Mi sembra di essere in un incubo, un orrendo incubo... Sono in camera chiusa a chiave e continuo a sentire mio padre che mi intima di aprire, è arrabbiato ma io non so che farci, non doveva permettersi di dire certe cose di me anche se le diceva alla zia.
Ho bisogno di sfogarmi e voglio farmi male, è l' unica soluzione che mi viene in mente... Prendo la mia fidata lametta e mi incido il braccio, inizia a uscire un rivolo di sangue e lo guardo scendere sul braccio, piano piano inizio a calmarmi e vado avanti ancora altre due volte finché il mio braccio ormai non è diventato rosso.
Ho tentato di non pensare più a mia madre, me lo ero imposta; ho ancora impresso nella mente quel giorno: dovevo vedermi con Luca da Starbucks e io ero in anticipo, per portarmi avanti andai al bancone a ordinare due frullati e nel girarmi la vidi, uguale a qualche anno prima con la differenza che aveva i capelli color rosso anziché quel biondo cenere come il mio. Era sulle gambe di un uomo anziano, avrà avuto circa 50 anni, e la baciava come se la stesse divorando. Non volevo credere ai miei occhi e cosi la chiamai, lei si girò e i suoi occhi si coprirono leggermente di una patina velata; il signore guardò prima lei e poi me e in fine si girò di nuovo verso mia madre e le disse " non ti pago per dare corda ad una ragazzina sfigata ma per stare con me ". Alla sua dichiarazione rimasi scioccata e me ne andai, dimenticandomi dove fossi, di chi dovessi vedere e chi fossi io.
I giorni seguenti a quell' incontro furono orrendi: iniziai a uscire con compagnie poco raccomandabili, il mio carattere era pessimo e non ero più la piccola e tenera Isabel tutto studio e danza. Smisi di danzare e cominciai a bere quasi tutte le sere con i miei nuovi "amici", loro compivano piccoli furti e dopo qualche settimana mi integrarono del tutto nel loro gruppo facendomi compiere un' iniziazione, una semplice cavolata: rubare le mancie di un bar. Lo feci e ne seguirono altri, alcuni furti era gravi e altri meno, successivamente ho assistito mentre Jack, il "capogruppo" , picchiava uno dei nostri perché lo aveva insultato; da quell' episodio ne susseguirono altri. Luca non si accorgeva di niente, ci vedevamo la mattina a lezione e la sera lo liquidavo dicendo che non volevo uscire per lo studio o perché ero stanca; il mio sentimento per lui si è affievolito con il tempo, ora non penso di provare qualcosa e purtroppo mene sono accorta troppo tardi.
Mia madre mi ha ricontattata altre volte ma io ero immersa nel mio mondo di alcool, furti e dolore. L' ultima che ho combinato era grossa, anche per gli altri del gruppo ma loro volevano spaccare, sentirsi grandi e cosi accontentai Jack; abbiamo rubato in un centro commerciale, il piano era ci dividiamo e ognuno doveva uscire dal negozio con due cose: una che piaceva a noi e l' altra da condividere con il gruppo.
Doveva andare tutto per il verso giusto ma mi hanno incastrato, mentre stavo per uscire dal negozio una dei nostri si è messo ad urlare che avevo rubato, presa dal panico cominciai a correre per il centro commerciale e quando stavo per uscire una poliziotta mi atterrò facendomi sbattere la testa, passai la notte in centrale e il mattino seguente mio padre venne e mi pagò la cauzione. Inutile dire che era sconvolto, la sua unica figlia una delinquente ingrata, un adolescente arrabbiata con il mondo ma lui non poteva capirmi, quindi me ne sono andata ed eccomi qui a peggiorare la situazione.
Mi risveglio dai ricordi e noto con piacere che alla porta ormai non bussa più nessuno, meno male ... Guardo l' ora e mi accorgo che sono le 23.00, ormai non sento più il braccio ma lo fascio con una garza che ho nella borsa cosi copro i miei tagli che si rialzano dalla pelle.
Prima o poi dovrò uscire da questa camera , non posso passare la vita qui dentro e devo mangiare qualcosa; apro piano la porta e non sento nessun rumore, nessun vociare e cosi decido di andare in cucina. Cosi potrei sembrare una ladra, ma non ho intenzione di parlare con mio padre e mia zia, strano che non abbia visto Joe al mio rientro anche se non ho ben capito che parte faccia in questa casa e cosa centri con mia zia.
Appena entro in cucina noto che sul ripiano c'è un piatto di pasta con un biglietto sopra: "siamo andati a letto Isa, ti abbiamo lasciato comunque da mangiare", almeno sono stati gentili e mentalmente li ringrazio, metto il piatto nel microonde e inizio a mangiare. Ho bisogno di prendere aria e cosi esco, anche se è tardi ho bisogno di uscire e cosi mi incammino verso una stradina a cui non avevo ancora fatto caso, non ho idea di dove porti ma non importa. Sento il telefono vibrare nella tasca e mi rifiuto di rispondere, sicuramente sarà Luca che vorrà parlare ma io non me la sento ancora. Alzo gli occhi e mi trovo in un piccolo parco abbandonato, con qualche altalena qua e là e una panchina, mi sembra il posto perfetto per riflettere e stare soli cosi mi accascio su una panchina e mi metto le cuffiette con la mia playlist preferita: i Nirvana e i Muse, chiudo gli occhi e mi lascio andare alle lacrime, è tanto tempo che ormai non piango più e mi sembra di rinascere.Sento qualcosa che mi tocca la spalla e apro di scatto gli occhi, è l' ultima persona che vorrei vedere ma per gentilezza mi tolgo le cuffiette e ascolto:
<< Sai che questa è la mia panchina?!>> il viso di Rachel era rilassato al contrario del pomeriggio, e la sua voce pareva morbida e tenera.
<< Scusa, non sapevo ci fosse il tuo nome inciso sai. Ora me ne vado>>
<< Se vuoi puoi rimanere, con me intendo solo se te la senti ovviamente certo>> è nervosa, oggi quando l' ho incontrata non pensavo potesse avere questo lato vergognoso e insicuro.
<< Va bene Rachel, come mai sei qui tu? >>
<< Per te, mio fratello ti ha vista uscire di casa da sola e allora si è preoccupato e mi ha chiesto di venire a cercarti e ho immaginato fossi qui...ci vengo spesso anche io per pensare...>>
<< Tuo fratello mi avrà scambiata per qualcun a!trova, io non conosco nessuno di qui...>>
<< Isabel mio fratello è Joe...>>
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Una Ricerca Infinita
Teen Fiction" Quando scopri che tutto ciò a cui credi è una menzogna , il mondo ti cade addosso " Isa sarà in grado di risalire il fondo facendosi aiutare dai suoi amici oppure cadrà nel baratro un' altra volta? Farsi aiutare non è mai semplice, ma una persona...