Capitolo 6

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Pov's Megan.

"Meggie."

"Porca troia John, mi hai fatto prendere un colpo!" Il giardiniere si stava arrampicando per salire sul tetto mentre io ero immersa nei miei pensieri d'odio verso i miei genitori. Mi aveva fatto davvero prendere un infarto quel bastardo.

"Hai sentito l'odore eh!? Cane Da Tartufo!" Risi di lui sventolando la canna come fosse una bandiera. Era arrivato proprio nel momento giusto.

"Sta zitta Piccola Stronza." Mi spinse lievemente ma senza farmi perdere troppo l'equilibrio o sarei caduta, e lui non avrebbe mai voluto che io cadessi. Mi voleva bene anche se non l'avrebbe mai ammesso. Era come me John, riservato e oserei dire anche misterioso.

"Sei stato tu lo stronzo prima a ridere di me." Dissi passandogli lo spinello dopo aver fatto, però, un altro lungo tiro giusto per levargli un pò del suo piacere.

"Non volevo essere stronzo dai perdonami piccola Meggie." Mi pregò ridacchiando lo stronzo.

"Non chiamarmi Meggie lo sai che lo odio." Protestai.

"No che non lo odi."

"Oh si invece." Non era del tutto vero ma adoravo prenderlo in giro, non gli avevo mai detto che in realtà non mi dispiaceva e mai lo avrei fatto.

Non parlò più, se ne stava fermo ad osservare il cielo anche se in realtà al cielo, probabilmente, non c' aveva neanche fatto caso, e io non avevo proprio voglia di rompere quel silenzio rilessivo che si era creato tra di noi.

Il cielo andava piano piano a scurirsi e le stelle stavano inizianto a riempirlo di piccoli diamanti che splendevano insieme alla luna che gli faceva da protettrice. L'avevo sempre immaginata così la luna, un eroina guerriera che proteggeva le sue piccole stelle come una mamma premurosa protegge i sui bambini.

Adoravo quest'immagine  che la mia mente aveva creato, in questo modo mi sentivo un pò più protetta sperando che un giorno anche io sarei stata una di quelle stelle. Che anche io sarei stata protetta da quella dolce luna.

Ma intanto chi mi avrebbe protetto, chi sarebbe stato la mia luna?  

"John." Dissi guardando l'infinito di luci della città che mi si estendeva davanti come un altro cielo.

"Dimmi Meggie." Mi rispose probabilmente ancora immerso nei suoi pensieri. Chissà cosa pensava.

"Quante volte devo dirtelo." Protestai senza neanche pensarci.

"Perchè riesci a rovinare tutti i momenti." Rispose sorridendo anche se ancora non mi guardava.

Aveva ragione, potevo far correre per una volta ma non ci avevo proprio pensato, ero così abituata a  rimproverarlo per questo fatto che mi ero completamente dimenticata ciò che avrei voluto dirgli.

"Sono un talento in questo." Gli diedi una botta con la spalla facendo finta di niente.

"Cosa volevi dirmi?" Chiese facendomelo ritornare in mente.

"Perché non mi adotti?" Chiesi seria guardando il vuoto. Glielo chiedevo da tempo ormai e non capivo perché continuava a rispondermi di no. Stavamo bene insieme io e lui. Un anno gli avevo  persino portato il modulo per l'adozione ma lui si era messo a ridere e mi aveva detto che non si poteva e avevo la netta sensazione che anche questa volta sarebbe stato così.

"Non si può Megan." Disse come tutte le volte. Orami non mi arrabbiavo neanche più, glielo chiedevo solo con la vana speranza di un si.

"Perchè?" Chiesi anche se ormai avevo perso le speranze.

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