"Libertá è..."
"Sto cazzo"
"Sei serio?"
"Odio questo testo" sbuffò Gennaro.
"Tu odi tutto" ribattè Alessio.
"Quasi tutto" borbottò incrociando le braccia il biondo.
"Dai, dì le cose che non odi"
"La musica" iniziò mentre Alessio teneva il conto con le dita e ribatteva :"Dipende dalla musica"
"La mia chitarra, i biscotti, il mio letto"
"Il mio letto" aggiunse Alessio.
"Il tuo letto" disse Genn mentre Alex era a cinque dita. Stava per aggiungere la sesta ma non capí cosa disse Gennaro.
"Eh??" chiese infatti e la risposta fu un altro borbottio.
"Se parlassi in modo chiaro forse capirei"
"I tuoi abbracci" disse a voce lieve, abbassando lo sguardo arrossendo mordendosi le labbra e tirando le maniche della felpa stringendole. Alessio gli sorrise.
"Siamo a sei" ridacchiò per cercare di mettere a proprio agio Genn che alzò lo sguardo sorridendo e prendendo coraggio.
"In realtá undici"
Alex corrugò la fronte.
"Il tuo profumo" cominciò Genn riprendendo il conto con le dita.
"Le tue mani, le tue felpe, la tua voce e il tuo sorriso"
Questa volta fu Alessio ad arrossire.
"Dodici, quando arrossici" disse Gennaro avvicinandosi.
Alessio alzò lo sguardo trovandoselo davanti.
Si sorrisero, la mano liscia di Genn prese quella ruvida del moro accarezzando il dorso con il pollice.
"D-dovremmo pr-provare" balbettò Alessio.
"Dovremmo" sorrise Genn e tutto a un tratto lo abbracciò.
"Prima lasciami fare le cose che non odio" gli sussurrò nascondendosi nel collo di Alessio, il quale sorrise stringendolo a sè coprendo quasi del tutto il corpo di Gennaro con le sue braccia forti. Era questo che piaceva al biondo, il fatto che le braccia di Alessio lo coprissero totalmente e lui si sentisse al sicuro e a casa, perchè lui riteneva di non averla una casa, o meglio, l'edificio lo aveva, ma lí non si sentiva bene, cosí come non si sentiva bene a Somma in generale, lui era lo straniero di Somma Vesuviana, ma tra le braccia di Alessio era tutta un'altra cosa.
Alessio invece adorava il fatto che Genn fosse cosí piccolo e indifeso e scegliesse proprio lui come rifugio,e il fatto che indossasse quelle felpe giganti e che dovesse stare sulle punte dei piedi per abbracciarlo meglio lo rendeva adorabile.
"Genn"
"Mmh"
"Dai che dobbiamo provare"
"È tutta settimana che proviamo"
"Ma è domani il live, giuro che è l'ultima poi ce ne andiamo insieme sul divano con i biscotti,va bene?"
Sbuffando Gennaro si staccò e prese il microfono iniziando a cantare.
"Io non sono d'accordo con questo testo" disse il biondo a fine prova.
"Perchè libertá è partecipazione? Secondo me è tutt'altra cosa"
"E cosa?" gli chiese Alessio curioso poggiando la chitarra.
Gennaro si soffermò a pensarci.
"Dammi un giorno e te lo dico" gli rispose. Alessio rise contagiando il biondo.
"Tredici" disse Gennaro guardando sorridendo Alessio, che capí al volo e sorrise prendendolo per mano.
Quali erano le cose che piacevano invece ad Alessio?
Alessio Iodice era decisamente piú allegro di Genn, piú ottimista. Amava anche lui la musica e la sua chitarra ovviamente, ma lui amava principalmente le piccole cose, i particolari che spesso diamo per scontati. E soprattutto amava Genn, amava tutto di lui, non solo abbracciarlo, amava i suoi occhi, le sue manine, il suo essere timido e chiuso e allo stesso tempo strafottente ed egoista, perchè Gennaro era anche questo, e lo sapevano entrambi. Amava ascoltarlo cantare, ascoltare le sue riflessioni talvolta insensate talvolta quasi profonde e filosofiche, amava sentirlo accanto a sè quando dormivano e stringerlo con la scusa di tenerlo fermo. E aveva amato quello sfioramento, di cui non avevano piú parlato, sembrava quasi non fosse successo. E invece era successo e Alessio ne era perfettamente consapevole. E ne voleva un altro.
Nel frattempo erano arrivati sul divano, Gennaro si era allontanato a prendere i biscotti ed era tornato tutto contento accoccolandosi sul petto del moro mangiando biscotti e giocherellando con le dita dell'altro.
"Avete finuto di fare i piccioncini e venite a fare il videodiario o ne avete ancora per molto?" chiese Giò arrivando seguito da Davide che rideva.
Genn arrossí subito nascondendosi nel petto di Alex.
"Pff, non siamo noi quello che scopano nella stanza e arrivano a interrompere noi che per altro non stiamo facendo niente" disse quest'ultimo.
"Non abbiamo scopato!" esclamò Davide.
"Non ancora" aggiunse Giovanni.
STAI LEGGENDO
I Want To Write You A Song||Gennex
Fanfic"Quando si guardarono per la prima volta Genn si perse in quegli occhi scuri tanto diversi dai suoi, cosí come i capelli. Prese la penna nera lasciando che le parole fluissero sul foglio guidate da nemmeno lui sapeva cosa. Forse l'alcool, forse no...