Capitolo X

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Note a fine capitolo, vi prego di leggerle.

Vieni subito da me.
Invio velocemente il messaggio a Jake e lo attendo sull'attenti, camminando avanti e indietro per il salotto.
Quando mia madre mi ha detto che Alexis era stata investita, non pensavo fosse successo così.
Resta il fatto che le cose non possono essere cambiate, oramai, e probabilmente era così che doveva andare.
Per fortuna, Jake fa in fretta ad arrivare ed entra in fretta e furia in casa.
"Ti ha dato la busta, non è vero?" domanda, guardandomi dritto negli occhi.
Faccio un sorriso amaro ed annuisco. "Eccome se me l'ha consegnata. E devo ancora ben rendermi conto per quale motivo avrei dovuto chiamarti qui subito dopo aver letto la merda che c'era lì sopra" confesso, sedendomi sulla poltroncina di fianco al divano.
Jake scuote la testa, come se non credesse alle sue orecchie.
"Stai scherzando vero? Justin, hai letto che cazzo c'è scritto lì sopra o hai fatto finta?" dice, alzando la voce.
Lo guardo senza fiatare.
"Justin, tutto bene?" chiede, calmandosi e venendo ad inginocchiarsi al mio livello.
Scuoto la testa e scoppio a piangere. Pianto trattenuto per troppo,  troppo tempo.
Mi copro il volto con le mani e poso i gomiti sulle ginocchia, continuando con il mio pianto liberatorio.
Jake non dice nulla, si limita a tenermi una mano sulla spalla.
Poi inizio a scuotere la testa man mano che le mie lacrime vengono a scemare.
"Non ci credo" sussurro, sposando le mani dal volto ai capelli, tirandone le punte.
"Justin, va tutto bene" dice Jake.
Sposto la sua mano dalla mia spalla con un gesto secco e lo fisso negli occhi.
"Non va un cazzo bene Jake! Ti rendi conto di quel che è successo o ti devo fare un disegno?" grido, alzandomi velocemente e facendolo barcollare all'indietro.
"Justin, calmati" mi dice Jake a bassa voce.
Cammino avanti indietro per il salotto velocemente, come se ci fosse il pavimento bollente e non sapessi dove stare.
"Spiegami come faccio a calmarmi, Jake. Dimmelo, dimmi come diavolo faccio. L'ho investita io! Ti rendi conto che non dormirò più la notte, giusto? Dio, mi meritavo di morire" dico, calciando il tavolino.
Tutto ciò che vi era sopra va a sbattere a terra o contro il caminetto ed il mio telefono sbatte proprio contro il piccolo muretto di cemento, rompendosi.
"Oh 'fanculo" mormoro.
"Justin, ora basta!" urla Jake, al limite della pazienza.
Lo guardo senza dire niente, questa volta provando a calmarmi.
"Devo fare una telefonata. Tu rimani qui, torno subito" mi dice lentamente, come se non volesse rovinare il momento di calma che si era creato.
Annuisco lievemente e mi piego a raccogliere il tavolino e le cose cadute.
Ad un tratto sento Jake alzare la voce, così mi avvicino alla porta.
"Pattie, ti ho detto di no, non è una buona idea" lo sento dire.
Perché mai dovrebbe parlare con mia mamma?
Ah giusto, ho quasi distrutto casa, diciamolo pure a mia madre.
"Dovevi vederlo, faceva quasi paura. È passato da un pianto isterico ad una sfuriata in un battito di ciglia- Sì, immaginavo avresti detto così -No, non è la prima volta che capita- Okay, poi dimmi cosa ti dice, ciao" dice, poi riattacca e mi affretto ad allontanarmi dalla porta.
"Ti ho visto, sai?" mi chiede, rientrando in casa.
Alzo le spalle. "Perché parlavi con mia mamma?" domando, sedendomi sul divano, seguito da Jake.
"Perché sono preoccupato per te" risponde semplicemente.
Ridacchio. "Fingo di crederci. Ora puoi dirmi perché sono stato l'ultimo a sapere di questa faccenda? Mia madre mi ha detto che lo sapevate già, insieme a Becky" domando.
Lui prende un respiro profondo ed inizia a parlare. "Becky in realtà non sa tutta la storia. Lei sa solo che Alexis è stata investita durante una corsa clandestina per sbaglio, ma non sa che sei stato tu" risponde.
Scuoto la testa. "Ma io l'ho detto ad Alexis perché sono stato in coma, ma non mi ha detto nulla" dico.
"Questo perché non le hanno detto com'è entrata in coma. Ed è per questo che Becky non parla mai dell'incidente in sua presenza e a quanto pare Alexis non le ha mai detto ciò che le hai detto, e probabilmente nemmeno lo farà" continua.
Dio, non riesco a crederci.
"Dovrei andare in galera" ammetto, passandomi una mano sul volto.
"È stato un incidente, Justin. Uno degli sfidanti ti aveva tagliato il cavi dei freni prima della partenza, quindi non avresti potuto far nulla a prescindere" disse.
"Non c'entra niente! Sarei dovuto stare più attento e avrei potuto evitarla. E poi che cazzo ci faceva lì?" domando.
Jake sorride, anche se non trovo un motivo plausibile per il quale sorridere.
"È qui che viene la parte interessante" dice. "Comunque sia, sappi che Alexis non ricorda nulla di quel giorno e delle corse. Niente di niente"
"Va bene, ma ora dimmi la parte interessante" taglio corto.
Lui annuisce. "Alexis era lì non perché corresse, ma perché era lì a vedere qualcuno che correva" dice.
Corrugo le sopracciglia. "Okay, e ciò dovrebbe dirmi qualcosa?" domando.
Lui mi guarda, alzando un sopracciglio.
"Direi. Secondo te chi potrebbe essere andata a vedere?" domanda.
Ci penso su un attimo e quasi mi viene un infarto.
"Porca troia" sbotto. "Jacob?" chiedo.
Lui annuisce. "Esattamente"
"Aspetta, questo esattamente cosa c'entra ora? Nel senso, è passato più di un mese, perché mia mamma sarebbe dovuta andare in ospedale in questo momento?" domando.
Sono confuso più che mai, dico davvero.
"Tua mamma è andata in ospedale solo per una conferma e togliersi un dubbio. Prima era stata in centrale" risponde.
Cosa?
"Perché?" chiedo.
"Perché stanno ancora indagando sulla persona che ti ha tagliato i freni" risponde.
Ora sono ancora più confuso.
"Robert non è in prigione?"
"Si, ma non è stato lui. Quando hanno chiamato tua mamma per degli aggiornamenti, lei ha deciso di non dirti nulla fino al momento più opportuno. Le hanno detto che hanno una pista e un possibile sospettato. Così lei non ha aspettato che le dessero conferma e si è cercata la verità da sola" dice, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Che Dio me la mandi buona.
"Quindi è andata in ospedale solo per una conferma? Di che tipo?"
"Esatto. La polizia aveva parlato di un'altro ferito causato dal tuo incidente, ed è stato proprio un conoscente di questa vittima a parlare dell'accaduto"
"Il conoscente sarebbe Becky?" chiedo.
Non pensavo che questa storia potesse essere così contorta.
"Sì, ma tranquillo, non sa come fosse fatto quello che guidava la macchina, quindi non sa che sei tu. Comunque, ora ti chiarisco le idee, te la faccio molto semplice: quando la polizia ha saputo di Alexis, ha immediatamente velocizzato le ricerche, essendoci un'altro ferito di mezzo. Tua mamma, che sapeva del coma di Alexis -non chiedermi come-, ha subito sospettato che si trattasse di lei, così ha chiesto il referto in ospedale. Mi ha chiamato subito dopo averlo letto: Alexis era stata vittima di un incedente, ma non vi era scritta la causa nei dettagli. E qui subentro io: mi è bastato chiederlo a Becky, che ha confermato che Alexis era stata investita durante la corsa. Mi ha anche confessato dei suoi dubbi nei confronti di Jacob"
"Vale a dire?"
"Vale a dire che secondo lei è stato Jacob a tagliarti i freni. Tu non ricordi nulla di quella sera, ma hai litigato proprio con Jacob prima della gara, molto pesantemente e potrebbe essere stato benissimo lui" risponde.
Non ci credo. Mamma, che casino.
"E perché lui non ha detto nulla di me ad Alexis?" domando.
"Proprio perché lui non vuole che lei si ricordi ciò che faceva. Alexis era lì quella sera solo per lasciare Jacob, dopo aver scoperto ciò che faceva e che lui la tradiva durante quelle serate"
"Cazzarola" mormoro. "Come diavolo è possibile che sia successo tutto questo caos?" domando.
"Non ne ho idea, ma ora si spiegano molte cose: come ad esempio Alexis, Jacob e Becky nel tuo sogno. C'erano perché gli avevi già visti" dice.
Beh, almeno una cosa inquietante in meno a cui pensare c'è.
"E ora?"
"Ora non ci resta altro che aspettare. La polizia non sospetta ancora di Jacob, e prima di consegnarlo, vogliamo capirci chiaro anche noi" dice.
"Ma vaffanculo a quello stronzo! Lo vado a recuperare all'università e lo distruggo, giuro" ringhio.
Lo sapevo che non poteva essere perfetto quel figlio di papà.
"Per ora possiamo solo indagare per conto nostro, per il resto ci pensa la polizia" mi dice, alzandosi.
"Comunque tu non dire nulla ad Alexis, non voglio che le cose si complichino ulteriormente" dice.
Annuisco incapace di dire altro. Parlare di queste cose mi ha distrutto mentalmente.
"Ci vediamo domani. Tu stai con Alexis come facevi di solito, okay? Non deve notare un qualsiasi cambiamento" dice, per poi uscire di casa e chiudersi la porta alle spalle.
Questa conversazione è stata la più strana, confusa e inquietante che io abbia mai sentito in tutta la mia vita. Non basta il fatto che ho investito Alexis, mandandola in coma. Ma ci si mette anche quel pezzo di stronzo del suo moroso che la inganna per bene.
Beh, non che io ora debba fare diversamente, ma io lo faccio per una buona causa, difenderla, fosse l'ultima cosa faccio.

N.A//
Non preoccupatevi, non sarà una storia in stile Danger o a qualunque altra storia che avete letto simile a quella. È giusto per movimentarla un po', ma nulla di troppo violento.
Comunque sia, spero che questo fatto non abbia compromesso la vostra visione della storia, ma è così che voglio proseguirla e vi prego di non farvi idee strane o di commentare dicendo "ah, ma è uguale a tutte le altre storie, non dovevi mettere questo pezzo" perché, ribadisco, ho tutto sotto controllo e non si trasformerà in alcun modo in una storia basata sulla sola azione/violenza o quel che volete. Fidatevi di me.
Detto ciò, buona lettura e scusate per gli errori.
-Cam
P.s. Domenica, dato che ho pubblicato in anticipo, pubblicherò il Missing Moment.

Life is worth living || Justin Bieber (Sequel di "Trust")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora