Da qualche parte sull'appennino tanto tempo fa viveva un pastorello di nome Paolino.
Quando aveva 10 anni, Paolino andava spesso con il suo papà a portare le pecore al pascolo, insieme anche ad un bel cane pastore di razza mista, grosso e bianco di nome Jac, a cui era molto affezionato. A volte portavano con loro anche la sorellina più piccola, Camilla.
Camilla adorava quei momenti. Momenti in cui le era concesso di fare delle cose da grandi e da maschi, anche se giunta nei prati passava il tempo a giocherallare sopratuttto con un agnellino, nato da un paio di mesi che aveva chiamato Pucci.
I due bambini trascorrevano delle ore felici soprattutto in primavera avanzata, giocherellando con il cane Jac e con l'agnellino Pucci.
Camilla e Paolino andavano a scuola solo il pomeriggio. Non era una vera scuola. La scuola vera era molto lontano e nessuno poteva accompagnarli. Andavano a studiare dal parroco della chiesa li vicina, sperduta anch'essa tra i monti.
Il parroco, Don Giulio, insegnava a tutti i bambini della zona che riusciva a raggiungere la chiesa, che compreso Camilla e Paolino erano in tutto 7 bambini di diverse età. Gli insegnava a leggere, a scrivere, a fare i conti, un po' di storia e geografia , e tante altre cose. Non aveva tanti libri , e Don Giulio gli insegnava utilizzando anche le letture della bibbia, che raccontava a volte come delle favole e a volte come dei veri fatti storici che avevano cambiato il mondo. Paolino ed Camilla si appassionavano ai racconti del parroco.Un giorno il parroco raccontò la storia di Abramo, che per amore di Dio stava per sacrificare il suo unico figlio Isacco. La storiella biblica aveva molto colpito Camilla, tanto che nei giorni seguenti aveva più volte ridomandato a Paolino perchè dio avesse chiesto una cosa così brutta e voleva continue conferme che Dio avesse veramente fermato Abramo. Paolino cominciava un pò ad annoiarsi e più volte era sul punto di dire che Isacco non si era salvato, ma non lo fece
Idue dormivano nella stessa stanza. Una sera che Paolino si sentiva un po' più birbone del solito, cominciò a dire a Camilla che, come Abramo era disposto a sacrificare Isacco per amore di Dio, anche i figli devono trovare il modo di dare prova dell'amore e della fedeltà ai genitori, e che pertanto se voleva dimostrare di volere veramente bene alla Mamma poteva per esempio sacrificare Pucci, buttandolo nel lago. Questo sacrificio sarebbe stato sicuramente molto apprezzato dalla mamma e dal papà. Camilla, restò per un attimo attonita seduta sul letto, e poi cominciò a urlare: " sei cattivo, non ci credo , non è vero" e iniziò a piangere forte spaventata dal pensiero di dover sacrificare Pucci. Paolino, vista la reazione di Camilla intuì di averla fatta grossa e cercò disperatamente di calmarla prima che la mamma si accorgesse che stesse succedendo qualcosa.
Ma ormai era troppo tardi.
La mamma entrò in camera e Camilla in lacrime cominicò a raccontare tutto. Paolino cercò di scusarsi dicendo che era uno scherzo innocente, ma la mamma lo guardò con forte disapprovazione.
La mamma prese allora tra le braccia Camilla e la rassicurò sussurandole all'orecchio parole dolci e promettendole sottovoce che l'indomani avrebbero riparlato con il fratello birbone.
La mattina dopo, i bambini scendono in cucina a fare colazione, come ogni mattina. Ma mentre inzuppava i biscotti nel latte, Paolino si rende conto di non sentire l'abbaiare del cane, si rende conto che Jac non era li fuori dalla finestra come tutte le mattine abbaiando di tanto in tanto per attirare la sua attenzione, seduto in attesa di vedere il suo padroncino alzarsi dalla tavola per andare fuori da lui. Preoccupato Paolino disse alla mamma "dove Jac?" e senza aspettare la risposta corse fuori a cercarlo. Dopo qualche minuto torno' in casa piangendo e farfugliando tra le lacrime che il papà aveva dato via Jac perchè un amico ne aveva bisogno.
Paolino piangeva disperato. Camilla gli si avvicinò, gli mise il braccio sulle spalle come per abbracciarlo e dolcemente gli sussurrò, "non piangere, la mamma ha detto che è stato uno scherzo per insegnarti qualcosa". Entro' a quel punto il cane in casa accompagnato dal papà e la mamma disse a Paolino con tono amoroso ma fermo:" hai visto che non tutti gli scherzi sono divertenti. Non è bello uno scherzo che fa ridere solo chi lo fa, dopo un po', deve far ridere anche chi lo subisce" .
Paolino tra le lacrime inarrestabili per la paura presa, annuisce e abbozza un sorriso, felice di riabbracciare il suo cane.La mamma teneramente lo guarda e lo consola, certa che avrebbe ricordato la lezione!