Sapevo che non sarei dovuta venire

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Arrivati alla casa, parcheggiò l'auto davanti a un garage...
Faccio per aprire la portiera quando papà mi prende la mano e dice :"Figliola, cerca di essere il più gentile possibile con loro, e non rispondere in modo ironico, perché di quanto ho capito sono una famiglia molto "all'antica"(?)."
"Va bene papà non ti preoccupare farò del mio meglio, te lo prometto." So che sarà difficile per me trattenermi in certi casi e rispondere a tutte quelle domande che mi faranno, ma lo faccio per papà.
Scendiamo dall'auto e ci dirigiamo verso l'entrata...
Papà mi tiene la mano stretta, so che per lui é molto più difficile, saranno passati quasi due anni dall'ultima volta che siamo andati a una cena da qualche famiglia, e ricordo che non era andata molto bene.
Di certo quella volta non era stata colpa mia perché era la ragazzina che era troppo viziata e si è messa a urlare perché le ho detto che ho toccato un gatto prima di venire da lei... Ma solo che questo gliel'ho detto dopo averle fatto la treccia.
E poi io ancora non ci credo che é allergica ai gatti e ai cani... Mah
E poi perché urlare non sono mica stata in sala operatoria o cosa del genere... E ha detto che non mi voleva in casa e quindi siamo dovuti partire ancora prima di mangiare la cena.

Oggi cercherò di non fare niente del genere perché so che se papà è così chiuso con le persone in parte e colpa mia... Sopratutto colpa mia.
Da quando sono da lui, ha sempre cercato di essere sia la figura paterna che quella materna.
Ma diciamo che non è riuscito a essere nessuna delle due... Non che non mi voleva bene, anzi me ne ha sempre voluto troppo, solo che passava troppo tempo al lavoro, sempre a fare straordinari.
Ho passato la maggior parte della mia infanzia con la mia vicina di casa "Zia Salma" così la chiamavo. E poi quando sono cresciuta un po' di più le mie giornate le passavo con la mia amica Chiara.

Nel caso questa serata diventi noiosa, credo che passero tutto il tempo a scriverle.

*Din Don* (suono del campanello)
Papà mi guarda con un'espressione preoccupata, e io gli stringo la mano e lui ricambia con un sorriso.
"Chi è?" dice una voce da bambina dietro alla porta.
In tutti gli anni della mia infanzia, e ancora adesso, non ho mai detto chi è prima di aprire la porta.
"Sono Anis"
"Anis chi? Io non ti conosco, va..." continua la bambina ma viene interrotta da un'altra voce, forse di un ragazzo
"Apri la porta, stupida, chi vuoi che sia, e da un'ora che mamma ti dice che arriveranno gli ospiti."
Si dai continuare pure, noi vi aspettiamo. No, ma sinceramente mi fa un po' ridere questa situazione.
"MAMMAAAA SONO ARRIVATI.... KHADIJA METTI VIA, SONO ARRIVATI....PAPÀ SONO ARRIVATI" Urla la bambina per la casa.
E intanto noi siamo ancora fuori dalla porta.
Faccio per bussare di nuovo, nel caso si siano dimenticati di noi. Ma proprio quando la mie nocche sfioriorano il legno, la porta si apre.
Figura di merda ancora prima di entrare: io con la mano alzata,immobile, un ragazzo di una ventina d'anni che continua a passare lo sguardo dalla mia mano, al mio viso, a quello di papà.
Vorrei sparire, magari fosse possibile...
Per fortuna pa' mi mette giù la mano e tossisce per rompere quel silenzio fatto di sguardi imbarazzanti.

"Ehm, io sono Anis. C'è tuo padre a casa o siamo un po' in anticipo."
Vedo che papà è peggio di me nel fare discorsi, ma come può iniziare una discussione, con uno sconosciuto fr al'altro, così?
"Sì piacere io sono Amir." dice guardando sempre papà e dandogli la mano e ai scambiano una stretta di mano...
Osservo le sue mani, okay mi piacciono, ci capisce che fa palestra e dalla sua stretta così forte mi sembra abbastanza sicuro di se e a suo agio.

"Entri pure papà ti aspettando in salotto."
Wow, non credevo che quel pensiero del voler sparire fosse così forte da realizzarsi... Visto che sembra non notare la mia esistenza.

Papà si avvia e io rimango ferma per realizzare che sono veramente invisibile, anche se so che non é possibile.
"Tu non entri?" dice passando guardandomi un po' sorpreso.
"Ma allora..." mi fermo subito, non posso chiederli se mi vede veramente.
Stavo prendendo in considerazione l'idea visto che papà è entrato senza neanche rivolgermi un occhiata o una parola.
"Dicevi?" domanda vedendomi distratta.
"Ehm... No niente."
"Beh allora entra"
E proprio ora arriva il momento peggior, dopo la figuraccia, mi guarda da testa a piedi e spalanca la porta per farmi entrare, vorrei dirli che è meglio se va prima lui ma sto zitta e entro.

Mi guardo intorno: la casa è molto graziosa, piena di decorazioni e oggetti ovunque, si tutti i colori.
Non so dove andare allora decido di seguire la voce di papà e andare da loro.
Dritta e ora credo di dover girare a sinistra.
"Mia mamma e mia sorella sono in cucina se vuoi andare da loro." continua il ragazzo di cui mi sono anche dimenticata.
"Ahn si certo, solo non sapevo dove erano." dico con un sorriso tirato. a dir il vero credevo che sarei stata con mio papà... Ma dimenticato che tutte le famiglie arabe dividono maschi e femmine... Si vede che non vede che sono una che non frequenta cene.
"Vai ancora più dritta, l'ultima a destra." dice per poi entrare nel salotto.

No. Io ora dovrei andare da sola nella cucina di persone che non conosco e che non mi conoscono.
Sto a guardarmi intorno aspettando che succeda qualcosa. Ma cosa può succedere.
Beh non posso stare qui in piedi a fare niente.
Ecco perché era meglio se me ne stavo a casa. Almeno avrei chiacchierato un po' con la Chiara o con mia zia.
E avrei potuto mettere in ordine le fo...

"Tu sei l'ospite?" dice una bambina con all'incirca 5/6 anni. Parla l'arabo molto bene.
"Sì, piacere sono Dunya." Rispondo in italiano, visto che non lo parlo molto bene ma lo capisco.
Adoro i bambini, non avendo mai avuto fratelli.
"Io sono Salma" Dal nome la amo ancor di più. Anche mamma si chiamava così.
"Salaam, Salma falla entrare." dice una donna.
La bambina mi dirige verso la donna che appena sono a un passo da lei mi da un forte abbraccio seguito da infiniti baci.. Destra,sinistra,destra, sinistra,destra, sinistra... Accompagnati da domande su come sto, come stanno i miei genitori, parenti, nonni...

Quando ha finito il suo caloroso saluto. Arriva una ragazzina che fa la stessa cosa solo in modo abbreviato, per fortuna.
"Vieni entra." dice la ragazza.
Qua tutti parlano in arabo e il mio di arabo fa schifo, non lo parlò quasi mai.
Entro... Non mi aspettavo una cucina così grande. Il cucina la chiamerei solo per la metà dove c'è la vera e proprio cucina. Invece nell'altra metà c'è un divano e una poltrona un tavolino, e anche la televisione.
Okay dovrò dire a papà di trasformare la nostra cucina in qualcosa del genere.

"Siediti, fai come fossi a casa tua."no questo è davvero troppo. Neanche mi conosce e mi tratta come se mi conoscesse.  Mi mette molto a mio agio questa aria di apertura.
Mi siedo sul divano anche se preferirei la poltrona, ma è troppo lontana.
"Khadija, portale un cuscino."
"No, non c'è di che sto bene così." rispondo sempre in italiano.
Vedo nella sua faccia un misto di sorpresa e delusione. Non so se è perché ho rifiutato o per il fatto che ho parlato in italiano.

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