Should Envy Us

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Avanti, indietro e da capo.
Erano sempre gli stessi movimenti per cinque minuti circa, arrivava all'apice per poi tornare nella realtá. A volte durava di piú, aveva bisogno di pensare ad Alessio quando quegli che gli capitavano non erano abbastanza. Solitamente non pensava ad Alessio in quel modo, ma quando ne aveva bisogno...
"Ci vediamo baby" gli disse il ragazzo in modo malizioso lasciandogli un bacio sulla mascella una volta alzatosi e pulitosi. Era quello che incontrava piú spesso, ormai era abituale, anche se non sapeva nemmeno il suo nome.
Gennaro rimaneva lí, con la testa appoggiata al muro e riprendeva il fiato. Fece un cenno con la testa per poi ricomporsi.
Nella testa gli rimbombava solo il nome di Alessio. In effetti era l'unico nome che aveva in testa dal 2012.
Non lo vedeva da domenica mattina ed era venerdì. Lo aveva chiamato ma non aveva mai risposto, sua mamma gli aveva riferito che stava male e non voleva contagiarlo ma Genn non era stupido, Alessio non era mai stato male da quando si conoscevano e in ogni caso non ci si passa la febbre per telefono. Decise di andare a casa sua e se non lo avesse fatto entrare lo avrebbe fatto con la forza. Dovevano pure scegliere la canzone per X-Factor, dovevano prepararsi per l'esperienza della loro vita, e lui spariva. Che poi domenica mica era il suo mesiversario o qualcosa del genere con quella? Non che gli importasse, ma aveva memorizzato i giorni fissi con cui uscivano obbligatoriamente insieme.
Uscí dal locale avviandosi sotto le nuvole che promettevano pioggia, con le mani in tasca, il berretto nero a coprirgli i capelli biondi, le prime foglie cadute sotto i piedi.

Alessio stava rannicchiato sul divano con la televisione accesa.
"Io vado al lavoro" lo avvisò sua madre "ti serve qualcosa? Stai bene?"
"Sì ma', tutto a posto" rispose con la faccia fra le ginocchia. Sentí la porta chiudersi e alzò la testa. Aveva quell'immagine che lo torturava da domenica sera. Dovevano vedersi nel parco in cui si erano conosciuti per il loro nono mese, invece se ne era andato in lacrime. E le lacrime non se ne erano andate.
Forse sarebbe successo comunque, non avrebbero sostenuto una relazione a distanza, lui a X-Factor e lei a Somma, ma si sarebbero presi una pausa e magari una volta tornato, dato che non era nemmeno detto che ci sarebbe rimasto a lungo, ci avrebbero riprovato, anzi, sarebbe successo quasi sicuramente. Alla fine Somma Vesuviana era uno di quei paesi in cui gli abitanti si sposano con altri abitanti e così via, ma la maggior parte di loro era felice. Perchè lui non poteva esserlo? Perchè proprio lui doveva cercare la felicitá in un altro luogo? Eppure gli sarebbe bastato camminare qualche isolato e trovarare la persona che era pronta a renderlo felice. E che in quel momento in realtá non era a casa propria ma fuori casa di Alessio. Questi sentí un violento bussare che lo costrinse ad interrompere il suo pensare.
"Alè aprimi" solo una persona poteva chiamarlo così e soprattutto solo una persona aveva quella voce magnifica.
"Alè so che sei a casa, aprimi che qui inizia a piovere" continuava a bussare.
"Alè, probabilmente sei sul divano, con la televisione accesa su un canale a caso probabilmente di un programma che odi e probabilmente col cellulare sotto il culo che ti pregherei di alzare per aprirmi"
Certo che lo conosceva. Alessio guardò la televisione che era su Uomini e Donne che lui proprio non sopportava.
"Cazzo" si disse.
"Ti sento" arrivò la voce dell'altro.
"O mi apri al tre, o butto giú la porta, e lo faccio"
No, non lo avrebbe fatto, era troppo esile, ma ci avrebbe provato lussandosi la spalla.
"Uno"
Alessio rimase fermo. Genn lo avrebbe costretto a spiegargli tutto e lui sarebbe crollato.
"Due"
Però sarebbe anche rimasto lí a sostenerlo e a impedirgli di crollare.
"Due e un quarto"
Alessio ridacchiò alzandosi.
"Due e mezzo"
Sarebbe stato divertente far prendere la rincorsa a Genn e aprirgli l'attimo dopo facendolo sbattere da qualche parte. Una scena da cartone animato. Ma non ne era in vena.
"Due e tre... Oooh finalmente ma, Alè che cazzo hai fatto?" disse Gennaro entrando velocemente puntando il suo sguardo in quello del moro. Aveva i capelli spettinati e gli occhi rossi e lucidi.
Gennaro chiuse la porta mettendosi poi davanti ad Alex.
"Alè" ma questi gli si buttò addosso nascondendosi nell'incavo del pallido collo del biondo, il quale lo circondò con le sue braccia accarezzandogli la schiena.
"Shhh, Alè, vieni sul divano" disse trascinando quasi il corpo dell'amico, il suo respiro che lo scaldava. Si sedettero e Alessio continuava a singhiozzare sul petto di Gennaro.
"Ehi, cosa succede?" gli chiese dolcemente. Non era mai successo prima, era sempre stato il contrario e vedere la sua ancora che si aggrappava a lui era strano e lacerante, non sopportava quella visione e doveva fare in modo di risolvere la situazione.
"Ehi... Alè, guardami" gli disse alzandogli il mento facendo incrociare i loro sguardi. Genn con il pollice gli asciugò le lacrime, squadrando il suo viso e soffermandosi anche troppo sulle labbra sottili per poi tornare agli occhi troppo umidi per i suoi gusti.
"Ora mi spieghi con calma cosa succede e cerchiamo di risolvere perchè io così non ti ci voglio vedere"
Alessio si perse in quegli occhi ai quali solo dopo molto tempo era riuscito a trovare un aggettivo.
"Io... El-Eleonora" sussurrò. Non ce l'avrebbe fatta. La mano di Genn andava su e giú per la sua schiena e da capo.
"Eleonora cosa?"
"L-lei... Luca..."
"Luca chi? Il Cacacoso?"
"Cacace" lo corresse Alessio.
"Sì, vabbè, lui e Eleonora?" chiese anche se pensava di aver capito.
"Loro... Vaffanculo" e singhiozzi si fecero piú forti. Appoggiò ancora la testa sul petto di Genn il quale spostò la mano nei capelli di Alex.
"Shh, Alè, va tutto bene" ripeteva per consolarlo.
"Va tutto bene sto cazzo" riuscí a rispondergli fra i singhiozzi.
"Senti" gli disse deciso il biondo facendo in modo che lo guardasse ancora.
"Va tutto bene okay? Puo' succedere okay?"
"Ma perchè proprio a me?" si lamentò Alessio.
"Perchè... Non lo so il perchè Alè, ma pensaci, noi abbiamo la pioggia, la nostra musica, le nostre parole, noi stessi! Noi andremo a X-Factor, realizzeremo i nostri sogni, insieme, e a loro cosa rimane?" si era alzato in piedi Gennaro. Alessio pensó che si fosse esaltato e il fatto che fosse così allegro aiutò anche lui a rallegrarsi.
"Un cazzo!" gli rispose infatti.
"Esatto! Vedrai come ci invidieranno quando saremo su quel palco felici e loro lí davanti alla televisione, e pensa se arriviamo agli Homevisit, ai Live! Lei sará lí a rosicare e a pensare alla cazzata che ha fatto, e tu sarai con me, e saremo invincibili" gli sorrise. Quel sorriso che Alessio amava. Loro sarebbero rimasti assieme, invincibili. Si asciugò le lacrime e sorrise a sua volta.
"Se sorridi sei piú bello" sussurrò Genn quasi come fosse un segreto, come se non volesse farsi sentire. Ma Alessio lo aveva sentito eccome ed era arrossito allargando il proprio sorriso.
"Ricordati che vale anche per te" gli rispose. Facevano a gara di chi fosse piú rosso.
"Sai che facciamo ora?" gli chiese Genn dopo quel momento imbarazzante. Alessio lo guardó capendo all'istante.
"Suoniamo" rispose semplicemente.
"Ti prendo la chitarra?" gli chiese Genn. Era ancora piuttosto preoccupato.
"Tranquillo, faccio io" gli rispose il moro alzandosi ma prima di salire le scale e prendere il suo amato strumento si bloccò di fronte a Gennaro e lo abbracciò stretto lasciandolo stupito. Il biondo ricambiò subito l'abbraccio nascondendosi nell'incavo del suo collo e respirando il suo profumo.
"Grazie"





I Want To Write You A Song||GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora