Twenty-seven

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Tom: "ehi, tutto bene?"
Mi asciugai in fretta le lacrime, non era il caso di fare pena a qualcuno.
Io: "emh si, credo di sì" gli sorrisi, misi giù le gambe e gli feci spazio sulla panchina.
Io: "siediti pure" altro sorriso altro regalo.
Tom: "sei scappata così da casa e nessuno sapeva dov'eri" disse serio.
Beh bello carino, dir la verità manco io so dove sono, ma so che volevo stare da sola, e per questo motivo vorrei che andassi fuori dalle palle, chiedo tanto?
Io: "beh adesso tu sai dove sono!" Ridacchiai e portai l'attenzione sulla foglia che c'era sotto i miei piedi.
Aveva un colore strano, era verde, gialla blu e marrone.
Ma che cazzo di foglie esistono a Londra?
Sembrava un cazzo dì edit.
Ma magari sono io, che sono talmente stupida che vedo le foglie blu.
Tom: "esatto, andiamo a casa su." Si alzò e mi porse la mano.
Io: "un cazzo, io voglio stare qui, levati dalle palle"
Ah, ops, stavo pensando ad alta voce. Tra la la la la la laaa
Tom: "piangevi per Benjanin? Giusto?"
Io: "si chiama Benjamin, e non deve fregartene del perché piango, non ti conosco manco e mi stai facendo la predica per un cazzo. Non sei nessuno okay? Sai a malapena come mi chiamo e sei già venuto a rompermi le palle.
Perché a me? Non potevi farlo con un altra?" Prese a ridere, ma che ha da ridere questo? Vuole un pugno in faccia?
Io: "ma che ti ridi?"
Continuò a ridacchiare finché non si fermò e parlò, finalmente.
Tom: "niente, solo il tuo carattere è stupendo" prese a ridacchiare di nuovo, ma che è, faccio così ridere?
Io: "smettila di ridere. Da fastidio, seriamente."
Smise di ridere e mi guardò, lo guardai e poi feci per alzarmi dalla panchina.
Io: "e ora, tolgo il disturbo e me ne vado da un altra parte. Ci vediamo quando torno a casa, ciao" feci il movimento anche con la mano e poi andai verso l'uscita del parco.
Stare in quel parco a queste ore della notte faceva un po' di paura, come lo facevano le strade di Londra.
Se ora fossi a Modena, non avrei il problema di avere paura. Conoscendo tutti, potrei anche dormire in mezzo alla strada, che non mi succederebbe niente.
Negli anni che furono, Benjamin lo aveva fatto, ma ovviamente era ubriaco fradicio.

Dopo il mio breve pensiero sulla vita a Modena, mi accorsi di aver camminato in una direzione a me sconosciuta.
Provai a prendere il telefono per cercare di vedere dove ero.
Andai sulle impostazioni e accesi il 3G. Appena andai sulle mappe mi ricordai che ero a Londra, e se uso il mio 3G, pago.

Dopo aver spento il mio bel 3G e aver chiesto informazione a qualche londinese ubriaco, ritrovai la strada per casa.
Appena arrivai andai dritta in camera, senza salutare e neanche fare rumore.
Mi sorpresi di me stessa per non essere caduta come una balena sulle scale.
Approposito di balene, mi manca Fede.

Arrivai in camera, mi tolsi tutto quello che avevo addosso, presi il pigiama dall'armadio e poi aprii il cassetto sotto le ante dell'armadio e presi un paio di calze pesanti.
Misi i pantaloni del pigiama e poi infilai le calze che arrivavano fino alle ginocchia.
Nel momento in cui presi in mano la maglia per mettermela, bussarono alla porta. Riconoscei (non riuscivo a trovare il verbo, sorry perdono.) il modo di bussare di mia sorella: pugno e pacca.
La prima volta che lo aveva fatto, stava salendo le scale di corsa e sbattendo contro la mia porta ha dato un pugno e poi una pacca, non è normale, lo so.
Io: "Arrivo Gio"
Misi giù la maglia rimanendo in reggiseno ed andai ad aprire la porta.
Beh, davanti non c'era mia sorella, c'era un Tommaso traballante che appena aprii la porta si fiondò nel mio petto per tenersi si.
Lo spinsi in su e cercai di tenerlo in piedi.
Bello dai, sono in reggiseno davanti a un povero stupido ubriaco che mi ha appena affondato la testa nelle tette perché non sa stare in piedi alle quattro di mattina.
No scusate, sono le tre.
Beh insomma, che c'è di meglio di essere in questa situazione?

Tom: "sono ubriaco." Barcollò fino al letto e poi si buttò sopra.
Io: "ma dai? Non lo avevo notato, grazie dell'informazione" gli sorrisi.
Tom: "ma sei stronza anche alle quattro di mattina?" Si alzò per guardarmi in faccia.
Io: "le tre" sorrisi ancora.
Tommaso lanciò un gridolino di lamento e si buttò sul letto.
Tom: "come fanno a sopportarti?"
Io: "semplicemente non lo fanno. Abito a migliaia di chilometri da qui, sono andati via da casa da un bel po' di tempo"
Tom: "lo so, conosco tuo fratello da tanto, come conosco anche tua sorella e te."
What?
Io: "non ti ho mai visto in giro per casa, o in giro con i miei fratelli"
Tom: "non sono mai andato a genio a tuo papà. Ho conosciuto tua sorella quando era alle medie. Ho fatto un anno nella tua stessa scuola media"
Io: "non ti ho mai notato"
Tom: "sono andato via subito, quando i tuoi, beh, ecco, quando i tuoi.."
Io: "sono morti"
Tom: "si beh ecco, quando è successo, ero al funerale, però non mi hai notato, eri attaccata a Federico"
Io: "lo sono ancora ora. Forse di meno con la storia di Benjamin e sua morosa, ma lo sono."
Non abbiamo lo stesso rapporto che avevamo una volta, non siamo più quello che eravamo seriamente.
Quando i miei fratelli mi hanno lasciato la con lui, eravamo un'altra roba. Non c'era Fede senza di me , come non c'ero io senza di Fede.
Eravamo una cosa unica. Passavo più tempo a casa sua che a casa mia. Apparte che a casa mia non c'era nessuno, mi volevano più bene i suoi genitori che io per me stessa.
Non siamo più quelli di prima, siamo Margherita e Federico, conoscenti, amici legati o stretti.

Tom: "si beh, stavi sempre con quello e non mi hai visto."
Io: "vabbeh, ora possiamo dormire che ho sonno?"
Tom: "vuoi che rimanga qua?"
Io: "fai quello che vuoi, basta che mi lasci dormire."

Mi stesi sul letto, tirai le
Coperte fino al mento e chiusi gli occhi. Tommaso si stese difianco a me e fece lo stesso. Mi strinse in abbraccio, avvicinò la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò "buonanotte stronza" risi e mi accomodai.



HELLO!
Non dite it's me, grazie prego ciao.
Okay dai, altro capitolo. Ora comincio l'altro dai.
Guardate Ben e Fede alle 23:30 su Italia uno sta sera eeeh😏
Haloa belle, grazie!

16/02/2016
-Margherita.

Grateful ||Benjamin MascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora