CAPITOLO 8

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Non fecero molta strada.
Arrivati a Washington Market Park Hace ed Erika scesero dal suv,
camminarono un po' nei dintorni del parco e mentre bevevano un buon milk-shake: lui alla panna e lei al cioccolato, videro qualcuno agitare le braccia al cielo, una ragazza, aveva i capelli cespugliosi undercut color miele scuro, vestita di certo non molto classica, uno zaino nero su di una spalla e come ogni ragazza il telefono con le cuffiette avvolte in torno.
Si fecero sempre più vicini e poi Erika riconobbe la sua migliore amica Kiara, non appena la riconobbe le corse in contro e si abbracciarono fortissimo.

-Erika dov'eri finita?non ti vedevo da giorni!-

-Si scusami,sono stata un po'... impegnata-

Si girò per guardare Hace e poi tornò a guardare Kiara.
Kiara porse la mano ad Hace.

-Ciao piacere sono la migliore amica di Erika,mi chiamo kiara con la K,tu sei il fid..-

Hace la interruppe presentandosi.

-Io sono Hace il suo...amico-

-Ah si,vabbè ti dispiace se ti porto via Erika per un po'?-

Hace rimase in silenzio.

-Io credo di si-

Si avvicinò ad Erika come per darle un bacio sulla guancia.

-Ricordati del ciondolo-

Le sussurò poi le diede un bacio caldo che le fece venire i brividi lungo la schiena.

-O-ok ci si vede dopo Hace-

Erika diventò rossa in viso.
Kiara salutò Hace.
Le due amiche andarono insieme in un bar,il preferito di Erika,Starbucks.

-Ed io devo credere alle tue parole?Ma dove lo hai trovato a quel fotomodello?-

Erika diede un ultimo sorso al caffè.

-È un ragazzo normale-

"Insomma,le persone normali non portano con se una pistola e non sono dei agenti sotto copertura"pensò Erika.

-Eppure sembra un agente segreto,tipo una guardia del corpo,ha la faccia cattiva ma allo stesso tempo si vede che è dolce-

-È molto dolce,ma stronzo per obbligo-

-Cioè?-

-È una lunga storia-

Le due chiacchierarono del più e del meno per molte ore.
Arrivate alle 19.47 Erika si accorse che era tardissimo salutò Kiara e come routine tornò nella sua vera casa,dove abitava con Simon.
Arrivata davanti alla porta d'ingresso Erika vide che la porta non era chiusa, ma bensì aperta.
Entrò e vide molti bauli con dentro pistole e coltelli di ogni tipo e forma.
Poi passò alla cucina dove un piatto caldo di pasta era sul tavolo.

-Tu!-

Una voce profonda parlò dietro Erika.
Era Simon:capelli scuri,occhiali neri,occhi verdi e vestito del tutto classico.

-Simon!-

L'uomo prese dalla tasca del giubbotto una pistola e sparò un colpo, sfortunatamente prese Erika al braccio destro.

-Simon fermo ti prego!-

Erika ribaltò il tavolo che usò come scudo.

-Erikaa!Vieni tesoro voglio solo parlare!-

-Con la pistola giusto?-

-Giustissimo!-

Sparò un altro colpo che trapassò il tavolo e che si conficcò nel fianco sinistro di Erika.

-Simon basta!bastaa!-

-Solo io dico basta!la caccia è appena iniziata!-

-Simon-

Erika sgranò gli occhi come se quel nome facesse più male di quei proiettili.

-Vuoi sapere come solo fatti questi proiettili? Non appena si conficcano nel corpo di una persona,questi esplodono se lo voglio-

Simon tirò fuori dalla tasca un telecomando al quanto piccolo.

-Simon ti prego-

Le scesero delle lacrime.
"Aspetta la collana!" Si disse Erika,si rovistò nella maglietta in cerca del ciondolo,non appena trovato pigiò in continuazione il pulsante"Hace sbrigati non posso farcela ancora a lungo".

Simon fece un agguato ad Erika,la prese e la gettò a terra ed iniziarono uno scontro corpo a corpo.
Nel mentre Simon stava legando i polsi di Erika con delle fascette da elettricista,un rumore rassicurante per Erika di una finestra in frantumi.
Di colpo in stanza inruppero Hace,Moira e Isabella.

-Hace prendi Erika,Isabella copri Hace,io mi occupo del dottore-

Hace corse da Erika immobile sul pavimento e la prese tra le sue possenti braccia.

-Erika mi senti?-

-Hace-

Fù l'unica cosa che disse prima di svenire.

-Usciamo da quì Hace-

Urlò Isabella controllando in torno a loro.
Hace prese Erika e uscì dalla porta con Isabella.
Nel frattempo Moira stese Simon con un teiser e lo ammanettò,dopo di ché prese il telefono digitò un numero.

-Venite a prenderlo subito!-

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