Epilogo

1.6K 147 34
                                    

3 anni dopo

«Vaffanculo, Justin»
«Alexis-» cerco di dire, ma lei mi blocca ancora.
«No, zitto. Non avresti dovuto farlo» continua a dire, con un tono di voce abbastanza alto.
«Alex» dico nuovamente, sperando che questo suo moto frettoloso ed ansioso smetta.
«No. Io ti ho dato la mia fiducia, mi sono affidata a te completamente e tu fai questo...casino?» mi chiede, muovendo le braccia in un movimento convulso.
Sospiro, non capendo questa sua reazione.
Sembra posseduta.
«Vuoi che chiami Becky? Davvero, mi sto preoccupando» le dico, ridacchiando non appena noto la sua espressione.
«Oggi sei in vena di fare il simpatico, eh? Voglio vedere come fai il simpatico quando mi tolgo la fede, la poso sul tavolo e poi esco di casa» dice, guardandomi negli occhi.
La guardo shoccato. Sí, è ufficialmente impazzita.
Mi avvicino velocemente a lei e poso le mie labbra sulle sue, facendola tacere all'istante.
«Taci un po', mi stai facendo venire l'emicrania» sussurro, per poi baciarla ancora.
Lei geme e porta le sue mani ieri al mio collo, spingendomi più vicina a lei.
«Ti odio quando fai così» mormora, staccandosi un attimo per riprendere fiato.
«Tesoro, ho solo dipinto una parete del colore sbagliato-»
«Nero lo chiami un colore sbagliato? Ti avevo detto di dipingerlo d'azzurro, e ci hai fatto saltare fuori il nero. Solo tu, Justin, solo tu» ribatte.
Sbuffo e mi stacco da lei, stanco di questa discussione senza fondamento.
Salgo in camera, prendo una felpa e le chiavi della macchina, poi scendo al piano di sotto.
«Dove vai?» mi domanda, uscendo dalla cucina.
«Fuori» dico semplicemente.
«Justin-»
Sospiro, sentendo il tono utilizzato da Alexis. È dispiaciuta, lo si capisce bene, ma sono due settimane che va avanti a comportarsi così, e dopo un po' mi stanco anche io.
«Vado solo da Jake. Tra un paio d'ore torno» dico, avvicinandomi a lei.
Le lascio un bacio in fronte ed esco di casa, senza dire altro.

In pochi minuti sono a casa di Jake e noto che le luci della camera degli sono accese.
Corrugo le sopracciglia, pensando che da quando lui e Becky si sono lasciati, lui non ha più messo piede in quella stanza.
La stanza di Jake era infatti troppo piccola per due persone, ed ogni volta che Becky rimaneva da lui, dormivano in quella degli ospiti, dove c'era un letto matrimoniale.
Scendo dall'auto e mi avvicino alla porta, suonando poi il campanello.
Dopo qualche minuto Jake mi viene ad aprire.
«Hey» mi dice, sorridendo.
«Che ci facevi in quella camera?» domando, entrando.
Lui sbuffa. «Prego, accomodati pure, Justin. Io sto bene comunque, grazie per averlo chiesto»
«Taci, cazzone. Non sono venuto qui per sentire altre lamentele» dico, sedendomi sul divano.
«Che intendi?» mi chiede lui confuso, sedendosi al mio fianco.
Sospiro, passandomi le mani sul volto. «Ho tipo discusso ancora con Alexis. Non so che diavolo le prende, sembra posseduta in questo periodo» confesso.
Lui alza un sopracciglio. «Cazzo, amico. Vi siete praticamente appena sposati e già litigate?»
«Guarda che ci siamo sposati più di un anno fa. E poi tu sei l'ultimo che deve venire a farmi la morale» ribatto.
«Touché» dice, alzando le mani.
«Ora rispondi alla mia domanda» gli dico.
Lui distoglie lo sguardo. «Che domanda?» chiede alzandosi.
«Perché eri in quella stanza?» chiedo ancora.
«Ecco-»
«Jake!» urla una voce femminile alla mie spalle.
Lo guardo confuso.
«Oh, ciao, Justin. Non sapevo fossi qui»
Mi volto verso la voce e sorrido leggermente.
«Ciao, Becky» rispondo al saluto.
«È lui che si è infiltrato. Lo volevo cacciare, ma è entrato con la forza» dice Jake.
Mi volto verso di lui e lo guardo male. «Grazie tante, Jake. Fammi passare per lo stronzo di turno» sbotto, alzandomi.
«Dai, stavo scherzando» si giustifica lui.
«Okay, va bene. Me ne torno a casa, anche se la situazione non è miglior che qui. A proposito, siete tornati assieme?» domando, guardando prima uno e poi l'altro.
Becky guarda Jake che annuisce lentamente.
«Almeno questa volta vedi di non lasciarla sull'altare, Jake» dico, uscendo di casa.
«Fottiti, ti voglio bene anche io!» lo sento urlare e ridacchio, andando verso la mia macchina.

Appena metto piede dentro casa, Alexis mi si butta addosso per abbracciarmi.
Sospiro e la stringo a me, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo.
«Mi dispiace» mormora, non accennando a staccarsi. Ed io non voglio lo faccia.
«Dispiace anche a me, per il muro» dico.
Lei ridacchia e si accoccola di più a me.
«Sai che Jake e Becky sono tornati insieme?» domando.
«Sì. Mi ha chiamata Becky mentre era da Jake» risponde.
Annuisco e le lascio un bacio in testa prima di staccarmi.
«Ti amo, non scordarlo mai» le sussurrò guardandola negli occhi.
Lei annuisce e mi sorride. «Lo so. Ti amo anche io. Ti va un pezzo di torta? L'ho fatta mentre eri via» mi dice andando in cucina.
Alzo un sopracciglio. «Hai fatto una torta in mezz'ora?» ridacchio.
Lei sbuffa. «Okay, l'ho comprata in pasticceria, ma l'ho decorata a modo mio» mi dice.
La guardi sorridendo.
«Che c'è?» chiede, ridacchiando.
«Sei fantastica» dico.
Lei alza le spalle e trattiene a stento un sorriso. «Nah. Ma di questo parliamo dopo» dice.
Si avvicina al forno e ne estrae un piatto con un coperchio sopra.
«Spero che tu l'abbia decorata con cose commestibili. Sono ancora giovane per morire per colpa di una torta» dico.
Lei mi lancia un'occhiataccia e scuote la testa. «Stronzo» sibila, prendendo poi un coltello e posizionando il tutto sul tavolo davanti a me.
«Quella è la torta» dice, indicando il piatto davanti a me.
Ridacchio. «L'avevo capito, Alex. Posso alzare così la mangio?» le domando.
Lei annuisce nervosa e si sposta difronte a me, dall'altra parte del tavolo.
«Al mio via» dice, prima che io possa alzare.
«Gesù, tesoro, che cavolo di torta hai fatto?» chiedo, ridendo.
Lei sbuffa. «Vai» mi dice poi, tornando nervosa.
Appena alzo il coperchio, per poco non mi cade la mascella.
Lancio un'occhiata ad Alexis e poi riporto l'attenzione sulla torta.
La scritta "It's a boy!" spicca in tutta la sua bellezza sulla superficie di pasta da zucchero azzurra, e tutt'intorno ci sono scarpine e bavaglini da bimbo.
«Credo di star per avere un infarto» dico, incapace di dire altro.
«Sopresa!» dice Alexis, guardandomi leggermente preoccupata. «Se non l'hai capito, sono incinta» continua.
La guardo basito. «Amore, è palese che tu sia incinta. Questa torta parla da sola ed è- è bellissima» dico, sentendo gli occhi diventare lucidi.
«Davvero?» mi chiede, portandosi una mano al cuore.
Annuisco ripetutamente. «È la sorpresa più bella che potessi farmi» dico.
Mi avvicino a lei e le prendo il volto tra le mani, per poi lasciare un lungo ed intenso bacio sulle sue labbra.
«Ti amo- Vi amo da morire» dico, abbracciandola.
Lei posa la testa sul mio petto e mi stringe le braccia dietro la schiena.
«Ti amiamo anche noi, papà» dice, lasciandomi un dolce bacio sul cuore.

«Da quanto lo sai?» le chiedo, accarezzandole la schiena nuda.
Lei sospira e si stringe a me.
«Due settimane, ma ho fatto il test e sono andata in ospedale per un accertamento, e mi hanno detto che sono incinta da circa tre mesi» risponde.
«Ecco perché sembravi costantemente mestruata» ridacchio.
Lei si alza leggermente e mi dà uno schiaffo in pieno petto.
«Hey, che c'è?! È la verità, sei incagabile in questi giorni» dico. «Ma non hai pancia. E poi perché non me l'hai detto prima? Ti avrei accompagnata» dico.
Lei sbuffa. «È che ero agitata. E poi saranno gli ormoni, boh» mi dice. «E volevo farti una sorpresa, per questo non ti ho detto nulla. Volevo organizzare tutto con calma ma per colpa tua non ho potuto. Il dottore ha detto che capita che certe volte la pancia cresca verso il 3/4 mese, ho una visita tra una settimana. Mi accompagni?»
«Perché? Sempre per la vernice?» chiedo. «Non me lo devi nemmeno chiedere, Alex. È ovvio che ti accompagni» continuo.
Lei mi sorride, annuendo. «Secondo te perché ti ho fatto colorate la camera degli ospiti di azzurro? Avevo in mente di arredarla già con le cose del bambino e di farti una sorpresa, ma per colpa tua ho dovuto ricorrere al piano B» dice.
«Cioè alla pasticceria?» ridacchio.
Lei annuisce. «Proprio così. Ma va bene così» dice, sorridendo.
«Puoi dirlo forte» dico.
Dopo qualche minuto di silenzio e di coccole, una domanda mi viene in mente.
«Come lo chiameremo?» domando.
Lei si scosta leggermente per guardarmi negli occhi. «Ci sarebbe un nome a cui ho pensato appena ho scoperto il sesso» mi confessa.
«Ossia?» domando.
«Austin» mi dice e il mio cuore salta un battito.
«È perfetto» mormoro, prima di baciarla.

N.A//

It's over! Sono felice di aver concluso questa storia, ultimamente ero un po' in crisi.
Coooomunque, spero abbiate apprezzato questo ultimo capitolo, che come vedete è finito bene! Sono riuscita anche ad aggiornare prima del solito.
Soddisfatte? Io abbastanza dai, mi dispiace solo di non averlo potuto farlo più lungo, ma penso di aver scritto tutto ciò che volevo scrivere, quindi va bene così.
Grazie mille a coloro che hanno seguito questa storia e nulla, ci vediamo alla prossima storia, spero.
Come sempre scusate gli errori, spenna riesco li correggo.
Buona notte,
-Cam.

Life is worth living || Justin Bieber (Sequel di "Trust")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora