Era nella Foresta Proibita. Gli alberi alti sembravano più maestosi, e neri come la notte. Il cuore le batteva all'impazzata. Sembrava che volessero farla a pezzi da un momento all'altro. Rose iniziò a correre, quando sentì dei passi dietro di lei. La Foresta era immensa. Sentiva il fiato corto, e voleva solo sedersi a terra e riprendere aria, ma seppe solo correre. Correre, correre, correre. Finché non si trovò davanti una porta. Si portò una mano al petto dolorante, e si voltò. Sentiva ancora quei passi, e piano piano si facevano sempre più nitidi. Allungò una mano verso quella porta misteriosa, di mogano, con la maniglia d'oro, e una piastra d'argento in cui vi erano incise le parole:
Se sei un Mezzosangue, entra.
Rose non sapeva cosa fare. Aveva paura di vedere ciò che la stava inseguendo, ma allo stesso tempo era curiosa, anche di entrare all'interno di quella porta. Quando si decise, e nel momento in cui stava per aprirla, comparve correndo una sagoma indistinguibile di fronte a lei. Aveva la camicia bianca insanguinata, e i capelli rossi sporchi di terra, la fronte grondante di sudore. Gli occhi azzurri dell'uomo, simili a quelli della ragazza, erano spenti, tristi. Il viso aveva un espressione di sofferenza, e una smorfia di dolore, mentre l'uomo si toglieva la mano dalla ferita sullo stomaco. La mano era sporca di sangue. Rose sentì gli occhi pizzicare. Corse verso di lui, lasciando stare la porta.
<<Papà!>> gridò la rossa. Proprio quando Ron stava per cadere a terra in ginocchio, la sua figura si tramutò in un'altra persona: Alice. La sua migliore amica si accasciò a terra, priva di forze, i lunghi capelli dorati che le coprivano gli occhi marroni. Rose sentiva le lacrime scendere sulle sue guance, calde e lente.
<<Alice...>> sussurrò lei, avvicinandosi, ma la ragazza alzò il viso da terra, e parlò.
<<Vattene, Rose. Scappa attraverso quella porta.>> mormorò la bionda. <<Scappa, finché sei in tempo.>>
Ma Rose notò che l'ultima frase aveva un tono di voce diverso, una voce maschile, dolce e rassicurante. E al posto di Alice, comparve Albus, con i suoi grandi occhi verdi che in quel momento non trasmettevano affatto sicurezza. Albus si stese a terra, a pancia in giù. Rose, che ormai era scoppiata a piangere, si inginocchiò vicino al cugino.
<<A-Albus... Ti prego...>> disse lei, con la voce rotta dal pianto. Rose fece girare il corpo di Albus, e mise la sua testa sulle sue ginocchia. Ma il viso non era più quello di Albus. Gli occhi di Rose si incrociarono con due occhi grigio-azzurri, socchiusi. Accarezzò i capelli platinati del ragazzo, e lì arricciò alle sue dita sottili. Le lacrime della ragazza finirono sulle guance di Scorpius. Con l'altra mano, la ragazza gli accarezzò anche una guancia, avvicinando il suo viso a quello del ragazzo.
<<Scorpius... Sono io, Rose.>> gli sussurrò all'orecchio. Rose tirò su con il naso, e poi continuò. <<Sono qui, non ti lascio andare. E tu non devi lasciarmi. Sono qui, sono qui... Andrà tutto bene, te lo prometto.>>
Continuava a dire quelle frasi, continuava a ripeterle nella sua mente.
Poi, Scorpius aprì gli occhi.
<<Rose...>> mormorò, mentre Rose, piangendo, poggiava la sua fronte su quella del ragazzo. <<Rose, devi andartene. Non puoi stare qui... Non con me.>>
Rose lo guardò. Perché le stava dicendo questo?
<<Io non ti lascio da solo. Non posso. Devo stare con te. Voglio stare con te.>>
I riccioli rossi di Rose si posarono sul viso di Scorpius. Le rivolse un piccolo sorriso, debole. E poi, scomparve.
<<Scorpius...>> lo chiamò Rose. Dopo qualche minuto, lei era sempre inginocchiata a terra, con il viso fra le mani, e gridava il nome del ragazzo.
Faticosamente, si alzò, e si appoggiò ad un albero, per non svenire. Le lacrime ricominciarono a scendere, e non riusciva a fermare.
Rose si voltò verso la porta, incamminandosi verso essa, e poggiando una mano sulla maniglia d'oro.
Aprì la porta, tremando, e urlò.<<ROSE! ROSE, CI SONO IO, CALMATI! È SOLO UN SOGNO, SVEGLIATI!>> gridò Alice, mentre Rose si contorceva tra le coperte, urlando e piangendo. La rossa aprì gli occhi di scatto, e si trovò davanti il viso della sua migliore amica. Respirando a fatica, si buttò addosso a lei, e la strinse forte, bagnando la spalla di Alice con le sue lacrime. Alice ricambiò l'abbraccio, dandole un bacio sui capelli gonfi.
<<Eravate tutti morti! Tu, papà, Albus e Scorpius... Eravate morti! E non ho potuto fare niente per salvarvi!>> esclamò Rose.
<<Ehi, Rosie, è tutto finito. Era solo un sogno.>> sussurrò Alice, stringendola di più a sé. Le loro compagne di stanza, Rachel Baston, Sarah Finnigan e Victoria Adams, che prima erano in piedi a guardare la scena, si sedettero sul letto di Rose, e si unirono all'abbraccio delle due. La Weasley si sentì meglio.
Era solo un sogno. Non era reale. Non era reale, Rosaline Ninfadora Weasley! pensava lei. Quando si calmò del tutto, sciolse l'abbraccio, e guardò l'ora sull'orologio che si trovava sul suo comodino. Segnava le cinque del mattino. Si rigirò verso le sue amiche, e sorrise dispiaciuta.
<<Scusate se vi ho svegliato, ragazze.>> disse, massaggiandosi le tempie.
<<Tranquilla, Rose.>> la rassicurò Sarah, sorridendo dolcemente.
<<Ma ci hai fatte preoccupare!>> esclamò Rachel.
<<Già.>> le diede man forte Victoria.
Rose sorrise.
<<Adesso però è meglio se torniamo a dormire.>> disse Alice, stringendo la mano di Rose. <<Tra un'ora dobbiamo alzarci.>>
Rachel, Sarah e Victoria furono pienamente d'accordo. Rose, però, le sussurrò.
<<Resti a dormire con me?>>
Alice sorrise, e, senza risponderle, si infilò sotto le coperte, e si addormentarono, abbracciate.Ma davanti a una sfera di cristallo viola, Trevor Scott Stuart stava guardando e riguardando la mente di Rose Weasley. Ghignò.
<<Katherine!>> chiamò lui, e una donna vestita di nero, con tacchi altissimi, pantaloni attillati, capelli corti e neri e occhi castani, entrò nella stanza. Trevor si voltò, sorridendo alla donna.
<<Prepara alcuni uomini. Tra qualche giorno dobbiamo andare a prendere qualcuno.>>
Katherine sorrise.
<<Hai trovato il punto debole della ragazza?>> chiese, avvicinandosi, e il rumore dei tacchi sembrò rimbombare nella stanza.
<<Sì.>>
<<E qual è?>> mormorò lei, sfiorando con un dito il petto di Trevor. Lui sorrise malizioso.
<<Posso fidarmi di te?>>
Katherine avvicinò il viso a quello dell'uomo, baciandolo con passione.
<<Non vedo perché non dovresti.>> rispose, quando si staccarono.
Poi, Trevor sorrise, e si voltò di nuovo verso la sfera di cristallo. L'immagine ritraeva una parte del sogno di Rose, dove Scorpius era steso per terra, con la testa sulla sue ginocchia.
<<Il punto debole di Rose Weasley>> iniziò lui. <<È l'amore che prova per la persona sbagliata.>>
Katherine gli chiese, confusa: <<Allora perché prima del ragazzo le sono apparsi il padre, l'amica e il cugino?>>
<<Perchè volevo assicurarmi che fosse abbastanza scossa, e avesse la consapevolezza di star perdendo altre persone care. Ma tra loro, l'unico a cui tiene di più, è quel Purosangue, il nipote di Lucius Malfoy.>>
<<Quindi sei stato tu a procurarle quell'incubo.>>
Trevor gonfiò il petto.
<<Esatto.>>
Dopo un po', i due si sorrisero, e lasciarono la stanza.
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Albus Potter E La Ribellione Dei Mezzosangue
FantasyCiao ragazzi :) innanzitutto premetto col dire che amo scrivere, è la mia più grande passione, che voglio condividere con voi. Proverò a scrivere questa storia, e spero di riuscire bene nel mio intento, perché Harry Potter è come una Bibbia per me...