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La semplice pizza margherita che avevo ordinato ora sembrava troppo per il mio stomaco in subbuglio. Ogni volta che avvicinavo un pezzo alla bocca, le immagini di quello che era successo tornavano nella mia mente come se fossi stata una terza persona che osservava la scena. Harry invece manifestava lo stesso appetito di qualcuno che per decenni aveva mangiato solo brodo.

Dopo che ci furono consegnate le pizze, non ci eravamo più scambiati una sillaba. Io guardavo la pizza, lui mangiava la pizza osservato occasionalmente da me e il pranzo si svolse così.

Quando finì, le poche fette che avevo mangiato cominciarono a diventare piombo, non appena lui si girò verso di me.

<<Okay ...>> sospirò.

<<Quindi?>> Era più facile per me porre domande, di quelle ne avevo a bizzeffe.

<<Quindi ... credo ... che da qui possiamo decidere se provarci o se salutarci.>> Disse. Assomigliava più ad un ultimatum che a una risposta, la risposta che volevo.

<<Insomma,>> riprese <<credo che tu abbia chiaro quello che provo per te, e non credo che dopo questo,>> disse fissando il mio salotto per poi riportare lo sguardo su di me <<potrei tornare ad essere solo tuo amico.>>

<<Io ci voglio provare Harry, e non mi importa se fra due settimane sarai dall'altra parte dell'Atlantico, possiamo farla funzionare.>> Dissi convinta fissandolo.

<<Okay proviamoci>> Dichiarò prendendomi la mano.

Sorrisi semplicemente, appoggiando la testa sulla sua spalla, per sentire poco dopo la sua guancia appoggiarsi sui miei capelli.

<<Posso avere un po' della tua pizza?>> Chiese a bassa voce.

<<Assolutamente no.>> Risposi cercando di nascondere il sorriso.

<<Non l'hai toccata.>> Ribatté.

<<Si ma potrebbe essere la mia cena o il mio spuntino di mezzanotte, non puoi negarmi la pizza fredda.>> Dissi.

<<Hai delle pessime abitudini alimentari.>> Commentò.

<<Okay mamma.>> Risposi con aria da finta annoiata.

Senti la sua risata vicino al mio orecchio prima di essere sollevata e messa sulla sua spalla.

<<Harry prima che cominci a prenderti a sberle e pungi e calci ti chiedo di mettermi giù.>> Lo avvisai.

Rise ma non mi lasciò, anzi mi tirò una lieve pacca sul sedere. Cominci a dimenarmi e a prendere a sberle la parte bassa della schiena e anche il sedere.

Mi lasciò cadere sul divano per poi sedersi accanto alla mia testa. Mi tirai sul e l'appoggiai sulle sue gambe. Subito una sua mano prese ad accarezzarmi la testa, era piacevole. Erano da anni che nessuno osava toccarmi i capelli, lo lasciavo fare solo a mio padre quando me li pettinava da piccola.

<<Mettiamo un po' di musica?>> Chiesi con gli occhi chiusi, concentrata sul suo dolce tocco.

<<Va bene, che mi proponi?>> Domandò.

In risposta presi il mio cellulare, appoggiato sul tavolino da caffè e feci partire la mia playlist preferita, tra le tante che avevo.

Lego House di Ed Sheeran parti e di diffuse per tutta la stanza.

<<Mm hai buon gusto.>> Disse lasciandomi un bacio sulla fronte.

<<Grazie, è una delle mie preferite>> Risposi.

<<Potrebbe essere speciale per noi ... sai non sono quel genere di persona che nelle relazioni festeggia le settimane o i mesi insieme, forse gli anniversari ma non mi è mai capitato, però alle canzoni ci tengo.>> Spiegò.

<<Quante ragazze hai avuto?>> La mia domanda nacque dal nulla.

<<Sette o otto credo ... contando anche le cotte alle elementari, sai quelle dove ti prendi per mano o dai baci sulla guancia.>> Chiarì.

Immaginai un piccolo Harry tutte fossette e sorrisi lasciare bacini alle bambine, nel giardino di scuola.

<<Tu quanti ragazzi hai avuto?>> Domandò

<<Uno, e diverse cotte mai ricambiate.>> Ammisi.

<<Capisco ... e come mai è finita?>> C'era esitazione nella sua voce.

<<Beh era ancora innamorato della sua ex, e così quando l'ha ammesso ho capito che gli volevo bene ma non l'amavo, così mi feci da parte.>> Raccontai.

<<Quindi non hai sofferto molto?>> Domandò ancora.

<<No, ero triste perché sapevo che anche se lui pensava che potevamo essere amici, la sua ragazza non avrebbe mai accettato una ex, amica del suo attuale fidanzato.>> Spiegai.

<<Sensato.>> Rispose. <<Aspetta ... Non ci credo! Ascolti i The 1975?>> Chiese emozionato mentre ascoltava Robbers.

<<Si, mi piacciono molto, Chocolate è la mia preferita!>> Ammisi sedendomi per guardarlo. Avevo messo le mie gambe a cavallo delle sue.

<<Quella mi piace ascoltarla mentre sono in macchina, magari quando la sera esco solo per girare un po'.>> Ammise.

<<Spesso lo faccio anche io sai quando sono in Italia e ho la macchina.>> Spiegai.

<<Perché non hai una macchina qui?>> Chiese incuriosito.

<<Perché non ho un posto auto e poi ci sono i mezzi pubblici che sono altrettanto comodi anche se non devo andare chissà dove>> Dissi.

Il discorso si concluse e rimanemmo per tutto il pomeriggio sul divano ad ascoltare la musica, baciarci e coccolarci. La sera quando se ne andò, dopo un continuo tira e molla di baci sul pianerottolo, mi sentii sola come non succedeva da tempo, quasi da quando mi trasferii in quell'appartamento. Mi addormentai sul divano che ancora imprigionava un po' del suo odore. Sapeva di vaniglia, probabilmente il suo doccia schiuma aveva quell'odore, e anche se a me non era mai piaciuta mi ritrovai ad annusare i cuscini che sapevano di lui.

Ciao a tutte!

Ecco un nuovo capitolo, lo so è un pò breve ma prometto che i prossimi saranno più lunghi. Spero vi piaccia e se è così lasciate qualche commento e voto, se volete ovviamente.

 Al prossimo aggiornamento :)

Norah. xx

We're Stardust || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora