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Nonostante quando lo disse stesse praticamente cercando una scusante per le sue azioni avventate di quella notte, Louis aveva ragione. La campagna inglese che all'alba era immersa nei raggi di un sole invernale era davvero uno spettacolo mozzafiato.

A causa delle nevicate dei giorni frequenti, il paesaggio era ricoperto da una spessa coltre di neve, che illuminata dal sole luccicava. Un paesaggio da cartolina che avrei fotografato volentieri se Louis non avesse deciso di andare a tavoletta dopo aver appurato, quando ci fermammo verso le cinque e mezza che le strade non erano ghiacciate.

Niall si era addormentato e ora era addossato al lato della macchina dove vi era la portiera. Aveva un viso angelico e rilassato che mi ricordò un cherubino. Liam, che probabilmente aveva i miei stessi problemi a dormire in macchina, stava cercando di battere un record in un gioco sul telefono imprecando ogni volta che falliva il tentativo per poi scusarsi con chi ci faceva ancora caso. Louis aveva insistito per guidare tutta notte, argomentando le sue affermazioni con frasi come "ho deciso io di fare questa cosa" o "No Zayn tu sei lento". Zayn invece era impegnato a prenotare degli esami sul sito dell'università sul suo cellulare, attendendo pazientemente che la lenta connessione caricasse le pagine web.

Stavo osservando Liam che cercava di battere il record che poco fa lui stesso avevo creato, quando alzando lo sguardo dallo schermo del telefono non vidi più solo dei campi ma le tipiche casette costruite in stile campagna inglese. Eravamo a Holmes Chapel. E rispetto, persino alla piccola cittadina nel nord Italia dove ero nata, il centro abitato si presentava piccolo e semplice. Qualche negozio, strade pulite, parchi e diverse piccole e graziose case con un giardino, il tutto coperto dalla neve. Attraversando una strada che costeggiava un parco vidi uno spiazzo decorato da una moltitudine di pupazzi di neve e passando davanti alla scuola oltre alle classiche decorazioni natalizie notai anche dei fiocchi di neve fatti con la carta.

Holmes Chapel era proprio il classico paesino di provincia semplice e poco contaminato dal mondo industrializzato che stava inglobando e cambiando questi borghi che a detta di Louis "avevano ispirato molti scrittori della corona".

Essendo amante degli autori inglesi quei paesaggi mi avevano proprio rapita, se non di più, come avevano fatto le pagine che li descrivevano. Tuttavia, mi accorsi che dal centro eravamo arrivati in una zona residenziale e che la macchina stava rallentando.

Il cuore prese a battere forte: sapevo che prima o poi saremmo arrivati ma il clima del viaggio mi aveva tranquillizzata almeno un pochino insieme alla compagnia dei ragazzi. Le mani che avrebbero dovuto essere a metà strada tra il gelo che vi era fuori dall'auto e il calore che l'auto faceva uscire dalle bocchette del riscaldamento, presero a sudare come la maggior parte delle volte in cui era nervosa.

Louis fermò l'auto davanti a una casa che se in un'altra vita fossi passata a Holmes Chapel avrei giudicato uguale a tutte le altre, ma non questa perché sapevo che era casa Sua.

Scendemmo tutti e cinque stiracchiandoci, sbadigliando per il lungo viaggio che avevamo affrontato con 0 ore di sonno all'attivo. È vero, la casa era quella della famiglia di Harry quindi ai miei occhi poteva risultare speciale ma dal punto di vista oggettivo era una semplice abitazione a due piani con infissi bianchi e qualche mattone in evidenza. Un appezzamento di verde sul davanti e immaginai essercene uno anche sul retro, dalle finestre pendevano delle graziose e colorate luci natalizie mentre sulla porta era stata appesa una ghirlanda natalizia verde scuro con dei fiocchi rossi e oro.

Nel giardino davanti si trovava quello che una volta deve esser stato un pupazzo di neve. Era formato da tre sfere di neve ghiacciata di diversa altezza ma purtroppo quella più piccola che doveva essere la testa era caduta per terra ancora con la carota a far da naso e alcuni bottoni per gli occhi. Anche uno dei due bracci, formati da due rametti era fuori posto, spezzato in due forse dal peso della testa quando era caduta.

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