Capitolo 23

13 0 0
                                    

Rachel
" Rachel un'altra prenotazione sono in 8" afferma Rita.

Oddio. Questa mattina è un caos. E non hanno neanche voluto chiamare Alessandro. La gente arriva di continuo senza un freno, tutte e 3 le sale sono già piene.

Finisco di preparare l'ultimo tavolo prenotato e scappo a fumarmi una sigaretta.

Do un'occhiata al telefono. C'è il buongiorno di Ale, e mi chiede com'è la situazione, e come vuole essere un caos come al solito.

" Buongiorno bello, perché non sei venuto? Qui c'è un casino di gente "

Dopo neanche un minuto Ale risponde

" Hanno detto che non c'era bisogno che venivo. Che cretini. Comunque passerò con la scusa di venire a dare gli auguri a quel cretino di Ruggiero oggi è il compleanno. Voglio vederti assolutamente "

Quel messaggio mi fa salire le farfalle allo stomaco. Quanto è bello.

" Devo scappare un bacio a dopo "

Nascondo il telefono, Riccardo è nei paraggi, mi schiumo la sigaretta nel giro di due minuti. La gente inizia a sedersi ai tavoli.

Sono le 18:15, ho quasi finito di sbarazzare tutti i tavoli. Finalmente.

" Buonaseraaa "

Eccolo. È lui. Riconoscerei la sua voce anche fra un milione di persone.

In lontananza c'è Ale con una torta in mano. Indossa uno dei suoi costumi a pantaloncino, che mostra le sue gambe perfettamente scolpite. La sua t-shirt è già bagnata dal sudore come al solito. È così maledettamente bello.

Io sarò sicuramente un disastro, dopo tutto il lavoro ho macchie di sugo e di caffè sparse ovunque e i miei capelli e il trucco sono andati a farsi fottere.

" Ciao bellissima " sorride.

Ecco lui nonostante ciò riesce sempre a vedere il lato bello di me.

Arrossisco e gli ricambio il sorriso.

Ha portato una torta gelato, i suoi zii hanno la gelateria più gettonata della zona. Non amo il gelato artigianale, ma questa torta solo a guardarla mette l'acquolina in bocca.

Tutto lo staff è seduto al tavolo, abbiamo appena pranzato, visto l'orario dovrei definirla merenda in verità. Finalmente è ora dei caffè e del dolce.

Rita e Riccardo alla vista di Ale non erano poi così entusiasti, ho la sensazione che non sono poi così contenti che la nostra conoscenza si sta approfondendo sempre più, ma sinceramente non mi interessa dei loro giudizi.

Trovo il coraggio di sedermi in braccio ad Ale, voglio coccolarlo il più possibile prima della partenza, ne ho bisogno io stessa.

Lo vedo arrossire, è palese che la presenza di mia madre lo mette a disagio. Evidentemente non è consapevole che lei è contenta tanto quanto me di noi due.

Vado via insieme a mia madre, tornando con Ale mi si faceva troppo tardi e devo andare a casa di Mia, è l'ultima sera che Ale è qui, più tardi lo chiamo e vedo se vuole passare sotto casa sua.

Spero solo che non accada come ieri sera, per fortuna che ho saputo contenermi, non ho nessuna intenzione di andare a letto con lui, nonostante le parole di Mirka, tengo alla mia dignità e già siamo andati troppo oltre ieri sera, ma purtroppo quando c'è l'alcool di mezzo non si sa mai cosa c'è da aspettarsi. Sono sicura che se ci tiene davvero non si starà a fare i problemi che non siamo andati oltre. Anche perché sono dell'opinione che è sempre più bello sudarsi qualcosa più tosto che averla subito, di qualsiasi cosa si tratta.

Spalmo per tutto il corpo la crema idratante, ho la pelle liscia come quella di un bambino e ho intenzione di tenerla così sempre.

Indosso la minigonna di jeans, e un top rosa a fantasia floreale. Adoro mostrare il mio addome, è la parte del mio corpo che più amo.

Asciugo i capelli al vento, per avere i miei boccoli naturali come risultato.

Un filo di mascara e vado a prendere l'autobus.

Io e Mia siamo davanti alla TV, le nostre serate spesso e volentieri le passiamo a casa, tra una risata e una sigaretta stiamo bene, adoriamo i pettegolezzi e stiamo ore e ore a parlare di tutto ciò che accade intorno a noi.

Il telefono squilla ininterrottamente.
Merda.
5 chiamate perse. Ale è sotto casa chissà da quanto e io e Mia siamo crollate in un sonno profondo sul divano.
Mi affretto a scendere.

" Ciao, scusami mi ero addormentata " sorrido e il disagio traspare dal mio sguardo.

Mi guarda, sorride e mi porge un bacio.

Ci sediamo sotto le scalinate d' emergenza di un palazzo. 

La tensione è molto alta, lui domani parte e nessuno dei due ha il coraggio di parlare delle nostre future intenzioni.

Oltre il limiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora