15.

428 32 11
                                    

<<Ripetimi ancora perché mi hai trascinato al supermercato di domenica.>> Chiese per l'ennesima volta Harry.

Alzai gli occhi al cielo, essendo appunto almeno la decima volta che me lo chiedeva. In realtà era più una vittima degli eventi, ma questo non glielo avrei mai detto. Lo avevo trascinato al supermercato perché quella domenica mattina mia madre aveva chiamato dicendo che sarebbero arrivati martedì il giorno del mio compleanno, e dovevo assolutamente fare rifornimento di cibo, visto che i miei non avrebbero mai accettato un menù take-away.

Mi voltai per spiegargli la mia teoria, che faticava a entrargli nel cervello.

<<Allora, è da tipo più di un anno che non vedo i miei, quindi più di un anno che non faccio la spesa che loro vorrebbero che io facessi, perché quella che faccio è definibile come 'spesa fatta da un bambino di sei anni con la carta di credito'. Sei stato trascinato in questa cosa per il semplice fatto che oggi hai il dovere di mantenere il contenuto del mio carrello all'altezza di una ragazza ventiduenne.>> Spiegai tutto a un fiato.

Alzò le sopracciglia, proprio come aveva fatto tutte le altre volte, ma cercò di convincermi che aveva capito tirando un timido sorriso.

Ci avvicinammo al primo reparto che, guarda caso era quello dei dolci. Chi è il genio che ha messo i dolci all'inizio?

Entrammo molto lentamente, quasi come se volessimo passare inosservati. Presi delle cose dagli scaffali e le gettai dentro il carrello, senza pensarci troppo: tavolette di cioccolato, snack al cioccolato, cioccolatini, impasti per torte e qualche sacchetto di caramelle. A un certo punto mi voltai, quando sentii il carrello bloccarsi. Incrocia lo sguardo di Harry che mi guardava con un sopracciglio alzato. Spostai lo sguardo da lui e lo posai sul carrello che praticamente conteneva solo un preparato per una torta.

<<Ehi!>> Esclamai in protesta <<dove sono finiti tutti i dolci?>>

<<Li ho rimessi apposto.>> Cominciò Harry <<proprio come mi hai detto di fare.>>

<<Ma andiamo hai lasciato solo questo,>> dissi prendendo in mano la confezione del preparato per dolci, <<non è nemmeno al cioccolato!>>

<<Da quanto ho potuto constatare, tu oltre che un'ovvia dipendenza da caffè, ne hai anche una per ogni tipo di cioccolato mai scoperto,>> sorrise <<e poi me l'hai detto tu di sorvegliare la tua spesa.>>

Spalancai la bocca alle sue parole, dopotutto aveva ragione ma ora che osservavo il carrello tristemente vuoto, l'idea di iniziare a piangere non sembrava poi così sbagliata. Poi ebbi un'idea migliore.

Camminai verso di lui, che ancora stringeva il manico del carrello, presi le sue mani e le staccai per poi avvolgerle intorno al mio bacino. Vidi lo shock per le mie azioni, per lui senza senso, attraversargli gli occhi mentre appoggiavo le mani sul suo petto, mi alzavo sulle punte per raggiungere la sua mascella e cominciare a lasciare dei morbidi baci. Lo sentii fremere mentre la sua presa sui miei fianchi si intensificava, sorrisi e mi spostai nella zona appena sotto l'orecchio, dove iniziai a lasciare altri baci.

<<Nemmeno una tavoletta da dividere con te?>> Sussurrai, riprendendo poi a baciare la zona di prima.

<<Si.>> Rispose a voce molto bassa <<No.>> Poi si corresse, più deciso rispetto a prima, mi fermai da quello che stavo facendo allontanandomi per osservarlo in viso.

Aveva le guance rosse, il labbro inferiore tra i denti e gli occhi di un verde inteso. Si avvicinò per baciarmi le labbra, per poi allontanarsi e sorridermi. Vidi che avvicinava il suo viso al mio, per poi portare la sua bocca vicino al mio orecchio e per un momento temetti una vendetta a cui sicuramente non sarei sopravvissuta.

We're Stardust || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora