Capitolo 14

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Pov's Megan.

"Ma proprio adesso doveva annuvolarsi?" Strillai mettendomi a sedere e sradicandomi senza troppa eleganza le cuffiette dalle orecchie.

Per una volta che volevo stendermi per prendere il sole non poteva annuvolarsi così, non era giusto.

Infatti l'ombra mi aveva travolta completamente senza lasciarmi neanche uno spiraglio di sole.

Riaprii gli occhi e con mia sorpresa il cielo non era per niente nuvoloso ma la figura alta e slanciata di John mi si era piazzata davanti, e, a giudicare dall'espressione sul viso e dalle rughe sulla fronte, non era per niente allegro.

"Dobbiamo parlare." Disse incrociando le braccia al petto.

Ero ancora troppo arrabbiata per poter parlare con lui e per giungere ad una conclusione civile, io avrei strillato, lui avrebbe corrugato la fronte più di come stava facendo adesso, mi avrebbe parlato calmo e io avrei iniziato ad urlare ancora di più perchè odiavo quando io strillavo e le persone mi parlavano tranquillamente, non era equa come cosa.

 Lo sapevo come ero fatta e non potevamo parlare.

"Non vedi che sto prendendo il sole John? Spostati." Dissi acida soprattutto per farlo innervosire e farlo andare via.

Vai via, vai via, vai via.

"Megan, dobbiamo parlare." Insistette.

Possibile che non riusciva a capire quando non era il momento? Non volevo parlare e basta. Non mi sembrava così difficile da capire.

"Devo stare più attenta, e se per caso qualcuno ci vedesse parlare? Cosa penserebbe, John?" Dissi acida guardandolo dritto negli occhi con aria di sfida. Volevo provocarlo così magari si sarebbe arrabbiato e se ne sarebbe andato.

"Tuo padre è in ufficio e tua madre ha un pranzo con delle amiche, qua non c'è nessuno oltre io e te Piccola Stronza, non provocarmi." Disse serio ma anche leggevo nei suoi occhi un vago divertimento.

Questa era una delle cose che non sopportavo di lui, io cercavo di fare l'acida e mandarlo via invece lui rideva, rideva di me e io non lo sopportavo.

"Può vederci Thomas, o Mariette. Devo stare più attenta, non possiamo rischiare di essere visti insieme." Dissi sputandogli praticamente addosso ciò che aveva insinuato il giorno precedente.

"Thomas é con tua madre e Mariette non so per quale assurdo motivo ti adora." Disse alzando gli occhi al cielo visibilmente divertito da quel fatto. 

"Io sono adorabile ecco perché Mariette mi adora." Dissi fingendomi indignata per il suo commento. Ero divertita ma non glielo avrei detto. Non poteva passarla liscia sempre. 

"Sei adorabile come una sedia fatta di cactus." Disse ridendosela allegramente.

Questo stronzo. Io ero adorabile e su questo non si poteva discutere.

"Resta il fatto che io non parlerò con te." Dissi voltandomi di schiena.

Quando mi mettevo in testa una cosa nessuno poteva smuovermi, ottenevo sempre quello che volevo in un modo o nell'altro, e questa volta non sarebbe stato differente. 

Forse si... visto che ti stai ammorbidendo.

E tu chi sei? Esci dalla mia testa!

Io sono la tua testa, non puoi farmi stare zitta.

Posso sempre ignorarti.

Ora cos'era questa storia.

E poi perchè ti sei fatta sentire solo adesso?

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