettera che ti aspetteresti di leggere, quindi, spero ti faccia piacere riceverla. Vorrei, infatti, raccontarti una storia. Parla di una ragazza che si è appena trasferita a Milano , dove ha conosciuto un ragazzo fantastico che, pur non sapendolo, è diventato in pochi giorni la sua ancora di salvezza. Sei sveglio, quindi ormai avrai capito chi sono, ti prego allora di non smettere di leggere. Continua, è importante. Ti prego."

Gli racconto la nostra storia, dall'inizio alla fine, compresa la litigata con papà dal momento che non ne abbiamo parlato abbastanza bene.

"Questa ragazza non sa che fare perché è tutto un po' più grigio senza di lui. Anzi, è tutto nero. Sembra che qualcuno abbia preso della vernice nera e abbia dipinto la città. Lei non ce la fa senza il suo amico. Lui è l'unico in grado di aiutarla a superare tutto quello che le sta succedendo in questo periodo.

E tu sei l'unico in grado di aiutare me, ora. Se tu fossi quel ragazzo, passeresti sopra a tutto e le staresti vicino? La mia amica vorrebbe saperlo, dice che tu assomigli molto al suo amico. Ti prego, aiutami.

Ti voglio bene Mengo',

una tua fan, una delle tante"

Finisco di scrivere ma decido di non rileggere nemmeno una singola parola: mi conosco fin troppo bene e so che cancellerei tutto quanto e che rinuncerei alla mia idea. E non posso permettermelo.

Mamma mi chiama a tavola e la raggiungo, noto che è apparecchiato solo per noi due, quindi le chiedo dove sia Melissa e mi risponde che è andata con delle amiche di Bologna in vacanza per qualche giorno. Beh, forse è vero che da quando conosco Marco non sono mai a casa. Un po' mi sento anche in colpa, ma da oggi recupererò per forza di cose, dato che lui non mi vuole più vedere.

"Torno tra un po', mamma" dico mentre vado verso la porta, dopo aver sparecchiato e recuperato la lettera e il cd Re Matto, ancora privo di autografo.

"Dove vai Chicca?" mi chiede curiosa.

"Vado a riprendermi Marco, non mi interessa se voi siete contrari" dico stringendo la lettera e il cd fra le mani "Scusami" sussurro, poi, prima di uscire. Non voglio aspettare una sua risposta anche perché so che non è lei quella contraria. Anzi, posso giurare di averla vista sorridere.

Incontro Marco sulle scale e decido volutamente di ignorarlo, sperando che non abbia notato il cd. Lo supero e cammino velocemente verso la fermata della metro.

Una volta salita, infilo le cuffie e mi rilasso. Sono determinata e stranamente allegra. Non tornerò a casa senza aver fatto quello che ho in mente. Incontrerò il mio idolo, per la prima volta.

Angolo autrice:

No, non sono morta, anche se l'influenza mi ha tenuta a letto per parecchi giorni :/

Come sempre, il capitolo non mi piace e, tanto per cambiare, vi lascio con la promessa di rimediare col prossimo xD spero di farlo per davvero però ahahaha

Ne approfitto per ringraziare ancora tutti quelli che seguono la storia, mi date la forza di continuare a scrivere e ve ne sono davvero grata

In questi giorni la scuola mi ammazza e in più c'è anche Sanremo, non so quanto pubblicherò infatti, scusate... Voi lo guardate? A me non piace in realtà, ma c'è l'altro mio idolo su quel palco e non posso non guardarlo ahahah non vi dico chi è per ora, dico solo che canterà questa sera e che c'era anche l'anno che Marco ha vinto (come se vi importasse ahahahah)

Bene, vi ho annoiate abbastanza quindi vi lascio

Un bacione

Invincibile || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora