Pov's Blake.
Tra le sue braccia mi sentivo protetto da quello schifo di mondo che mi circondava. Mi sentivo di nuovo bambino, vulnerabile ma al sicuro come avvolto da ali morbide che mi fasciavano completamente.
Mi rifugiavo sempre da lei quando ero furioso, riusciva a calmarmi come nessun'altro sapeva fare senza che io le dicessi nulla. Mi conosceva meglio di chiunque altro.
D'altronde eravamo sempre stati io e lei contro il mondo.
"Mamma." Sussurrai mentre lei mi accarezzava i capelli. Eravamo seduti sul divano a fissare la televisione spenta ascoltando i rumori della notte da ormai non so quanto tempo. I grilli cantavano, il bambino dei vicini piangeva disperato ormai da venti minuti senza che nessuno gli desse retta e di tanto in tanto un' automobile sfrecciava lungo la strada. Tutti suoni conosciuti, tutti i suoni della mia infanzia, suoni che non avrei mai dimenticato.
"Dimmi tesoro." Non si mosse, sembrava incantata, con lo sguardo fisso alla tv. Non sapevo neanche io perché l'avevo chiamata ma volevo sentire la sua voce. Era stata una giornata un pò particolare e non ero andato a trovarla come facevo solitamente tutti i giorni e mi sentivo in colpa.
"Come stai?" Chiesi sempre con voce bassa per non rompere del tutto quel silenzio strano che si era creato.
"Sto bene, pensavo venissi a trovarmi prima." Disse sorridendo nel buio, era sempre gentile la mamma, sia con me che con gli altri, solo quando le prendevano le crisi era violenta ma poi mi chiedeva scusa almeno per una settimana.
"Ho avuto dei contrattempi oggi per qusto sono venuto ora. Perchè non dormivi, sono le tre si notte?" Dissi a modi rimprovero anche se ero solo preoccupato, non era mai un buon segno quando non dormiva.
"Non riuscivo a dormire, mi faceva male la testa." Ammise senza peró sembrare troppo preoccupata.
"Sono ricominciati i dolori?"
"Non troppo, sono sopportabili, è sopportabile per adesso." Mi abbracciò più stretto rassicurante, ma io non ero sicuro per niente, troppe volte aveva detto che i suoi dolori erano sopportabili e poi l'avevo ritrovata a vagare in giro in preda a una crisi d'astinenza in cerca di qualsiasi cosa fosse gravemente dannosa per se stessa.
Mi ero sempre preso cura di mia mamma, l'avevo vista piangere, urlare, gridare, mettere sottosopra la casa ma io mi ero comunque preso cura di lei, persino quando mi urlava di andarmene, di non tornare più, quando mi buttava fuori dalla porta. Io mi sedevo li fuori e aspettavo, aspettavo perché la mamma apriva sempre la porta e mi riportava dentro tra le sue braccia riempiendomi di baci.
"Vuoi restare qui a dormire?" Mi chiese dolcemente.
"No mamma, vado a casa, domani devo alzarmi presto, vado a correre con Jim prima degli allenamenti." Mi alzai dal divano.
"Il tuo presto non è mai prima delle undici. Salutami Jim che è molto che non si fa vedere." Fece per alzarsi e vista la fatica l'autai e l'adagiai sul letto già sfatto. Quella casa era praticamente in rovina ma lei non voleva che la sistemassi, diceva che le ricordava me.
"Passo domani mamma." Dissi dandole un bacio sulla fronte.
"Buonanotte Tesoro." Dissi strascicando le parole quasi addormentata.
Chiusi la porta a chiave e mi diressi alla moto.
La strada tra casa mia e quella di mia madre non era lunga perciò ci misi decisamente poco per fare il tragitto.
Mi infilai nel letto ma non riuscivo a chiudere occhio. Avevo mille pensieri in testa. Non era mai successo che mi smontassi così, e la cosa mi innervosiva parecchio, soprattutto perchè era Lena a saperlo; poi c'era mia mamma e i suoi dolori, stavano riniziando e tutto per colpa di quel coglione. Stava andando tutto bene, ero quasi riuscito a farla stare meglio e poi lui si era dovuto mettere in mezzo e io ho dovuto ricominciare tutto da capo.
STAI LEGGENDO
Love The Way Your Lie
RomantikHai mai amato qualcuno così tanto da riuscire a malapena a respirare quando eri con lei? E di tutte le altre che hai incontrato nessuno era come lei. Hai quel sentimento di calore, e ti vengono i brividi quando pensi a lei. Ora stai maledettamente...