-Questa pioggia proprio non ci voleva! -
-Già a chi lo dici, secondo te smetterà? -
-Sì tranquilla Giogio, sono solo nuvole passeggere, tra un po' finirà di piovere-
-Me lo auguro-.
I due riparati nella grotta, erano illuminati dalla luce artificiale delle loro torcie, avvolti dal nero di quello che prima era un tranquillo cielo stellato e dal gelido vento che col suo soffio fece venire i brividi a Giorgia
-Hai freddo Giogio? -
-Un po' ma tranquillo non è niente-
-Sicura? - le chiese Alessio tibutante, mettendole una mano sulla fronte e l'altra sulla sua
-Cavolo Giogio! Tu hai la febbre alta! -
-Davvero? Non mi sono nemmeno accorta... etciù! -
-Ti sei presa un brutto raffreddore, ecco prendi questa- le disse togliendosi la giacca e mettendogliela sulle spalle
-Ecco, così almeno ti riparerai un po' dal freddo-
- Grazie Ale ma tu? -
-Tranquilla, sono uno che non si ammala mai- le disse battendosi un pugno al petto, facendo alzare gli occhi a Giorgia con un sorriso; ma mentre stringeva ancora il ciondolo tra le mani, prese coraggio e gli chiese:
-Ale-
-Uhm-
-Senti cosa volevi dirmi prima?-
-Intendi prima che incominciasse a piovere?-
-Sì, ecco mi piacerebbe sapere cosa stessi cercando di dirmi-
Alessio, esitò un attimo, poi la guardò dolcemente e le disse-Beh stavo dicendo, che per l'appunto tu per me sei più di un'amica- poi le si mise più vicino, tanto che Giorgia arrossì di botto
-Vedi tu per me sei.. come una sorella-A quelle parole Giorgia si sentì più sollevata, ma allo stesso un po delusa anche se sapeva benissimo che non lo doveva esserlo affatto, ma che era meglio così
-Sai, sei la prima persona con cui mi sento così bene, non so perché, ma è come se ti conoscessi da una vita, anche se pare impossibile ti pare?- continuò Alessio
-Beh, se devo essere sincera anche io ti reputo più di un semplice amico... il fatto è che mai con nessuno, a parte con le gemelle, mi sentivo di potermi fidare così tanto, è come.. non so ma mi piace e basta-
Quelle semplici parole resero Alessio davvero felice, lui che nonostante abbia girato mezzo mondo e conosciuto chissà quante persone, sapeva che finalmente aveva trovato qualcuno cui l'amicizia sarebbe durata molto a lungo.
- Grazie Giogio- le disse con un tenero sorriso-Niente... oh guarda ha smesso di piovere!-
-Eh già, visto, ho o non ho sempre ragione? -
-Si forse... ma dimmi sai anche per caso che ore sono? -
-Vediamo, sono le 2 del mattino- disse guardando l'ora sul cellulare
-Oddio! È tardissimo! Su dobbiamo muoverci, prima che mia madre o mia sorella scoprano che non ci sono-
- Ma dai Giogio chi è così scemo ad andare in giro alle due del mattino? -
A quelle parole Giorgia non gli rispose, ma gli diede uno sguardo che lo intimava di tacere e che Alessio colse al volo.
-Meglio andare avanti-
-Ecco bravo-
.............
Intanto dalla stazione ferroviaria di Londra, era partito da meno di un'ora il treno per Vienna, pieno di persone che dormivano tranquillamente sognano di arrivare ben presto a descrizione, almeno tutte tranne due persone George Londen e suo figlio Marcel, il primo impegnato a compiere ricerche sul suo pc portatile, l'altro invece continuava a guardare il cellulare nonostante gli si leggeva in viso che aveva una lieve nota d'ansia.
-Papà-
-Sì Marcel-
-Manca molto per arrivare?-
-Siamo partiti da poco più di un'ora Marcel, mi sembra più che logico-
-Si ma non riesco a dormire, sono troppo agitato-
-Prova a contare le pecore-
-Ah ah divertente-, -Piuttosto perché non spegni quel maledetto computer? È da quando siamo partiti che hai gli occhi attaccati allo schermo-
-Non posso, sai che ho del lavoro da fare, e comunque non ti preoccupare, il paese dove andremo è un posto tranquillo, e poi saremo nella stessa scuola pensa un po-
-Wow evviva- disse in tono sarcastico
-Senti Marcel, lo so che sarà difficile all'inizio, ma poi vedrai che ti ambienterai-
-Si come tutte le altre volte che abbiamo traslocato- disse a un certo punto Marcel a bassa voce, per non farsi sentire dal padre, ma a quanto pare non aveva pronunciato quelle parole abbastanza silenziosamente
-Marcel! Quante volte ti ho detto di non ricominciare questo argomento! -Marcel, sentendo il tono con cui il padre gli stava parlando, capì che aveva un po esagerato, di certo non era colpa sua se dovevano continuare a spostare
-Scusa papà.. è che sono spaventato, è successo tutto così in fretta, la mamma se ne è andata da poco, noi che ci continuiamo a trasferire, non credo di riuscire a sopportare tutto ciò-
George, diede un occhiata al volto di suo figlio, attraverso le lenti dei suoi occhiali, notando un'espressione sia dispiaciuta, che intimorita allo stesso tempo.
-Marcel... lo so che tutto questo è molto difficile per te, ma lo è allo stesso modo anche per me, ma tranquillo ti prometto che questa sarà l'ultima volta che ci spostiamo-
-l'ultima volta? -
-l'ultima volta-
-lo spero tanto papá... Buona notte-
-Buona notte Marcel-
George aspettò qualche minuto, e quando vide che anche il figlio si era abbandonato a quella tentazione di riposare a cui il resto del treno era caduto, sempre attraverso i suoi occhiali, si mise a scrutare la figura del figlio mentre riposava beatamente
-Oh Marcel, sei identico a me a quando avevo la tua etá, stessa voglia di scoprire il mondo, ma allo stesso tempo, paura del futuro, di cosa potrà mai succedere... - penso George tra sé e se, riposando lo sguardo sul suo pc ancora acceso che segnava le 2:10 di notte, finché all'improvviso non emise un suono.
George andò subito ad aprire le e-mail con la speranza che non sia altro lavoro da smaltire, ma fu sollevato a vedere che in realtà si trattava solo di un'e-mail, che diceva:-"Ehi George, ci sono novità.
X" --Ci terremo a contatto nel tempo.
G- scrisse e inviò, poi rimase qualche minuto a fissare una foto in allegato all'e-mail, finché non spense il pc e andò a riposare anche lui, ma prima diede un'ultima occhiata a suo figlio, pensando -Sarà l'ultima volta Marcel... l'ultima volta... -.....................
-Eccoci arrivati finalmente, non ne potevo più! -
-le 2:15, visto giogio? Stai al mio fianco e tutto andrà bene-
-Si si, allora saresti così gentile ad aiutarmi a salire? -
I due andarono sotto al balcone e alzarono la scala, nascosta dietro l'erba, posizionandola accanto al balcone come fecero prima per far scendere Giorgia
-Ecco a lei madame-
-Grazie mille.. Oh e eccoti la giacca- gli disse porgendogliela
-Niente, ma ora è meglio che vai a riposare, prima che la febbre si alzi-
-Si signore-
Arrivata al balcone, Giorgia fece segnale ad Alessio di nascondere la scala dov'era prima e salutandosi con la mano, lo vide allontanarsi sempre di più.
Cambiatasi velocemente, prima di andare a letto, prese dalla tasca il suo nuovo ciondolo, e lo mise con cura nel portagioie.
Ma a tal punto che stava per mettersi a dormire, ecco che inciampò in qualcosa e cadendo emise un tonfo che dal rumore fece entrare di scatto Brigitte nella stanza, che a vederla emise un sospiro di sollievo-Giorgia tutto bene? -
-Si sono solo caduta.. ehm da letto- si sbrigò a dire - ma dimmi tu che ci fai alzata a quest'ora? --eh niente, ero scesa a bere un bicchier d'acqua-
-Con la torcia? - le fece notare Giorgia indicandogli l'oggetto che Brigitte teneva ancora in mano
-Oh, no è che lo trovata sul tavolo e la stavo rimettendo a posto finché non ho sentito quel rumore-
-Si scusa Bibi-
-Niente, torna pure a dormire, buona notte-
-Notte-.
Finalmente Giorgia poté riuscire a dormire, finché la sveglia non suonò dopo le ore che passate velocemente, fecero pensare a Giorgia di aver dormito solo per pochi minuti.
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Ho deciso... voglio volare!
General FictionUn ragazzo con un sogno nel cassetto, una ragazza che non ha ancora trovato la sua strada e una sorella che custodisce nel cuore un triste ricordo. Tutti questi 3 personaggi, anche se sono molto diversi tra loro, qualcosa di inaspettato e profondo...