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Passai quel "primo giorno di scuola" a casa a leggere il libro che avevo iniziato. Ogni volta è così non riesco a staccarmene fino a quando non l'ho finito.
Dopo deciso di prendere l'orario che silenziosamente il mio vicino di banco mi diede. Quello è un tipo strano. Ma come fa a non parlare ogni tanto cercavo ti attaccare bottone ma niente lui si limitava a rispondere a monosillabi a tutto. Allora mi arresi tanto prima o poi parlerà, deve parlare anche per dire qualcosa di insensato. Ad esempio io, io dico sempre tutto ciò che mi passa per la testa anche se non ha senso lo dico. Comunque in una settimana come massimo dovrò pur riuscire a farlo parlare, questa per me è una sfida.

Domani non sarà una giornata molto impegnativa ho solo: francese, inglese e due ore di economia e ... Storia. Era tutto così perfetto. E poi all'ultima ora... Per quella materia nutro un odio talmente profondo che farei di tutto per saltarla. E poi quel prof, quello che alla prima ora ha fatto italiano, non mi sta tanto simpatico. Ha passato i primi dieci minuti a farmi domande, fortunatamente quelle cose le abbiamo già fatte.

Nella mia vecchia scuola eravamo in pochi in classe e allora si andava molto veloci e si stava anche meglio.

Sono e cinque e papà a momenti arriva, decido di andare a preparare qualcosa da mangiare, almeno oggi che è il suo primo giorno.
Quando arriva mangiamo insieme e poi lo lascio in salotto a guardare la TV io invece vado in camera mia.

Accendo il cellulare che avevo messo in carica e vedo che i miei "nuovi compagni" mi hanno già aggiunto e iniziato a seguire sui social. Ma questo che sono stalker? E poi strano che si ricordino il mio nome, di solito devo ricordarlo per almeno tre volte.

*** il giorno dopo ***

Sono in piedi in metro con un ragazzo vicino che continua a spingermi, io cerco sempre di spostarmi ma non ne vuole sapere di staccarsi da me.
Sono le 7 e mezza di mattina non può muoversi così tanto. Dategli qualcosa non ne posso più.

Quando arrivo alla fermata stavo quasi al culmine della pazienza. Quando scendo gli lancio uno sguardo omicida e solo ora mi accorgo che quello è in classe mia, è quello che il preside ieri aveva raccomandato.
Non lo saluto e mi dirigo.

Il mio zaino non pesa niente c'è solo qualche quaderno. I libri oggi pomeriggio devo passarli a prendere in libreria.
Lo so potrei prendermi una borsa, ne ho molte a casa, la maggior parte me le ha ragalate Chiara, ma non mi piace avere tutto il peso su una spalla. Meglio lo zaino.

Quando arrivo a scuola vedo che è stra pieno, e dopo poco suona la campanella. Mentre mi avvio nel mezzo della folla verso la classe ma la cosa risulta difficile, visto che la gente continua a sporgere ma questi che hanno.
Continuo a salire per le scale fino a quando qualcuno mi tira per lo zaino.
A momenti cadevo.
Ma chi è questo....
Quando vedo la faccio del ragazzo di sta mattina sbuffo.
"Ma ti rendi conto che mi stavi facendo cadere?" dico mentre lui mi da le spalle e va nella parte opposta.
"E tu ti rendi conto che la classe è da questa parte?"
Decido di seguirlo. Dovrei iniziare a orientarmi di più in questa scuola. Tutti i piani sbranò così uguali.

Quando entra in classe vedo che non è la nostra classe e allora non entro e cerco di trovare la classe giusta. "Simonee..." sento una voce femminile... Ecco come si chiama ora ricordo.
Quando entro in classe c'è un casino terrificante, ma come fanno ad essere così attivi di prima mattina.
Quando vedo che il "mio posto è occupato" da un altro ragazzo. Ci rimango un po' delusa, perché io volevo parlare un po' con il MIO compagno di classe. Ma la cosa peggiore è che con questo lui ci parla. E va ben sarà io che non gli stavo simpatica.

