Presi le chiavi e uscii da casa,scesi le scale a due a due per sbrigarmi. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che stavo uscendo con Edward,nemmeno una settimana fa mi era venuto addosso ignorandomi completamente. Ho perso Andrew,e non ho lottato per farlo tornare. Il clacson mi risvegliò dai miei pensieri,aprii il portone e inciampai sul gradino.
-Ei stai attenta- Esclamò Edward reggendomi e sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli,è bellissimo. -N..non,cioè non mi ero accorda del gradino- balbettai. -Beh,eppure è casa tua,lo dovresti sapere bene dove sono i gradini no?- Disse continuando a ridere. Annuii ricambiando la risata ricomponendomi e sistemando il vestito. -Cazzo- Esclamò, mi accorsi che mi stava fissando. -Cos'è successo?- chiesi con un tono preoccupato. -Sei bellissima- Disse prendendomi per un braccio avvicinandomi a lui. Improvvisamente calò il silenzio. Sentivo solo il suo respiro sul mio viso, eravamo a pochi millimetri,le nostre labbra si sfioravano.
-Entra in macchina- mi sussurrò all'orecchio. Ci guardammo per qualche secondo e lasciò la presa. Entrammo in macchina e la tensione tra di noi era palpabile,mi girai guardando fuori intravedendo dal finestrino Edward che mi fissava. Mi sentivo a disagio,ma stavo bene. Per passare il tempo mi misi a giocherellare con la mia collana.
'-Ei Sam!- Urlò Andrew -Oggi è un'anno che ci conosciamo,ed è anche il tuo compleanno,auguri diciassettenne- Continuò porgendomi una scatolina argentata. -Non dovevi,grazie- dissi in lacrime abbracciandolo -Aprilo,avanti- Esclamò staccandosi dalla mia presa. Aprì la scatolina argentata e rimasi a bocca aperta. -Ti piace?- Domandò Andrew sorridendo -Ma è bellissimo!- Dissi prendendo tra le mani la collana argentata con un ciondolo a cuore con un diamantino,e mi accorsi che ai lati c'erano scritti i nostri nomi. Nessuno aveva mai pensato a me e tanto meno a farmi un regalo così bello. Andrew mi prese la collana dalle mani e mi fece girare, -Non toglierla mai,chiaro?- Disse con un tono deciso e dolce mentre mi metteva la collana. Mi girai e mi buttai tra le sue braccia. -E tu promettimi che non te ne andrai mai- dissi tra un singhiozzo all'altro. Piangevo,ma non perché ero triste,ma perché non ero mai stata così felice in vita mia. -Prometto!-'
-Sam stai piangendo?- Mi chiese Edward. -Nono- risposi velocemente asciugandomi la lacrima. Stavo piangendo e nemmeno me ne ero resa conto. -Stai bene?- domandò Edward preoccupato. No,sto malissimo,tu non puoi capire nemmeno quanto sto male,mi manca Andrew,e invece di andarlo a cercare sto qui,non ho fatto nulla per riportarlo indietro e non gli sono stata vicino,mi fa male che lui riteneva Emery la persona più vicina a lui e anche la persona a cui teneva di più,cazzo! -Sto bene,tranquillo- Risposi con un tono non troppo convinto. -Sicura?- continuò. No non sono sicura -Si,sicurissima!- Esclamai fingendo un sorriso. Dopo qualche minuto Edward fermò la macchina.
-Siamo arrivati,scendi- Disse facendo un sorrisetto malizioso. Appena scesa rimasi a bocca aperta quando vidi il ristorante in cui mi aveva portata. Era il 'Bouley', uno dei ristoranti più lussuosi della città. -Tu sei pazzo!- Esclamai. -Ammettilo che ti piace su- Disse prendendomi per mano. -Si ma..- iniziai -Ho le mie conoscenze,tu non ti preoccupare- disse chiudendomi la bocca con la mano.
Non ero mai stata in un posto così bello,così esageratamente bello. -Papà- Esclamò Edward rivolgendosi a un signore di mezza età. -Oh chi si rivede,chi è questa bella fanciulla?- disse il signore. -Lei è la mia ragazza,Sam- Esclamò Edward. La sua ragazza? Ma cosa dice? -Che piacere,io sono Willy il padre di Edward- Disse stringendomi la mano sorridendo. -Il piacere è tutto mio- dissi ricambiando il sorriso. -Accomodatevi dove preferite- esclamò il padre indicandoci alcuni tavoli liberi.
Ci sedemmo su un tavolo all'angolo del locale che da quanto ho capito è quello dove Edward mangiava sempre.Non prestai molta attenzione al signore di mezza età avevo in mente solo le parole di Edward, 'lei è la mia ragazza',
-La tua ragazza?- chiesi a Edward una volta rimasti soli. -Scusami,mio padre non vuole che porto ragazze oltre alle mie fidanzate,è all'antica- si giustificò. Quelle parole,nonostante me le aspettavo mi avevano ferita e non riuscivo nemmeno a capire il perché. Continuammo a parlare finché arrivò una ragazza di più o meno vent'anni bionda con gli occhi azzurri con la pelle molto chiara,era veramente bella. -Ciao Janine- disse Edward senza nemmeno guardarla. -Ciao Edward- rispose lei altrettanto fredda. Mi sentivo fuori luogo in quel momento,come se non c'entrassi niente,ed era così. Non so in che rapporti stavano,e la cosa mi infastidiva parecchio. -Cosa prendete?- ci domandò la biondina. -Prendo quello che prende lui- mi affrettai a rispondere sorridendo. -Io prendo il solito- disse Edward. -Va bene- esclamò la cameriera andandosene. -E quale sarebbe il solito?- domandai facendogli la linguaccia. -Ragazzina che fai ricominci a farmi la linguaccia?- disse -E tu ricominci a chiamarmi ragazzina?- risposi a tono facendo finta di mettere il broncio. -Sei più bella quando sorridi- Ribadì subito.
-Tenete- Disse la cameriera poggiando i piatti sul tavolo. Non riuscivo a capire cos'era, avevo riconosciuto solo il salmone. -Cos'è?- chiesi a Edward indicando una salsa verde nel piatto. -Non te lo dico,tu mangia e dimmi se è buono- Esclamò ridacchiando. Continuammo a mangiare,nonostante non sapevo cosa c'era nel piatto era tutto buono.
-Ciao papà,alla prossima- Salutò Edward prima di uscire dal locale. Ci eravamo dimenticati entrambi dove avevamo parcheggiato la sua Audi TT.
Continuammo a girare a vuoto per almeno mezz'ora.
-Sono sicura che sta in quella via!- Esclamai con un tono convinto.
-Ci siamo già passati trenta volte su quella via- Disse sbuffando. Scoppiai a ridere vedendo la sua espressione. -Cosa ridi? Ho appena perso la mia macchina e tu ridi?- Disse prendendomi per un braccio avvicinandomi a lui. -Ti devi far perdonare in qualche modo no?- Continuò. -Forse- sussurrai all'orecchio continuando a ridere. -Forse? E' sicuro che ti devi far perdonare- Esclamò divertito. -Se lo dici tu- dissi mordendogli una guancia.
Il silenzio era ripiombato su di noi,le nostre labbra erano sempre più vicine fino a toccarsi,all'inizio in un semplice bacio a stampo che poi si trasformò in un bacio lento e passionale,le nostre lingue si accarezzavano. Non sapevo cosa provavo per lui, ma era una sensazione piacevole,mi sentivo bene.
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Never give up.
Romans'il punto è che lo amavo, lo amo e lo amerò sempre,è per questo che ho fatto ciò che ho fatto,potrei sembrare una stronza,menefreghista e insensibile ma in realtà è tutto il contrario'