"Stasera non ci sono" gli disse semplicemente.
"Ma il sabato sera... È il nostro giorno..." cercò di parlare normalmente il biondo.
"Lo so, ma devo uscire con Eleonora..." rispose dall'altro capo Alessio.
"Ah" disse Gennaro prima di mettere giú bruscamente. Aveva giá preparato il letto in camera sua per far dormire Ale, aveva giá la chitarra accordata, aveva cucinato per due pure i biscotti e stava apparecchiando prima di sentire la suoneria del suo telefono e la voce di Alex. Cazzo, il sabato sera era il loro momento, erano solo loro due, le loro voci e le loro chitarre. Si trovavano ormai da due anni ogni sabato sera nella casa libera di uno dei due e nessuno era mai mancato.
Non dovrebbe importarmi cosí tanto pensó il biondo.
Siamo solo amici, lui è fidanzato con quella, smettila di pensarci
Ma ovviamente piú ti dici di non pensare ad una determinata cosa, piú la pensi costantemente, è scientificamente provato.
Era, senza un apparente motivo, triste anche peggio. Si sentiva un po' tradito e un po' sostituito. Si sentiva male. Pensare alle labbra che sognava sempre piú spesso su quelle di lei gli diede una strana sensazione di nausea e a momenti gli venne da vomitare. Si accasciò per un attimo a terra tenendosi la pancia finchè non passò. Quando si alzò aveva deciso cosa avrebbe fatto quella sera. Niente di pratico in realtá. Buttó a terra la teglia di biscotti, quelli che Alessio amava preparati solo per lui, e per poco non ribaltò anche la cena ed il tavolo. Dopo aver controllato il frigorifero uscí in fretta da casa andando verso il piccolo supermercato vicino prendendo due confezioni da otto di birra. Convinse la commessa che conosceva da anni con il suo bel faccino e dicendo che aveva amici a casa ma non avevano niente da bere e volevano divertirsi un po'.
"Eddaii sai che siamo bravi ragazzi noi" sorrise.
"Aah, tu e il tuo sorriso, ti vedevo piccolo così e adesso mi corrompi per avere la birra" disse Antonella. Gennaro fece un finto sorriso, le diede un bacio sulla guancia e se ne andò subito dopo aver pagato.
Si chiuse in casa lasciando il casino creato in cucina e salí in camera con le sue birre. Bevve velocemente metá della prima bottiglia e finita questa ne prese un'altra sentendosi giá meglio. Cioè più leggero, stava smettendo di pensare. Aveva perso il conto delle bottiglie quando si sentì esaltato ma ancora vuoto, come lo era il letto accanto al quale era seduto lui. Preso da un momento di eccitazione afferrò il cellulare e digitò a memoria un numero. Dovette aspettare qualche squillo poi sentí la voce di Alessio.
"Dimmi"
"Ehi bellissimo" disse esaltato Genn ridendo subito dopo.
"Genn? Che stai dicendo?"
"La veritá" disse con un tono di voce piú alto del normale.
"Ma stai bene?" chiese l'altro preoccupato.
"No, non sei qui" lo disse con voce strascicata e triste questa volta.
"Sei ubriaco vero?"
"Sì, no, forse, neanche tanto"
"Vuoi che venga?"
"Se vuoi ti faccio venire io"
"Arrivo"
"No stai lí con quella, tanto ormai il nostro sabato sera è andato a puttane" e gli mise giú. Era passato in due minuti da esaltato a di nuovo triste e incazzato, e l'alcool invece che aiutarlo a non pensare lo fece pensare ai suoi occhi.Quando si guardarono per la prima volta Genn si perse in quegli occhi scuri tanto diversi dai suoi, cosí come i capelli.
Prese la penna nera lasciando che le parole fluissero sul foglio guidate da nemmeno lui sapeva cosa. Forse l'alcool, forse no. Involontariamente ricordò gli occhi scuri, come quell'inchiostro e la situazione degeneró. Bevve un'altra bottiglia e mentre scriveva cominciarono a scendere lacrime su lacrime da quegli occhioni azzurri.
Scrisse finchè la mano non gli fece male , lanciò i fogli per terra, poi stanco si addormentó con la faccia sulla scrivania.
Nel frattempo Alessio con la scusa di Gennaro che stava male era arrivato davanti casa sua e dopo aver suonato varie volte prese le chiavi di scorta. Le avevano fatte fare perchè spesso quando arrivava Genn o dormiva, o scriveva, o aveva le cuffie e lo lasciava fuori.
Entrato si diresse in cucina dove vide il disastro creato dal biondo. Subito dopo entrò nella camera di quest'ultimo e prima di individuare l'esile corpo del suo amico vide i due letti preparati, la chitarra su quello di Gennaro e dei fogli sparsi a terra assieme alle bottiglie vuote.
Sorris vedendo Genn dormire con la fronte sulla scrivania. Sedutosi sul letto con i fogli in mano iniziò a leggere quelle che sembravano frasi non connesse tra loro.
Forget the peace that you ain't found
Don't look at me again
I'm waitin' here you turn around
E tante altre ma quelle che colpirono maggiormente il moro furono però quelle dell'ultimo foglio.
A part of me wants to love you, the other one wants to burn you alive
I stop thinking, start drinking Martini as beer is empty the bed tonight
I miss the smell of our biscuits on your skin, don't need to think
Yes, I've thought about it
Era chiaramente riferita a lui. Il cuore inizió a battere velocemente a quella consapevolezza e non ne seppe spiegare il motivo.
Sentí dei mugolii e vide Genn che si alzava stropicciandosi gli occhi per poi accorgersi della sua presenza.
"Alè" sorrise come se nulla fosse successo. Era ancora sotto l'effetto dell'alcool , ma sicuramente meno di prima.
"Come ti sei ridotto Genná" disse Alessio alzandosi e prendendolo portandolo poi sul letto.
"Dormi Butch"
"Resta qui peró" si lamentò l'altro tirandolo sul letto accanto.
"Dove vuoi che vada? Certo che resto qui, non ti lascio"
Spense la luce prima di sdraiarsi sul letto e poco prima di addormentarsi sentí un sussurro:"Il letto non è piú vuoto"
Si svegliarono la mattina con le mani intrecciate.Ehilá
Mi è venuta questa ispirazione e... Praticamente sará una storia a capitoli penso piú o meno lunghi come questo in cui racconto come hanno scritto le loro canzoni.
Non so se ci sará un vero e proprio ordine cronologico, di sicuro la fine sará l'evento piú recente, ma non so per gli altri capitoli dato che in qualche modo devo anche raccontare la loro storia. Poi alcuni capitoli avranno dei flshback o cose simili. Spero vi piaccia :)
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I Want To Write You A Song||Gennex
Fanfiction"Quando si guardarono per la prima volta Genn si perse in quegli occhi scuri tanto diversi dai suoi, cosí come i capelli. Prese la penna nera lasciando che le parole fluissero sul foglio guidate da nemmeno lui sapeva cosa. Forse l'alcool, forse no...