-Berlino. La Viaggiatrice. Carillon.-

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"Follow sweet children, I'll show thee the way, through all the pain and the sorrows... Weep not poor children, for life is this way, murdering beauty and passions..."
(Seguitemi dolci bambini, vi mostrerò la via, attraverso tutte le pene e i dolori... Non piangete, poveri bimbi, nella vita bisogna agire così, assassinando la bellezza e le passioni...)
-"Come little children" dalla colonna sonora del film Hocus Pocus.








Quando i piedi di Dirk calpestarono l'asfalto della capitale, il sole iniziava a stendersi al di là dell'orizzonte per concedersi il riposo meritato. L'uomo camminava veloce, la sua figura scura non veniva notata dai passanti: pareva uno dei tanti lavoratori frettolosi che a quell'ora rischiavano di perdere la corriera per tornare alle loro case, nonostante i suoi occhi erano divorati dal fuoco della chioma dell'organista, ricercata tra le tante che gli passavano davanti.
Il suo cuore sentiva che lei era sempre più vicina. La sua mente gli gridava di strapparla all'amica e portarla al sicuro con sé.
Quando Swantje sarebbe stata completamente a sua disposizione, sotto la sua protezione, non avrebbe più dovuto temere che si mettesse in pericolo con cattive amicizie o attraversando la strada da sola. Sì, lui sapeva bene quanto le ossa di porcellana siano fragili e  quanto la pelle lattea sia facilmente lacerabile. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non metterla mai in pericolo e averla sempre con sé, qualsiasi cosa necessaria. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vedere quella bellezza sfiorire mai.
Fünf.
Era sempre più scuro il cielo mentre il muratore attraversava la strada al verde del semaforo pedonale. Destra, sinistra. Sinistra, destra. Destra... A sinistra attendeva il via libera un taxi del tipico color panna, all'interno del suo ventre rideva l'organista. Giallo. Gli occhi di ghiaccio di lui erano fissi sul volto angelico, un turbamento rabbioso gli aggrottava le sopracciglia. Rosso. Il clacson non urlava nelle orecchie di Dirk, immobile negli occhi perplessi della bella organista.
Vier.
"Perché non sali sul taxi?" domandava l'angelo dal volto di demone seduto sul tetto del veicolo.
Dirk rispose con un sorriso, aprendo la portiera dell'automobile a cui aveva intralciato la marcia.
-Toh, guarda: il marmo si è animato!- esclamò seccata Lea, alzando gli occhi al cielo e ricevendo un'occhiataccia dall'innamorata, la quale rivolse uno sguardo di miele al suo amato.
Drei.
-Fate l'amore, non fate la guerra... Ma limitare i sentimenti e chiamarli "amore" equivale a guerreggiare...- mormorò fra sé la leonessa, osservando il tramonto dal finestrino.
Né Dirk né Swantje la udirono, soltanto le loro pupille rimbombavano nell'aria.
Zwei.
Scesero alla stazione degli autobus, senza smettere di scambiarsi sguardi. Era forte l'oscurità nell'aria; elettricità si percepiva ad ogni respiro, non aveva nulla a che fare con l'amore.
Eins.
La risata di un angelo-demone tirava dispettosamente i capelli alla pacifista.
Zwangsvorstellung.

Mentre tutti prendevano strade diverse per tornare nelle loro dimore (escluso il giovane Weber, che si dirigeva invece dentro la chiesa), Kyra trattenne il moro, desiderando di parlargli e di capirlo.
-Perché ce l'hai con Franz?- gli chiese, non preoccupandosi di come lui avrebbe potuto reagire ad una domanda così diretta.
-Non ce l'ho con lui... Mi dà fastidio il suo modo di fare, tutto qui.- rispose con difficoltà l'interpellato.
-Ma perché lo tratti così? Non vedi il suo sguardo?- domandò lei scandendo lentamente le parole, disturbata dal lontano lamento che ricominciava a farsi più opprimente. Axel non rispose.
Chiedigli se è un musicista, da brava.
-Posso chiederti una cosa?- lo interpellò nuovamente.
-Chiedi.- le disse lui, desiderando di tornare a casa sua ed isolarsi da tutti.
-Sei un musicista?- eseguì l'ordine l'ormai marionetta Kyra. Gli occhi del moro si illuminarono, sorpresi dalla domanda inaspettata.
-Beh, io... Diciamo che me la cavo con la chitarra.- rispose non sapendo se definirsi imbarazzato o vanitoso.
-Immaginavo, infatti le tue mani sono muscolose e per niente morbide.- rifletté ad alta voce la ragazza, facendo nascere una risata nel suo interlocutore con la sua affermazione.
-Muscolose?- chiese ridendo.
-Sì, devi esercitarti molto, ecco perché hai le dita muscolose. E i tuoi polpastrelli sono piuttosto ruvidi... Se usassi della crema per le mani ti verrebbe più difficile e doloroso suonare tanto.- ribatté fiera e curiosa delle sue osservazioni, come una bambina.
-Oh, Santo Cielo. Posso chiederti quando hai avuto il tempo di osservare le mie mani?- domandò il chitarrista, trattenendo le risa per non rischiare di offenderla. Pensò che sarebbe stato il caso di tornare a casa sua per prendere chitarra e amplificatore e portarli da Gabriella, per potersi esercitare durante il suo soggiorno in quella casa.
-Ieri ci siamo stretti la mano... Più che con gli occhi, le ho studiate con le mie. Secondo te, io cosa suono?- Kyra iniziava a sentirsi euforica, al contrario di quando era giunta al piazzale, merito anche della strana conversazione. Il suo obiettivo di farsi degli amici poteva dirsi in via di realizzazione?
-Non ne ho la più pallida idea... Forse anche tu la chitarra?- chiese lui tirando ad indovinare.
-Errato!- esclamò la gioiosa Kyra.
-Dimmelo tu.- le suggerì il ragazzo sempre più incuriosito dalla ragazza dai capelli color pensiero, dopotutto era contento di vederla sorridere.
Siete patetici.
-Io...- tentò di dire Kyra, quando il cellulare di Axel incominciò a vibrare nella sua tasca. Svelto lui lo afferrò, per poi notar comparire sullo schermo una foto di Gabriella. Salutò con un cenno della mano la ragazzina, iniziando ad allontanarsi dal piazzale mentre accettava la chiamata.
Lei lo guardò andare via, un po' delusa e per nulla desiderosa di dover tornare a casa. Avrebbe potuto entrare in chiesa, a cercare Franz, se non l'avesse visto uscire dal luogo sacro sotto l'ala grassa ed ingannevole del parroco. I due gemelli se n'erano già andati, l'unico che le avrebbe potuto tenere qualcosa di simile alla compagnia era quello strano uomo visibile soltanto a lei, ma non riusciva a fidarsi di lui. Una solitaria serpe s'aggiunse al covo sottocutaneo dove già schiumavano altre come lei.
Vuoi tornare a casina ed iniziare a fare quelle dannate ricerche su Engel o preferisci star qui a lasciare che la tua vita ti abbandoni come stanno facendo tutti?
La ragazza non poté far altro che obbedire ed incassare le parole silenziosamente, lasciando che la risata compiaciuta dell'Essere si mischiasse al lontano oscuro lamento.

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