Era tutto diverso dove vivevo prima,mi sentivo spaesata in una grande città. Mi sono lasciata alle spalle la mia vecchia vita, i miei vecchi amici e il mio ragazzo: Luca. Non volevo andarmene senza dire niente, ma la situazione era diventata troppo pesante da sopportare e senza tante cerimonie me ne sono andata.
Nessuno, dopo quello che è successo, sentirà la mia mancanza; perché mai dovrebbero?!
Era ottobre e a Seattle l'autunno faceva pesare la propria presenza. Una pioggerella leggera bagnava il vetro del mio vecchio pick-up rosso: non so come, ma aveva resistito al viaggio.
Non ho intenzione di stare molto a Seattle, solo il tempo necessario affinché si calmino le acque. Ho telefonato a mia zia che è appena partita da Phoenix e le ho chiesto di ospitarmi per qualche giorno: lei, con la sua solita allegria, m'ha risposto: "Certo tesoro, lo sai benissimo che puoi sempre venire a trovarmi! Un po' di compagnia mi farà bene, altrimenti Gru impazzirà a furia di sentirmi parlare!"
Mi zia Chelsie è la sorella maggiore di mio padre, lei è una persona strana, vive a Seattle da quando ha divorziato, circa 4 anni fa, non ne ero rimasta traumatizzata perché lei e Jason erano sposati solo da due anni . È una donna abbastanza alta, esile, e dalla separazione porta capelli corti riccissimi neri con delle sfumature blu , dice che una donna quando cambia taglio di capelli sente il cambiamento nell' aria ed era effettivamente così, si riprese subito dal divorzio ma sapevamo tutti che faticava .
È la persona più ottimista e allegra che abbia mai conosciuto, quando mio nonno si ammalò mi restò vicina... sapeva che per me era l'uomo più importante della mia vita, mi ripeteva che era solo stanco e anche se era in pensione continuava a lavorare per mio padre, io ci credevo... D'altronde avevo 6 anni, non potevo di certo pensare che avesse il cancro terminale. Dopo un mese mi lasciò, mi sentivo sola e abbandonata e mio padre decise di stare con me per qualche giorno, ne approfittai perché lui considerava il lavoro la propria vita , non lavorava per i soldi, quelli non ci mancavano per niente , vivevamo in una casa enorme nella periferia di Phoenix. Mio padre è il presidente e cofondatore della Sheppard Color Tecnology , un' industria che si occupa di nuove tecnologie e sviluppi di sistemi operativi.
Mio padre, Simon Sheppard, è un uomo riservato, silenzioso, privo di humour. Ma non è sempre stato così: è diventato cosi quando mia madre ci ha abbandonati devastandolo, avevo circa 14 anni, mio padre mi disse che non era colpa mia anche se io avevo da ridire, lei voleva i suoi spazi, si sentiva giovane e voleva divertirsi con persone come lei. Mio padre iniziò a lavorare di più, era sempre in ufficio, saltava la cena molto spesso e a volte non rincasava. Maddy, la governante, si occupava di me come se fossi sua figlia, non era solo un lavoro, era qualcosa di più per lei; io ne risentii molto nel primo periodo, mi chiusi a riccio, non parlavo con nessuno e i miei voti a scuola erano frutto del mio disagio. Mi sentivo abbandonata a me stessa, mio padre chiese a zia Chelsie di venire da noi per un po' e grazie al suo aiuto , e a quello della danza, superai quel periodo durissimo: la solitudine, l'abbandono di mia madre e la depressione di mio padre. Con il tempo mi abituai a questo stile di vita, non è la normale vita di un' adolescente ma me la cavavo.
Sono una ragazza silenziosa e timida, amo la danza più di qualsiasi altra cosa, è la mia valvola di sfogo, il mio lasciapassare dalla vita reale, quando danzo dimentico il resto e quello che mi fa più male; a ogni saggio o competizione davo il meglio di me come se il mio mondo dipendesse da quei volteggi vorticosi.
Non penso di essere una brutta ragazza, sono alta e snella, ho gli occhi verdi con delle striature grigie all' esterno, i miei capelli sono lunghi fino a metà schiena con dei boccoli color ambra alla fine, non ho mai voluto farmi tinte ai capelli perché a me piacciono un sacco come sono e poi temevo che un giorno sarebbero caduti tutti. Non avevo mai avuto un ragazzo, nessuno mi aveva mai fatto la corte, nessun primo bacio e niente appuntamenti in un Drive-In , ma Luca cambiò tutto... Ero al primo anno di liceo e mi sentivo spaesata, impaurita, non sapevo bene come comportarmi e il primo giorno di scuola arrivai in ritardo andando a sbattere contro un ragazzo spettacolare, rimasi imbambolata a fissarlo per qualche minuto forse troppi, e quando mi ripresi lui aveva un ghigno sornione sulla faccia, era il più bel ragazzo che avessi mai visto: muscoloso, altissimo, capelli biondo cenere accentuato da dei ricci che ricadevano sulla fronte, la cosa più spettacolare erano gli occhi, di un azzurro cielo luminosi e pieni di gioia. Fu amore a prima vista per me, si presentò e quel nome rimase impresso in me: Luca White, mi aiutò a superare il primo giorno e iniziammo a parlare, in realtà lui iniziò a parlare di se, io non raccontai granché a parte il mio amore per la danza.
Ci mettemmo insieme e ora, proprio oggi 8 Ottobre, facciamo 2 anni insieme, che brava ragazza che sono, abbandono il mio ragazzo il giorno del nostro anniversario, "Brava, Brava Isabel, sei proprio una brava fidanzata" la vocina nella mia testa non accenna a darmi tregua.
Basta vivere nei ricordi ora, è troppo tardi per rimediare,come disse Cesare: "il dado è tratto".
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Una Ricerca Infinita
Teen Fiction" Quando scopri che tutto ciò a cui credi è una menzogna , il mondo ti cade addosso " Isa sarà in grado di risalire il fondo facendosi aiutare dai suoi amici oppure cadrà nel baratro un' altra volta? Farsi aiutare non è mai semplice, ma una persona...