Capitolo 6- Disco

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«Io ti ho avvertita...smettila di giocare» la avvisai per l'ennesima volta.

«Credi di farmi paura?» ribattè lei sbuffando

«Non ci vuole molto a spaventarti» dissi avvicinandomi a lei «Vedi? Stai indietreggiando. E adesso ascoltami bene: provaci un'altra volta e finisci male» le dico per poi allontanarmi da lei.

Aveva preso il vizio di attaccarmi ogni volta che le giravano le scatole.

Aveva il ciclo? Colpa di Ostuni.
Non capiva la lezione? Colpa di Ostuni che rompeva.
Non era felice? Colpa di Ostuni che la stressava, quando il massimo che facevo era guardarla male quando si arrabbiava.

Ma non era semplice questa situazione: qualcosa in me stava facendo risalire la rabbia e la violenza che non avevo mai usato. In alcuni momenti, scattava senza un motivo preciso e mi portava a far del male alle persone. Fortunatamente ciò non era ancora successo, ma se Alessia continuava così prima o poi le avrei fatto qualcosa, ma cercavo di evitare qualsiasi violenza con una ragazza.

Mentre mi dirigevo verso la fermata del pullman, venni fermato da Leonardo.

«Ehy Lore!»
«Ciao Leo...dimmi»
«Stasera io e Daniele andiamo in disco...vuoi venire?»

Non ci pensai due volte e accettai l'offerta. Ultimamente la stavo frequentando molto, forse perchè era la mia unica distrazione dallo stress.

Verso sera, andai a lavarmi e appena uscito dalla doccia mi legai un asciugamano alla vita mentre facevo ripartire la stufetta elettrica che si era fermata.

Appoggiai i palmi delle mani nel lavandino e alzai gli occhi fino ad incontrare i miei.
Ero diverso dal solito...i miei occhi sembravano non esprimere alcun sentimento.
I capelli scuri erano umidi e mi contornavano il viso pallido e asciutto come tutto il corpo. Ero dimagrito ancora e nelle braccia si potevano notare benissimo le vene. Eppure non mi sentivo male.

Indossai dei jeans neri abbinati ad una felpa nera pure quella e con alcune parti grigie. Sembravo ancora più magro di prima, ma ormai poco importava.

Cercai di sistemarmi i capelli e poi uscii di casa indossando frettolosamente le Stan Smith e il giubbotto nero.

«Lori dove vai?» disse una voce dolce e femminile
«Esco con Leo e Dani» dissi sbuffando
«Va bene, ma non andare nei guai come...»
«Mamma non sono un bambino» dissi sbattendo la porta.

Pochi minuti dopo, arrivarono i miei amici e salii con loro in auto.

«Lorè tutto bene?» chiese Daniele mentre scostava i capelli a Buscera, la sua ragazza.

«Non so...mi sento diverso ultimamente» risposi portandomi una mano dietro alla nuca.

«Stasera ti rifai, stai tranquillo. A mali estremi, vai droga e rimedi» disse ridendo.

Quando arrivammo alla discoteca, Daniele e la ragazza sparirono mentre io rimasi con Leonardo.

«Ordiniamo qualcosa?» chiese il moro quasi gridando.
«Andiamo direttamente al bancone!» risposi io

Passò forse un'oretta e avevamo già mandato giù una quantità preoccupante di alcolici, ma non sentivo alcun rimorso dentro di me.

Mi alzai e per poco non finivo a terra. Iniziai a ridere per quella situazione ridicola e poi ad un tratto tutto iniziò a cambiare. Il mio corpo agiva da solo, come se qualcun'altro lo stesse muovendo, mi sentivo proprio come una marionetta.

Entrai in un bagno a caso e solo dopo un paio di minuti realizzai che si trattava di quello delle ragazze. Feci per uscire quando una mi trascinò accanto a lei.
Era mora...o bionda? Fantastico, non distinguevo nemmeno i capelli.

Dipendent- Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora