18.

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Alla mia famiglia, che mi sostiene sempre anche quando sanno che farò cazzate e soprattutto a mia madre che fin dal primo capitolo mi ha incoraggiata ad andare avanti e credere in me stessa.


Anche il giorno del mio ventiduesimo compleanno fu la sveglia a dettare gli orari. L'avevo ritardata alle nove e mezza in modo che avessi il tempo di prepararmi e di preparare tutto prima dell'arrivo della famiglia. Avevo deciso di godermi il pranzo con i miei genitori, mio fratello e Harry il famoso più uno e invitare per la sera anche Sean e Ellie.

Decisi di indossare un vestito a fantasia bianca e blu, era composto da un top che arrivato alla vita si allargava in una gonna che arrivava a metà coscia. Abbinai un paio di scarpe con il tacco blu e sistemai i capelli con un cerchietto. Non mi truccai non volendo sembrare troppo elegante.

Scesi in cucina e preparai il mio solito caffè, riponendo la tazza nell'armadietto dopo averla pulita. Prima che potessi iniziare a preparare qualcosa suonarono alla porta.

Aprii ad un Harry in jeans neri e maglia bianca che stringeva un mazzo di rose bianche.

<<Tanti Auguri straniera!>> Disse aprendo le braccia come un invito a fiondarmici, invito che non ignorai. Quando ci separammo dall'abbraccio mi lascio un dolce bacio sulle labbra, seguito da altri mentre le mie labbra si aprirono in un sorriso.

<<Basta Harry.>> Dissi mentre ridevo, ricambiando però alle volte il gesto.

<<Scusa ma staremo con i tuoi per un giorno e mezzo, e non sono quel genere di persona che bacia la figlia davanti ai genitori al primo incontro.>> Spiegò lasciandomi ancora un bacio a frase finita.

<<Bel ragionamento, saranno trentasei ore lunghissime,>> affermai mentre invitavo Harry ad entrare in casa, <<come mai qui così presto?>> chiesi.

<<Pensavo che avrei potuto dare una mano, ma soprattutto vedere come eri da ventiduenne.>> Sorrise mentre sistemavo le rose in un vaso, che posai al centro del tavolo.

<<Oh grazie mille! Una mano mi farebbe davvero comodo ma per quanto riguarda me ventiduenne, sono come me ventunenne.>> Dissi allargando le braccia come per dire "Bon jour sono sempre io!".

<<Mm si sei ancora tu in tutto per tutto.>> Disse come se fossero decenni che non ci vedevamo e non dieci ore (il tea – party si era concluso la sera con la visione di Alice nel Paese delle Meraviglie) <<Carino l'abito.>>

Mi avvicinai a lui per ringraziarlo del complimento baciandolo. Quello che doveva essere un veloce contatto si trasformò in un gioco di lingue, respiri affannati e mani che vagavano sul corpo dell'altro. Harry mi spinse contro il tavolo facendomici sedere sopra, per poi farmi allargare le gambe e mettercisi in mezzo. Senti la sua mano premere sulla parte bassa della mia schiena per avvicinarmi ancora di più a lui. Le mie mani erano immersi nei suoi ricci, mentre spostò la bocca dalla mia procedendo lungo la mia mascella, il punto sotto il mio orecchio che aveva scoperto essere il mio punto debole e lungo tutto il collo. Quando cominciò a prestare attenzione a una zona precisa, gemetti e tirai alcune ciocche che stringevo tra le dita facendolo gemere a sua volta contro la mia pelle. Quando realizzai quello che stava facendo, tornai lucida allontanai il suo viso dal mio collo. Quando vidi confusione nel suo sguardo, diedi la giusta spiegazione.

<<Non credo che presentarti a miei mentre ho un succhiotto sul collo possa farti guadagnare punti nella loro scala di gradimento, e credimi per quanto mi piacerebbe continuare dobbiamo preparare ancora tutto.>> Eccome se mi sarebbe piaciuto continuare, se non fosse stato per gli ospiti in arrivo non sarei stata di certo io a dire basta ma tant'è.

We're Stardust || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora