Capitolo 13

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Pov's Blake.

Il sole che filtrava dalle finistre che la sera prima avevo sbadatamente lasciato aperte mi finì dritto sugli occhi, facendomi maledire me stesso in tutte le lingue del mondo.

Erano le nove e mezza, e visto che ero andato a dormire non prima delle cinque il mio umore era praticamente sotto terra.

Strusciando i piedi me ne andai in cucina e aprii la mensola per prendere una tazza per il caffè.

Vuota.

Sbattei lo sportello e imprecai sottovoce.

Non facevo i piatti da un bel pò, e ormai tutto quello che avevo era nel lavandino a mollo insieme a qualche galleggiante pezzo di cibo.

Io non avrei toccato quella roba.

Mi guardai intorno con gli occhi ancora semi chiusi e notai la sedia rovesciata a terra. Mi avvicinai e le diedi un calcio facendola scivolare ancora più lontano.

Questa giornata non era neanche iniziata e già si stava prospettando davvero di merda.

Mi trascinai sul divano e accesi la televisione.

"Sparatoria in una zona della periferia di Detroit." Cambiai canale.

Come se fosse una novità, ogni giorni qui c'erano sparatorie e morti, dovevi ritenerti fortunato se non ne avevi ancora vista una. Di scontri ne avevo visti io. Da quanto ero piccolo vedevo gente minacciarsi con delle pistole o sparatorie proprio di fronte casa mia, ma tutto andava bene fino a quando erano i tuoi ad impugnare l'arma.

Spensi la tv stufo di quel chiacchiericcio inutile delle varie reti e decisi di ributtarmi sul letto.

Chiusi bene le persiane per non far entrare neanche uno spiraglio di luce e con gli occhi ancora chiusi mi buttai sul materasso senza troppe cerimonie.

Cercai di sgombrare la mente ma stupidi pensieri confusi non riuscivano a darmi pace.

Le mani di Megan sul corpo di quel ragazzone di colore che aveva voluto sfidarmi.

Mi voltai verso destra.

La bottiglia di alcol di mia madre sul tavolo.

Sinistra.

"Lui si che è un vero uomo, Blake, non come te." La voce di Megan mi rimbombava nel cervello.

Destra.

Mia madre che non riusciva a riconoscermi.

Sinistra.

I lividi sul suo corpo.

Destra.

"Hai fallito Blake."

Mi alzai di scatto urlando.

Buttai giù le coperte dal letto, rovesciai il comodino e frantumai la lampada a terra.

"Hai fallito." Quella voce continuava a ronzarmi nella testa facendola pulzare.

"Io non ho fallito!" Urlai strappando il cuscino facendo volare tutte le piume che conteneva.

Avevo il respiro affannoso. Guardai lo spettacolo di tutto quello che avevo fatto e non riuscivo a credere ai miei occhi. Tutto questa rabbia, non l'avevi mai sfogata così, non era mai arrivata così all' improvviso da non riuscire a controllarmi.

Infilai una maglietta e una tuta e uscii.

Le strade erano piene di gente che passeggiava sotto il sole d'estate, felici ognuno per un motivo diverso. Chi perché le scuole erano finite, chi perché non doveva andare a lavoro, chi perché stava passando un pò di tempo con i figli, chi perchè aveva appena finito di farsi la porpria moglie o la propria ragazza. Tutti erano felici per un motivo divero. Tutti tranne me. Dentro di me c'era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Io non ero felice.

Love The Way Your LieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora