Quando le incontrai

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Appena Giorgia gli fece il segnale, Alessio nascose la scala nell'erba, esattamente come era prima.
La salutandola e si diresse verso il tendone del circo.
Era sicuro che nessuno fosse ancora sveglio visto l'ora, ma a quanto pare si sbagliai.
Vide una figura nella penombra, illuminata da una fievolle luce, proveniente da uno dei riflettori.
La figura era più o meno alta quanto un uomo, e solo avvicinandosi, Alessio poté che in realtà si trattava solo di suo zio Claus.
- Ah.. sei tu zio-
-Felice di vederti anche io ale- gli rispose lo zio con fare ironico
-Scusa è che credevo.-
-Che fossi tuo padre vero?-
Alessio rimase in silenzio, come a confermare ciò che lo zio aveva appena presupposto
-Ale, lo sai che tuo padre è molto indaffarato, ma tranquillo ritornerà-
-Sì alla fine dello spettacolo, poi tipartiremo e quando saremo arrivati in un altro paese se ne andrà di nuovo-
-Lo sai che la sua ricerca non avrà fine, finché non avrà trovato ciò che cerca-
- Zio è da quando sono nato che continua a cercare. Se non ha ancora trovato niente, forse è meglio lasciar stare, non credi zio?-
- Io non posso rispondere a questa tua domanda, visto che non so cosa si prova ad aver perso una cosa così importante, ma se fossi nei panni di tuo padre di certo anche io continuerei la ricerca, senza ascoltare i giudizi di nessuno. Questo lo capisci? -
-Si, ma a volte, vorrei che questa stupida ricerca avesse una fine-
-E chi dice che in realtà la fine non sia solo l'inizio di qualcosa ancora più grande? -
Alessio si voltò, dandongli le spalle
-Non lo so zio, forse è così ma ho dei dubbi a riguardo- non sentendo la risposta Alessio si girò, vedendo che lo zio era sparito
-Proprio un bel numero zio, qualche volta mi devi insegnare uno dei tuoi trucchi da mago-

7:00 del mattino, Villa Rosa.

Giorgia era ancora a letto, dopo che aveva rinchiuso quella sua dannata sveglia nel cassetto, cercando di ignorare il suo continuo trillare.
Quella notte aveva dormito pochissimo, e di certo la sua fronte bollente e il suo forte mal di testa erano i segnali di un bel raffreddore.
-Ehi Giorgia sei ancora a letto? - chiese Brigitte, entrando nella camera
-Su dai alzati, altrimenti farai tardi-
-No Brigitte, oggi non mi sento molto bene-
-Uhm, sicura?- si avvicinò al letto e le poggiò le labbra sulla fronte, per poi staccarsi dopo un istante
-Giá, mi sa che hai qualche linea. Va bene se vuoi rimani pure a casa, ci penso io ad avvisare la scuola-
-E la madre? -
-Lei è già al lavoro, poi le manderò un messaggio-
-Ok grazie Bibi-
-Riposati mi raccomando, ci vediamo oggi quando torno, ciao-
-Ciao-
E scomparve, dietro alla porta.
Seppur quel mal di testa, non le permetteva di concentrarsi abbastanza, ma almeno poteva ripensare a ciò che successe la sera precedente. Se non fosse stato per la pioggia, ora sarebbe già a scuola, dove appena vaecata la soglia, le gemelle l'avrebbero assalita riempendola di domande su com'era andato l'appuntamento.
Poi pose lo sguardo verso la porta-finestra, dove un venticello giocava tra i tubicini di ferro, dell'acchiappasogni, così infondendo un piacevole tintinnio, mentre il sole si divertiva, attraverso le stelline blu, a creare i riflessi sulla parete.
Guardando l'acchiappasogni, Giorgia pensò alle gemelle
- Mi sa cosa staranno facendo a quest'ora- pensò tra sé. Di certo erano molto cambiate dal giorno in cui si erano conosciute. Il primo giorno di scuola.

-Come dimenticarsi? Avevo solo sei anni, quel giorno Brigitte mi aveva preparato un bel vestitino fucsia, uno dei suoi primi lavori.
Non vedevo l'ora di iniziare la scuola elementare, fu durante la ricreazione pomeridiana che le incontrai. Io ero da sola con in mano la corda per saltare, con lo sguardo alla ricerca di qualcuno che volesse giocare con me, finché non vidi due ragazzine giocare a campana. Entrambe avevano gli occhiali, una era bionda, aveva una maglietta azzurra e la gonna rosa, invece l'altra era mora e aveva la maglia rosa e la gonna azzurra.
"Proprio l'una l'opposta dell'altra" pensai.
Mi avvicinai a loro con la corda in mano e le salutari
-Ciao- dissi
-Ciao- mi risposero all'unisono. Sfido chiunque a non dire che quelle ragazzine non fossero gemelle.
-Scusate ma voi siete gemelle? -
-Sì, come l'hai capito? - mi chiesero
"Ah beh, togliamo il fatto che siete identiche, vestite uguali ma opposte, parlate persino in coro, direi che non c'è troppa scelta o lo eravate oppure una di loro era stata clonata in modo diverso" ma per evitare di passare da "miss sapientona" risposi soltanto
-Intuito-, - Io sono Giorgia e voi come vi chiamate? -
-Io sono Amelia- disse la mora
-E io sono Clarissa, ma chiamami pure Clar- rispose la bionda
-Hai un bel vestitino, dove lo hai preso? - mi chiese poi, guardando il mio vestito
-Ah, lo ha fatto mia sorella, lei sta studiando per diventare una sarta-
-Wow è proprio carino- mi disse Amelia
-Grazie, se volete posso chiedere a mia sorella di farne anche per voi
- Lo faresti davvero? - chiesero incredule
- Beh perché no? Ora siamo amiche giusto?-
-Giusto-
-Oggi viene a lei a prendermi, se volete potete fare dei disegni per farle vedere come li volete-
-Si va bene-
- Non sto più nella pelle! Grazie Giogio! - disse Clar abbracciandomi forte
-Aspetta come mi hai chiamato? -
-Beh volevo darti un nomignolo carino, così ho pensato a Giogio. Perché non ti piace? -
-No no anzi è molto carino grazie. Ora che ne dite di saltare con la corda? -
-Si dai-, - Perché no? -
-Arancia, limone... -

-È strano pensare che adesso Clar è una delle ragazze più popolari della scuola, mentre Amelia è una delle più intelligenti.. Io.. chi sono? In questi anni sono sempre rimasta uguale, loro due invece sono cambiate, ora sono qualcuno, loro hanno le idee chiare di cosa vogliono diventare.. Io invece?...-
E mentre Giorgia continuava a riflettere, a poco a poco le sue palpebre stavano cedendo, facendo cadere Giorgia in un lungo sonno.

10:15

Giorgia si svegliò dopo una profonda dormita, anche se non aveva mangiato, quella sera non aveva molta fame.
Si alzò dal letto, cercando di dirigersi verso la scrivania, dove vi era il portagioie. Lo aprì ed estrasse il ciondolo, che si legò al collo.
Poi si mise seduta sul letto e accese il cellulare, che a momenti sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro per tutti i messaggi che aveva ricevuto

-Wow. 34 messaggi dalle gemelle e 1 da parte di Alessio, strano il messaggio è stato inviato proprio ora. "Apri il balcone e aspetta".
Ah beh se lo dici tu ale-
Si diresse verso la porta-finestra, la aprì

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