Urban Stranger

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Doveva essere felice, avevano appena firmato un contratto con una casa discografica, avrebbe dovuto saltare dalla gioia, cosa che non farebbe mai. Forse non era una di quelle case discografiche che ti fanno spaccare nel mondo della musica ma almeno ti aiutava ad entrare in quel mondo. Eppure lui era lí, davanti allo specchio a tentare di coprire quella cosa. Che cazzo aveva combinato? Cosa gli era preso? In realtá era ubriaco, tanto per cambiare, e si era lasciato andare. E in quel momento ne pagava le conseguenze pentendosi. Che poi perchè doveva pentirsene? Ovviamente lui non lo sapeva, quando mai capiva qualcosa di quello che provava. Si guardò allo specchio, gli occhi azzurri contornati di rosso dal pianto per nemmeno lui sapeva cosa. Mise un maglione scuro con il collo alto e le maniche troppo lunghe per lui. Senza pensarci troppo prese quello che gli sarebbe servito la sera e andò dall'unico che riusciva a farlo stare meglio in quelle situazioni, tanto era sabato e avrebbe dovuto raggiungerlo in ogni caso.
Non alle due del pomeriggio magari ma dettagli.
Camminò velocemente e corse perfino quando era quasi arrivato. Bussò violentemente alla porta di casa Iodice e non ci volle molto prima che Alessio gli aprisse. Si guardarono un secondo negli occhi.
"Genná che..." ma questi gli si buttò addosso facendo cadere tutte le sue cose, appoggiando la testa sul suo petto piangendo.
Le braccia forti di Alessio lo circondarono coprendolo quasi del tutto perchè Gennaro rispetto a lui era veramente piccolo. Il biondo continuava a singhiozzare stretto dal moro, il quale senza lasciarlo con un calcio chiuse la porta e lo trascinò sul divano.
"Io... Cazzo... Non volevo porca puttana, non volevo" balbettava.
"Ehi" lo chiamò Alex, ma il biondo sembrava non ascoltarlo e scuoteva la testa.
"Ehi Gennà" riprovò alzandogli il viso con due dita facendo in modo che i suoi occhi e quelli troppo lucidi di Genn.
"Qualunque cosa tu abbia fatto non puo'essere cosí grave, giusto?" Genn rimase zitto.
"Ne vuoi parlare?" chiese il moro pensando che magari avesse bisogno di sfogarsi.
Gli occhi azzurri si riempirono ancora di lacrime e nascose il viso nell'incavo del collo di Alessio bagnandogli tutta la maglietta.

Alessio gli accarezzava la schiena per tranquillizzarlo e quel gesto sembrò funzionare dato che i singhiozzi diminuirono fino a scomparire del tutto lasciando il posto a dei respiri pesanti e regolari

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Alessio gli accarezzava la schiena per tranquillizzarlo e quel gesto sembrò funzionare dato che i singhiozzi diminuirono fino a scomparire del tutto lasciando il posto a dei respiri pesanti e regolari. Si accorse che si era addormentato quindi lo prese in braccio e lo portó in camera sua. Non appena lo poggiò sul letto si sedette accanto a lui ma questi gli prese il braccio stringendolo come fosse un orsacchiotto di peluche. Alessio sorrise nonostante fosse piuttosto scomodo e rimase a guardare Gennaro. I lineamenti, l'accenno di barba, i capelli biondi a coprirgli la fronte, gli occhi chiusi contornati dalle solite occhiaie, i vestiti troppo larghi. Era indiscutibilmente bello, e il fatto che fosse cosí indifeso e cercasse proprio lui come rifugio lo faceva sentire amato in un certo senso. Non proprio amato ma, non trovava un aggettivo esatto per definire come si sentiva. Con Eleonora si sentiva amato ovviamente, ma non in quel modo. Gennaro era tutt'altra cosa, anche se non sapeva neanche cosa. La consapevolezza che forse il biondo provava qualcosa per lui lo spaventava e lo attirava. O era proprio Genn ad attirarlo.
Poco a poco Genn molló la presa sul suo braccio e potè alzarsi. Scese a prendere la chitarra e gli spartiti di Gennaro.
Non sapendo cosa fare tornato in camera prese la propria chitarra e cominciò a suonare una melodia che aveva in testa da qualche giorno e che aveva giá scritto su uno spartito. Andava ancora corretto, ma era giá piuttosto orecchiabile, anzi.
"Quando l'hai scritta?" chiese una voce roca.
"Ce l'ho in testa da giorni. Come stai?"
"Meglio. Sai stavo pensando..."
"GennButch pensa?" chiese Alessio con finto tono stupito.
"Zitto ananas e fammi parlare. Pensavo, abbiamo un contratto no?"
"Che perspicace, comunque sì"
"Bene, ma non possiamo essere per sempre Genn&Alex, voglio dire ci serve un nome d'effetto" riflettè Gennaro.
"Devo darti ragione Butch" disse raggiungendolo sul letto.
"Modestamente, io ho sempre ragione" disse il biondo sedendosi a gambe incrociate sorridendo. E Alessio quasi morí a quel sorriso.
"Tu credici" rispose tentando di non fissarlo troppo.
"Uuh mi hai preso le cose" si esaltò Genn e chiese al moro di passargli gli spartiti.
"E comunque hai le gambe" disse quest'ultimo passandoglieli.
"Leggi questo e dimmi se ti piace, non so perchè ma appena ho sentito quella melodia mi è venuto in mente" disse porgendogliene uno dopo averlo cercato.
"Mi piace, quando l'hai scritto?"
"Ce l'ho in testa da giorni"
"Non sei originale a ripetere le mie frasi"
"Scusami sei mejo tu allora" rispose Genn alzando le mani in segno di resa.
"Che dici la proviamo?" chiese poi.
"Fammi sentire come la abbineresti a questo spartito" propose Alessio passandoglielo. Genn prese la propria chitarra e lo spartito
Wearing rags found in the trash inizió a cantare mentre Alessio seguiva le parole scritte con la sua pessima scrittura di Genn.
All my life in a plastic bag
No place to stay for long
Erano frasi anche abbastanza forti e stavano perfettamente con la melodia di Alessio. Perchè alla fine loro erano perfetti, ma solo insieme.
I'm a guest of this world si aggiunse Alessio che aveva capito piú o meno come cantarla.
The city thinks that it's still night light on for the road, but no longer is the dawn
Alessio si aggiunse anche questa volta per il secondo ritornello. Le loro voci si mescolarono creandone una unica in perfetta sintonia con la melodia creata da Alex.
I'm only an Urban Stranger right now
"CI SONO" esclamó il moro.
"Eccheccazzo Alè era perfetta come prova" si lamentò l'altro.
"No, non hai capito, ho trovato il nome!" disse esaltato Alessio.
"Illuminami"
"Urban Stranger! È perfetto, nel senso che è un controsenso! Io e te siamo un controsenso!" blaterò.
"Alè se ti spieghi meglio mi fai un piacere"
"Urban Stranger è un controsenso, un uomo di cittá è l'opposto di uno straniero. Io e te siamo opposti ma alla fine ci compensiamo ed è perfetto!" spiegò.
"Sono un genio" disse Gennaro.
"Cazzo dici che ho fatto tutto io"
"Eh no" disse il biondo avvicinandosi e trascinandolo sul letto facendolo sdraiare accanto a lui.
"Io ho scritto il nome, che comunque deve andare al plurale, e tu hai... Pensato al resto" disse come se aver 'pensato al resto' fosse una cosa da nulla.
"Sai di essere uno stronzo vero?" chiese Alessio ironico.
"Beh, ci compensiamo giusto?"




I Want To Write You A Song||GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora