CAPITOLO 35

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TAC.
Fu questo il rumore che rimbombò nella mia testa per alcuni secondi.
Avevo premuto il grilletto della pistola che era ancora puntata alla mia tempia.
Avevo premuto con tutta la forza che avevo in corpo...ma non era successo niente.
Riaprii gli occhi pensando di potermi trovare in una vita parallela; paradiso, inferno e perché no... Magari il limbo o il purgatorio che Dante aveva ben descritto nella sua mitica "Divina Commedia".
E, invece, tutto quello che riuscii a vedere fu il solito stanzino con la schifosissima scrivania e il dannato muro di foto.
La pistola era scarica.
TAC. TAC. TAC. TAC. TAC.
Dannazione.
Fottutissima sfiga.
Era più che evidente che qualcuno mi odiava; destino o forza sovrannaturale che sia.
-Vaffanculo- sbottai lanciando l'arma in un angolo della stanza, affranta.
Improvvisamente pensai a cosa sarebbe successo a Riley se io fossi morta in quel modo.
Sarebbe cresciuto senza una madre, senza una famiglia...probabilmente Travis se lo sarebbe tenuto con sé per sempre e Samantha non avrebbe potuto far niente per salvarlo, perché lei non era neanche la sua matrigna.
Sarebbe riuscita a vivere senza di me? E che cosa starà facendo in questo momento?
Dio mio...stavo per combinare proprio un bel casino.
La mia mente era ormai ad un punto di rottura e non aveva neanche immaginato tutto ciò.
In quel momento ringraziai il cielo per avermi fatto trovare quell'arnese privo dei suoi proiettili.
Effettivamente, era la prima volta che mi chiedevo seriamente cosa stesse facendo la mia dolce Sam; non perché non mi passasse mai per la testa, ma perché avevo sempre immaginato che lei fosse l'unica tosta della mia famiglia che tutti i giorni si dannava per ritrovarmi.
Chissà se era veramente così...
Recuperai il diario di Travis da terra e uscii dallo stanzino, dirigendomi alla cella frigorifera.
Provai a poggiare l'orecchio alla porta, per sentire qualche rumore sospetto ma nulla.
Solo il silenzio.
"Magari sono morti. Si saranno accoltellati a vicenda" pensai sperando con tutto il cuore di sbagliare.
Dovevo ammazzarli io.
Loro non potevano togliermi anche questo sfizio...e nemmeno la polizia.
Non dovevano neanche pensarlo.
Ma come potevo entrare nella cella senza avere il terrore che uno dei due mi saltasse addosso?
L'incertezza mi fece allontanare la mano dalla maniglia, così mi appoggiai al metallo della porta e aprii il diario per continuare a leggerlo.
"Magari mi darà qualche spunto sulla loro morte" pensai trovando la pagina.

"è da un sacco che non scrivo, ma non perché io mi sono dimenticato di te, anzi...
Ho scoperto una cosa terribile che mi ha fatto gelare il sangue.
Roxanne ha un figlio, un bellissimo bambino con i capelli rossi e gli occhi verdi.
Jordan mi ha mandato le foto e qualcosa mi dice che quello è nato grazie a me.
Quel colore così simile al mio mi fa pensare di essere padre...come dimostrarlo però?
Beh, non può essere di sicuro Rick il padre, nessuno nella sua famiglia ha gli occhi verdi.
E Thomas...No. Lui è sterile dalla nascita.
Che sfigato ahahah!!
Roxanne è una puttana, cresce il mio bambino con una donna della sua specie e la mia cristo di zia malata.
Così non va bene...voglio riunificare la nostra famiglia.
Io, la puttana e il piccolo bimbo rosso.
Lo adoro già.
Sarò un bravissimo padre..."

-Sei un figlio di troia!- sbraitai contro il diario, come se potesse sentirmi e addossarsi tutte le colpe.
Un bravissimo padre per il mio bambino.
Certo.
E poi come mai lui si era posto la domanda della paternità, mentre io non avevo mai avuto dubbi sul fatto che fosse di Travis?
Insomma, io non sapevo che Thom fosse sterile, quindi perché non avevo pensato a lui come possibile padre di Riley?
Thomas e Travis erano talmente simili da sembrare fratelli...ma Thomas non mi era mai venuto in mente, mentre Travis si.
E se non avessi avuto le prove scritte che il mio amico deceduto era sterile, avrei iniziato seriamente a dubitare della paternità di mio figlio.
A tempo debito mi vendicherò per tutto.
-Thomas- dissi a voce alta, come se fosse ancora con me -Thomas. La tua bimba allora non è tua. L'hai adottata? Oppure è frutto di un altro uomo? -
Quello era un quesito a cui mai avrei mai avuto risposta, se non dalla moglie stessa, ormai.
Chissà dove le aveva spedite.
Chissà che vita travagliata doveva aver fatto quel ragazzo.
Me lo immaginavo bene, un Thomas troppo orgoglioso per ammettere a tutti la sua omosessualità, che sposava la prima donna caduta ai suoi piedi e che aveva già una figlioletta da un precedente rapporto.
Un ragazzotto troppo debole per poter dire ad un Travis e un Rick infuriati che non aveva intenzione di fare nulla.
Un Thomas omosessuale costretto ad abusare di me dagli amici.
Tranquillo, mi vendicherò anche per te.

Vedo Riley che corre in un prato verde, verdissimo.
Io sono seduta sotto un albero, all'ombra, e osservo la scena da lontano.
Il mio bambino gioca allegro con Sam; lei ha un vestito rosa confetto lungo fino alle ginocchia e i capelli biondi sciolti sulla schiena.
È meravigliosa.
Ad un tratto diventa tutto nero, il prato scompare e il cielo anche; Sam afferra la mano di Riley e corre verso di me, spaventata.
Io non riesco a raggiungerli, sono bloccata, ho le mani incatenate e ho il corpo insanguinato, pieno di tagli e cicatrici.
Vedo Rick inseguire i miei amori con un coltello; accanto a me c'è Travis con un ghigno malefico sul viso.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra "Roxanne, ti ricordi chi sono?", poi io urlo impaurita...

Aprii gli occhi di scatto con il cuore in gola e il respiro affannato.
-Dio, era solo un sogno- sbuffai strofinandomi il volto con le mani con fare stanco, poi mi alzai dal pavimento.
Oramai ero talmente priva di energie che mi addormentavo ovunque e in qualsiasi momento.
-qua non c'è nulla. Non c'è Riley- me ne devo andare-
Diedi un'occhiata fuori dal negozio; il sole illuminava la stradina gremita di gente di ogni tipo.
Chissà come sarebbe stato uscire allo scoperto, vedere le facce delle persone alla vista di una giovane nuda, coperta solo da un giacchetto e incrostata di sangue...volevo farlo, essere libera, tornare alla mia vita.
Ma un dubbio tremendo mi impediva di sfondare la porta.

RICORDATI CHI SONO (COMPLETA E CORRETTA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora