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Per un attimo mi persi nei suoi occhi smeraldo,era bellissimo,come sempre. Senza pensarci gli feci la linguaccia,si alzò di botto e si avvicinò a me. -Piccola,tu non immagini quanto io voglia baciarti- mi sussurrò all'orecchio -Ma non qui- continuò. Gli sorrisi,la sua mano sfiorava la mia guancia e...

-Ragazzi cosa state facendo?- Urlò il professore diventando rosso dalla rabbia. -N..Niente professore- dissi diventando rossa dalla vergogna,per un attimo mi ero dimenticata completamente di essere a scuola. Intanto Edward si era andato a sedere al banco dietro di me. -Signorina Moore,se non le va di seguire la lezione,se ne può anche andare- disse con un tono minaccioso -E vale anche per lei,signorino Clark- Continuò. -Scusi professore,mi interessa questa lezione- dissi balbettando a bassa voce. -No,non ci interessa- esclamò Edward alzandosi dal banco e prendendomi per il braccio portandomi fuori. 

-Cosa stai facendo!? Mi interessava quella lezione- Sbottai infuriata. -Calmati piccola,ho visto come ti interessava la lezione,ricordati che mi stavi per baciare davanti a tutti- Disse ridacchiando. -Io ti stavo per baciare? Semmai tu!- Esclamai nervosa. -Dai,almeno un grazie per averti salvato da quella noiosa lezione di sociologia me lo merito no?- Disse con un sorrisetto malizioso. -Signorino Clark la ringrazio per avermi salvato da quella lezione- Dissi ridendo. -Signorina Moore accetto i suoi cordiali ringraziamenti,la posso invitare a cena questa sera?- Scoppiammo a ridere entrambi,mi divertiva stare con lui, pensavo fosse stronzo ma invece si era rivelato tutto il contrario. -Accetto molto volentieri signorino Clark- Mi piaceva questo gioco di sguardi e di battute,riuscivo ad essere me stessa con lui. -La vengo a prendere sotto casa alle otto,veda di essere puntuale- Disse prendendomi per i fianchi per poi darmi un bacio leggero sulla guancia. Ci guardammo negli occhi per qualche istante. -A dopo ragazzina- mi sussurrò all'orecchio per poi andarsene verso la macchina. 

Avevo altre due lezioni dopo quella di sociologia,ma in quel momento non mi interessava,dovevo andare a comprare qualcosa da mettermi per la sera. Decisi di chiamare Emery che però era ancora a lezione. Mi sedetti sulla rampa di scale davanti la classe di Emy aspettando la fine della lezione. 

Dopo qualche minuto suonò la campanella,vidi Emery uscire dalla classe. Per la prima volta in vita sua si era fatta una coda alta ma le stanchion sempre presenti. Indossava una camicetta a quadri nera e bianca sbottonata con una canottiera bianca dei leggings neri molto stretti che risaltavano le sue forme e un paio di stivaletti con il tacco. Era bellissima come sempre,e ogni volta che la vedevo la mia autostima calava direttamente sotto zero. 

-Che ci fai qui?- disse giocherellando con la penna che aveva tra le mani, si vedeva che era nervosa e agitata per Andrew,ma dovevamo assolutamente distrarci. -Vuoi andare a cercare Andrew?- mi chiese abbassando lo sguardo con un filo di voce. -No,assolutamente no!- Sbottai,ovviamente si,lo volevo andare a cercare ma lui ormai se ne era andato. -Come no?- rispose sorpresa. -No e basta. Dobbiamo distrarci un po,non possiamo permettergli di rovinarci la vita- Risposi soprattutto cercando di convincere me stessa. -Hai ragione- rispose accennando un sorriso. Non l'avevo mai vista così, di solito è lei quella che cerca di convincermi e di rallegrarmi. -Senti,andiamo al centro commerciale,non voglio sentire scuse- Esclamai. Lei annuì,andò a prendere le sue cose e ci dirigemmo verso la fermata dell'autobus. 

-Di solito sono io quella che ti deve sempre convincere a fare le cose,non me la racconti giusta! Sputa il rospo- Disse sorridendo. -Sta sera ho una cena,e voglio essere almeno presentabile- Ammisi ricambiando il sorriso. -E quando avevi intenzione di dirmelo? Con chi?- domandò incuriosita. -Troppe domande- dissi facendogli la linguaccia. -Ah si? Non me lo vuoi dire? Brava,brava!- disse facendo finta di mettere il broncio. -Te lo dirò dopo la cena- La rassicurai.

Continuammo a parlare per altri dieci minuti finché arrivò l'autobus. Appena arrivate andammo dirette dal parrucchiere,decisi di farmi lisciare i capelli con qualche boccolo sulle punte mentre Emery si faceva la messa in piega. Dopo di che corremmo a farci le unghie. Due ore dopo avevo le mani perfette, mi feci fare un french con qualche decorazione nera e Emery se le fece a mandorla completamente rosse. Nel frattempo si era fatta l'una,ci recammo al primo bar che trovammo, prendemmo due tramezzini io con prosciutto e formaggio e lei con pomodoro e mozzarella. Ormai erano le quattordici e ancora non avevo trovato nulla da mettermi per la sera,corremmo da una parte all'altra del centro commerciale.Nessun negozio aveva quello che volevo finché ne vidi uno di cui non sapevo l'esistenza, in vetrina c'era un vestito plissettato nero corto con la scollatura sulla schiena di pizzo, era perfetto. Entrai dentro il negozio e chiesi alla commessa se potevo misurarlo. Entrai in camerino e quando uscii Emery rimase a bocca aperta.

-Com'è?- Chiesi. -Sei stupenda!- Urlò Emery eccitata. Andai a pagare e facemmo un'ultimo giro prima di tornare a casa.

Appena arrivata mi cominciai a preparare,mi truccai con cura,mi misi il vestito e le scarpe con il tacco nere con qualche dettaglio di pizzo. 

Si erano fatte le sette e cinquanta,mentre aspettavo Edward sentii il cellulare squillarmi. Era un messaggio da 'sconosciuto',in un primo momento lo evitai ma continuavano ad arrivarmi messaggi

'Mi manchi'

'Mi dispiace per tutto'

'Spero che mi perdonerai presto'

'Ti voglio bene...'

La mia mente pensò subito ad Andrew 'Sarà lui? Magari torna? Gli manco?' . Sentii una lacrima scorrermi per il viso,ma per non rovinare il trucco mi asciugai subito. 'Mi manca più di ogni altra cosa ma ha deciso di andarsene,cazzo, basta pensarci Samantha!' 

Il suono del clacson mi risvegliò dai miei pensieri,era arrivato Edward.

Never give up.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora