Partenza

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"Svegliati. Figliola svegliati, che tra un po' dobbiamo partire."
Mi giro dall'altra parte e mi copra con la coperta fin sopra la testa
"Dai svegliati."
"OK, ora mi sveglio."

Quando esco dal bagno, e vado a  asciugarmi i capelli e cambiarmi.

Vado in cucina e faccio colazione, ha comprato la brioche alla crema, la mangio con la tazza di tè.

Vado in camera a prendere le valigie,  ma a quanto pare ha già fatto papà.

Sento il rombo della macchina e allora prendo il mio giubbotto e scendo con in mano l'iPod e il mio cellulare.

Quando arrivo giù ci sono tutti: Giulia, Giacomo, i suoi genitori, alcuni ex-compagni che non vedevo da tanto tempo, c'è anche lui, la persona che odio di più, Soufien.
Papà è stato chiaro, quando ha detto che doveva starmi alla larga. E ora cosa è venuta a fare qui, almeno quest'ultima ora, perché non la lascia passare lascia senza problemi.

Giulia mi si avvicina,e mi abbraccia.

Amo i suoi abbracci, mi sento bene quando mi abbraccia lei. Sono forti e credo che saranno una delle cose che mi mancheranno di più, anche se non sono mai stata una ragazza tutta baci e abbracci.
Una alla volta mi salutano tutti, e mi raccomandano di prendermi cura di me stessa e di non dimenticarli una volta partita.

E poi arriva lui, è stato tutto il tempo là in piedi a guardarmi non ha detto una parole, e non si è neanche mai mosso. Adesso si sta avvicinando con passo incerto se continuare a camminare o andare via, Giulia è ancora vicino a me e mi sussurra sull'orecchio:" Non ti preoccupare è venuto solo a salutarti, ha promesso di non fare niente."
"Ma allora l'hai invitato tu? Sai che non lo sopporto, perché? Almeno l'ultimo giorno lasciatemelo passare bene." Le dico stando attenta non parlare troppo forte, anche se ero arrabbiata per tenere un tono calmo.
"Dunya, sai che non lo farei mai. Lui ha chiesto di venire con noi, percéè aveva sentito sua sorella parlare di questa idea. Sai mi ha detto che se n'è molto pentito di tutto ciò che ti ha fatto."

Non  ci credo. Lui pentirsene.  Mi viene quasi da ridere. Ma in effetti finora è stato molto calmo, se voleva fare casini l'avrebbe fatto fin dall'inizio.

E' fermo a due passi da me. Lo guardo. Mi sorride, quel sorriso non li sta proprio lui non è quel tipo di persona dal sorriso timido.

Giuro che a momenti mi metto a ridere, non l'ho mai visto così, e a dir il vero non è che sia tanto male così con la testa bassa da cane bastonato.
"Ciao" mi dice guardandomi appena per  due secondi
"Ciao " dico
"Come stai?"
"Bene, fin quando tu non abbia intenzione di combinare qualcosa."
Alza la testa di scatto e mi dice" Io non ho intenzione di fare niente, sono venuto qui solo per salutarti, cosa che tu non avresti fatto se fossi io a partire. e se ti do così tanto fastidio dimmelo così me ne vado..."
Ma cos'ha questo? Mi giro verso Giulia, ma non c'è più. Io la uccido.
"Beh mi sembra ovvio che io non sarei venuta a salutarti, neanche se fossi in ospedale." Forse ho esagerato, ma è la verità. "E poi nessuno ti ha obbligato a venire, se vuoi puoi anche andartene."

Giulia sta ritornando, avrà capito che la conversazione non sta andando a un buon fine.
"Hey" fa lei. Mi giro e la sfulmino con lo sguardo.
"Ok me ne vado." dice lui
"Potevi anche non venire, non mi avrebbe mica dispiaciuto." Mia cara adorata amica mi tira un gomitata.
 "Aiah." dico ad alta voce apposta.

Lui si gira e dice sottovoce "Buon viaggio"
E io non rispondo.

"Mi spieghi cose gli hai detto o fatto?"
"Niente, non voleva neanche venire saranno stati i suoi ad obbligarlo."
"Non è vero lui è venuto perché ha detto che voleva vederti per l'ultima volta e che non voleva che tu ne andassi ancora arrabbiata con lui, quando lui è cambiato e se n'è pentito di quello che ti ha fatto."
"Ah si allora io dovrei fare finta che non ci siano mai stati problemi tra noi e dimenticarmi tutto quello che mi ha fatto, solo per il semplice fatto che lui dice di essersene "pentito". E non so neanche se è vero.!"
Ora basta non voglio parlare di lui che mi praticamente rovina la mia vita, solo perché lui aveva voglia di divertirsi.

Lei sta zitta, perché sa che non deve continuare a insistere, non saerbbe servito a niente. Io sto della mia idea.

"Vabbeh mi sa che arrivata l'ora tuo papà è già in macchina."
No, non voglio partire di già.
Mi giro e la vado con gli occhi lucidi, so che sarà difficile sia per me che per lei continuare una distante dall'altra. E l'amicizia a distanza è sempre qualcosa di difficile quando una volta eravamo praticamente sempre insieme.

Non possiamo partire domani?
Conosco di già la risposta, a dir il vero dovevamo partire già la settimana scorsa ma io insistito.

La abbraccio, e stiamo lì per un po' poi ci stacchiamo, sentendo il clacson dell'auto di papà.
Sta piangendo si nuovo, sto male a vederla così. Mi sento in colpa.
Io non piango, mi sento gli occhi lucidi ma non piango, non lo farei mai davanti a questa massa di persone che hanno solo mostrato pena nei miei confronti, come se avessi qualcosa in meno.

"Beh è arrivato il momento di andarmene" le dico guardandola. Non smette più di piangere.
"Sai che mi mancherai molto?" mi disse con voce tremante.

" Beh non più di quanto tu mi mancherai."
"Nono tu mi mancherai di più. Non sai quanto ti voglio bene." Mi dice col sorriso e che cerca di pulirsi le lacrime con un fazzoletto.

Saluto tutti velocemente, e salgo in auto.
Vorrei uscire di nuovo, e abbracciare di nuovo Giulia, ma ho già fatto aspettare tanto a mio papà.

Appena usciamo dalla vincolo, c'è lui, Soufien, seduto su una panchina.

Guarda nella mia direzione, e io mi giro.
Non aveva detto che se ne andava, casa sua si trova dall'altra parte.
Papà lo saluta con un cenno delle testa. Come scusa?
Lo guardo con interrogativa. 

"Potevi anche perdonarla, guarda che s'è pentito veramente."

"Si papà lasciamo stare per favore."
"Va bene ma pensaci."
E infatti, tutto il viaggio non ho fatto altro a pensare alla sua faccia,e forse anche a pentirmi di non avergli dato una chance per parlare e magari chiarire.

...Durante il viaggio...

"Papà tra 5 km c'è un Autogrill, ci fermiamo?"
"Cosa? Ma sei pazza tu o cosa?"  dice ridendo "Ad ogni Autogrill dobbiamo fermarci? Se ci fossimo fermati solo un paio di volte, come fa la gente normale, saremo quasi arrivati, e invece non siamo neanche a metà!"
E io rido. Infatti ha ragione, ci saremo fermati 4 volte finora, ma è che odio stare in macchina per troppo tempo, e poi ho sempre fame.

Dopo svariate ore papà esce dall'auto strada e si avvia verso quella città, che d'ora in poi dovrò chiamare casa. 

Troppo traffico già non mi piace molto, ma l'ho sempre amata per il suo aspetto artistico.


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