Capitolo 21

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Pov's Blake.

"Perchè non me l'hai detto Hanna?" Chiesi furioso sbattendo lo sportello della macchina.

Avevo deciso di accompagnarla a casa, l'avevo vista impaurita e non volevo lasciarla in quel posto da sola, ma soprattutto volevo sapere di più.

"Non potevo." Balbettò ancora nervosa.

Dovevo smetterla di urlare altrimenti non avrei concluso niente.

"Devi raccontarmi tutto." Dissi cercando di rimanere calmo respirando profondamente.

"Io non so se posso." Si contorse le mani nervosamente.

"Hanna, per favore." Era frustante doverla implorare. Io non imploravo mai.

"Perchè ti interessa." Chiese guardandomi,forse per la prima volta, negli occhi da quando l'avevo vista.

Dio, cosa le costava parlare e basta.

"Non farti strane idee Hanna, voglio solo sapere, e poi quel tipo mi sta veramente sul cazzo, è un egoista pallone gonfiato che si crede più forte di quello che in realtà è, voglio avere un pretesto per mettergli le mani addosso e lasciarlo per terra.

"È per quello che ha fatto all'incontro?"  Possibile? Adesso voleva chiacchierare? E per di più di cose che non la riguardavano. Erano così incomprensibili le donne.

"Si Hanna." Dissi frustrato massaggiandomi le sopracciglia.

"Ti piace proprio quella Megan." Spalancai gli occhi alla sua affermazione.

Non mi piaceva Megan. Assolutamente no.

"No. Assolutamente no. Ha sfidato il mio orgoglio e io ho solo risposto. Ora vattene, siamo arrivati." Partii che lei era ancora, praticamente, attaccata allo sportello ma lo stesso mi salutò con la mano sorridendomi.

Cosa gli faceva pensare che a me piacesse quella riccona del cazzo, era un'insopportabile so tutto io che ovviamente mi sarei fatto, ma che poi avrei scaricato senza pensarci due volte.

*

La casa della mamma mi appariva ogni giorno più malandata, soprattutto adesso che lei si stava lasciando andare.

Tutto era come l'avevo lasciato il giorno prima, tra cui lei. Chissà se aveva dormito almeno qualche ora, ma a giudicare dalle occhiaie che aveva non si era fatta neanche qualche minuto di sonno.

"Mamma sono passato a trovarti." Dissi sedendomi sul divano accanto a lei.

Non si voltò, non fece nulla, era completamente persa in se stessa, nel vuoto, che avevo paura  si dimenticasse di respirare.

Mi guardai intorno sospirando frustrato per quella situazione e lo sguardo si posò su quell'armadio che  tanto odiavo ma che tante volte mi aveva salvato.

"Non voglio uscire." Ero piccolo e tiravo forte la maniglia verso di me, anche se avevo chiuso a chiava la porta, perchè Lei continuava ad urlare.

"Blake aprimi immediatamente ed esci di li."  Continuava a bussare a sbattere e io avevo così paura.

"Voglio la mamma." Piagnucolai.

"Sono qui fuori stupido, aprimi."

Scossi la testa per scacciare via l'immagine di Lei e dei suoi occhi così incavati da sparire quasi completamente nelle orbite e le guance scavate che la facevano sembrare uno scheletro. Non volevo  pensarci.

" Lena se nè andata dal nostro gruppo sai?! Ora se ne sta con quel The Monster." Dissi facendo una smorfia di disgusto. Ma lei non si mosse.

"L'ho battuto allo scorso incontro. Aveva messo Megan in palio per chi avrebbe vinto e io non potevo di certo lasciarla a lui."  Sorrisi tra me e me ripensando alla scena della ragazza sulla mia spalla mentre la portavo via trionfante.

Love The Way Your LieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora