Capitolo 20

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Pov's Megan.

Ci guardavamo truci mentre il tempo sembrava essersi fermato nell'esatto momento in cui i nostri occhi si erano attirati gli uni verso gli altri. 

"Hai intenzione di rimanere così per molto?" Mi chiese distogliendo lo sguardo e guardandosi annoiato le unghie decisamente poco curate.

"Puoi benissimo andartene, io vado a casa da sola." Ringhiai ricominciando a camminare sperando che quella fosse la direzione giusta per arrivare a casa.

"Megan!" Strillò attirando di nuovo la mia attenzione.

"Cosa vuoi?" Ero furiosa, la sua presenza mi stava innervosendo, volevo che se ne andasse, non avevo bisogno della balia.

"Sei sicura che quella sia la direzione giusta?" Stava ridendo di me e questo non riuscivo a sopportarlo.

"Non mi frega un cazzo della direzione in cui sto andando, io voglio andare da questa parte e ci vado, tu devi stare fuori dalla mia vita." Urlai facendo voltare alcuni passanti che mi guardarono preoccupati e leggermente spaventati.

"Non gridare." Ringhiò con sguardo rabbioso. L'ilarità nel suo viso era totalmente svanita lasciando il posto ad un ombra scura. Sembrava arrabbiato. perchè? Dopo tutto già gli aveva detto che se ne sarebbe dovuto andare, doveva aspettarsela una sfuriata da parte mia.

"Io faccio quello che cazzo voglio." Urlai ancora senza dargli ascolto.

"Porca Puttana Megan, ti ho detto di non urlare." Si era precipitato davanti a me e mi aveva tappato la bocca con la mano per non farmi urlare di nuovo.

Era impazzito? Ma cosa gli diceva il cervello?!

"Lasciami stare." Cercai di dire con ancora la sua mano premuta sulla bocca che fece uscire uno strano borbottio al posto delle mie parole.

"Cosa? Non ho capito." Rise.

Rideva lo stronzo, mentre io avrei voluto tanto strangolarlo e levargli dalle labbra quel sorriso beffardo che si ritrovava.

"Ti ho detto che devi lasciarmi stare!" Urlai ancora producendo quello strano verso.

"Prometti che non urlerai più?" Chiese avvicinando l'orecchio alla mia bocca.

"Io non ti prometto proprio niente, lasciami e basta." Mugugnai.

"Allora io non ti lascio andare, decidi un pò tu."

Era frustrante quella situazione, non potevo fare altro che accettare le sue condizioni altrimenti sarei rimasta in quel modo per più tempo di quanto avessi desiderato. Dopo tutto non vedevo l'ora di tornare a casa.

"Va bene." Confermai alzando gli occhi al cielo.

La sua mano si spostò immediatamente e Blake tornò disinvolto sulla sua moto nera.

"Sali." Ordinó accendendo il motore e provocando un frastuono assordante.

"Non darmi ordini, io faccio quello che voglio." Sbraitai.

"Su dai, sali, per favore." Alzò gli occhi al cielo proprio come avevo fatto io poco prima.

Con indifferenza mi posizionai dietro di lui stando attenta a non toccarlo troppo. In quel momento lo odiavo a morte  e qualsiasi contatto fuori dal necessario sarebbe stato inopportuno.

L'aria mi scompigliava i capelli mentre  mi tenevo saldamente alla sua maglietta per evitare di cadere e di toccare anche solo minimamente la sua pelle accaldata.

Mano mano che il tempo passava il mio nervosismo si affievoliva sempre di più portando alla luce la stanchezza che fino a quel momento non mi aro accorta di provare.

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