Decido di restare in piedi ed aspettare che tutti si siedano per vedere se c'è qualche posto libero. Una ragazza alta e mora che se non ricordo male si chiama Silvia viene verso di me.
"Ciao. Allora io sono la rappresentante si classe per ogni cosa puoi chiedere a me." dice con un super sorriso.
"Cia.." ma non riesco a finire la parola che ha già ripreso a parlare.
"Allora potresti darmi il tuo numero così ti aggiungo al gruppo di classe."
Quando le do il numero fa per andarsene ma la fermo dicendo.
"Ehm.. Silvia.."
"Sì" come fa a sorridere così tanto
"Come prima cosa posso sapere quale sarà il mio posto. Perché dove ero seduta ieri... è occupato."
"Oh ma certo... Ciao Simone potresti andare a prendere una sedia e un banco per Dunya." dice vedendo quel Simone che entra la classe.
"Ma cosa ti sembro io? Chiedelo a qualcun'altro." dice alzando le spalle e andando a sedersi.

Proprio in quel momento suona la campanella e il prof di ieri si precipita in classe. Ma aspetta non ce lo avevamo all'ultima ora?
Mette la sua valigetta verde sulla cattedra e Silvia, per fortuna va a parlargli del "problema".
"Certo... Qualcuno vada da Giuseppe sotto a prendere un banco." dice il prof aspettando che qualcuno si offra
"E la sedia" dico io. Dovevo dirlo piano ma visto il silenzio si è sentito.
"Vado io" dice Simone. Oh ma certo che bravo ragazzo.
"La sedia può andare te a prenderla." dice il prof con un sorriso. Tra me e questo prof c'è molto amore direi.

Usciamo dalla classe e solo ora mi accorgo di avere ancora lo zaino sulle spalle.
Solo mentre scendo le scale realizzo che mi toccherà fare le scale con una sedia in mano e lo zaino.

Il signor Giuseppe da quanto ho capito è l'addetto alle cose che si guastano e cose del genere. Tipo un tecnico.

"Scusa se ti ho infastidito sta mattina, in metro." ah ma allora sa chiedere scusa.
"Va beh dai non importa" dico con un sorriso tirato. Si gira e ride. "Basta che non fai lo stesso domani."
"No domani non ci sono, ieri ero solo da mia nonna."
Questo significa che non dovrò avercelo tra i piedi ogni mattina.

Quando arriviamo in classe la lezione è già iniziata e il prof fa segno di mettere il banco davanti alla cattedra.
No.

In prima fila. Da sola. Con il prof davanti.
Quando mi siedo e tiro fuori le mie cose vedo il prof che continua a guardarmi. Mi metto a disegnare cose senza senso sul bordo della pagina fino a quando il prof non inizia di nuovo a farmi domande.
Ma quanto sono indietro col programma? Non sono per niente brava in questa materia ma queste cose le ho studiate per la verifica.

Per le altre ore sposto il banco indietro perché poi da là non riesco ad utilizzare il cellulare e mi annoiò troppo.
Mi metto indietro ma non troppo, vicino a una ragazza di nome Alicia, è brasiliana e abbiamo parlato molto nell'ora di francese e inglese. Molto simpatica e anche carina.
Mi ha fatto molte domande sul velo e mi ha fatto piacere il suo interesse.

Durante ho deciso di andare di nuovo fuori, nel cortile e sedermi su un muretto. Stavo facendo la foto delle mie scarpe quando un'ombra non si avvicina fino a mettersi davanti e comprirmi il sole.
"Oh ragazzina, potresti alzarti da lì. É il nostro posto." Ma dove siamo, nel paese del alzati che quello è il mio posto?
Quando alzo lo sguardo quasi prendo un colpo. É una mandria di ragazzi più grandi, saranno di quinta. Quello che ha parlato è un'omone direi, con tatuaggi e piercing.
"Ehm.. Non lo sapevo." dico non accennando di alzarmi.
"Beh ora lo sai!" dice alzando la voce e facendo troppe pause per i miei gusti.
"Sì ora lo so. Grazie per l'informazione" dico con un sorriso. Lo so dovrei andarmene e lasciare stare ma non so dove andare. Alcuni della "mandria" fanno "Ooh" il che non fa altro che farlo arrabbiare.

Decido di andarmene per non fare casini per niente, quando all'improvviso mi bloccao guardando verso il cancello.

Oh. Mio. Dio.
Il ragazzo/rapinatore. Cosa ci fa qui?

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