CAPITOLO 20- Kid

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L'aria di maggio si faceva sentire, i fiori iniziavano a occupare tutti i giardini e l'allergia al poline iniziava a farsi sentire.
Un mese a giugno.
Un mese agli esami. Cazzo.

Mi svegliai veramente presto, cosa strana da parte mia. Erano quasi le sei e non riuscii a chiudere occhio per dormire un'altra ora.
Mi preparai velocemente e uscii in giardino.
Il sole che si alzava sempre di più era davvero bello e l'aria fresca mi entrava nei polmoni congelandomi.
Guardare il sole faceva male, ma amavo farlo.
Tutti amiamo fare cose che sappiamo non bisogna fare perchè rischiamo: il pericolo ci attrae, ciò che è vietato vogliamo infrangerlo.
Vogliamo sentirci liberi ma siamo imprigionati dall'essere trasgressivi.
M stupivo di me stesso per certi ragionamenti.

Mi incamminai verso la scuola a piedi dato che era ancora presto e mi fermai a guardare la scuola elementare con tutti i bambini fuori ad aspettare.
I genitori parlavano e i ragazzini giocavano o urlavano.
Ero preso così male pure io a quei tempi?

Qualcuno iniziò a fissarmi e decisi di tornare sulla mia strada non appena feci loro un sorrisino.
Forse erano il mio debole. No, non i marmocchi.

«Ehi Ostuni! Oh, girati!»
Cammina e non voltarti
«Ma sei sordo!?»
Ignoralo.
«OH!» esclamò piazzandosi davanti a me
«Uff cosa vuoi?» chiesi a Johan
«E me lo chiedi? Tutte quelle sigarette che ti ho dato devi ancora pagarmele!»
«Ma di cosa stai parlando? Io non ne ho comprate. L'ultima ho preso un pacchetto solo»
«E che fine hano fatto le altre?»
«A me lo chiedi? Ma che ne so... Sparisci adesso»
«Non vuoi più nulla? Nemmeno l'ultimo?»

Ultimo.
Alessia non voleva.
Ma l'ultimo magari lo consumavo tra un po' di anni.

«Te ne lascio cinque in omaggio»
«Cinque?»
«Devo farle sparire…»
«...Andata»

*

«Lorenzo!» esclamò Alessia non appena mi vide.
«Ciao tesoro!»
«Lori io...io aspetto un bambino»

Sbiancai non appena disse quelle parole. No, non era possibile.

«M-Ma noi avevamo usato...il...»
«AHAHAHAHAH LORI LA TUA FACCIA!» esclamò ridendo e puntandomi il dito.

«Madonna mi hai fatto prendere malissimo» dissi mettendomi le mani in testa
«Cioè in realtá è vero, mia zia mi lascia mia cugina più piccola per un mese, e quindi è vera sta cosa del bambino...lo aspetto a casa!»
La guardai male tutto il giorno e lei non fece altro che ridere.

Finita la scuola, tornai a casa e pranzai senza far caso alle due intruse che parlavao inutilmente con mia madre.
Parole su parole senza un senso.
La ragazzina mi fissava mentre io fingevo di non accorgermene continuando a giocare con il coltello.
Quanto sarebbe stato bello poterglielo infilare in quella cazzo di bocca che parlava continuamente.
Suona male questa frase.

Ad un tratto, alzai gli occhi spazientito e lei distolse lo sguardo tranquillamente.
Ci voleva proprio un "Caaazzo guaaardi" alla Zlatan.

«Lori come va a scuola?» chiese mia madre ad un tratto
«Bene»
«Ho visto i tuoi voti salire un po', sono felice!»
«Oh, anche io» dissi annoiato appoggiando i gomiti al tavolo.
«Ehm signorino...un po' di educazione no?»
«Rimedio subito» dissi alzandomi e sparendo dalla cucina.

I nervi stavano salendo in modo allarmante, così mi chiusi in camera e aprii il cassetto del comodino.
Quale accendino scegliere?

Ne presi uno a caso e mi gettai nel letto a fumare.
Dio santo, finalmente.
I polmoni vennero invasi e io sospirai di sollievo, mi ci voleva proprio.
Il momento di sollievo svanì non appena squillò il cellulare.

«Lori ascolta! Verresti da me verso le quattro e assieme adiamo al parco? C'è anche Sofy!» esclamò la ragazza entusiasta
«Ehm...chi sarebbe?»
«È mia cugina...ha sei anni. Vieni? Ti preeego!»
«Se ci tieni allora è ok!»
«Shiii! A dopo allora!»

Speravo di passare la giornata a non fare nulla, ma andava comunque bene.

Al pomeriggio, mi ritrovai in mezzo ai bambini e alle giostrine. Che odio. Avevo un debole per i bimbi tranquilli, non agitati che manco i drogati male (?).
Mi stavo addormentando nella panchina e Alessia doveva guardare sempre la bambina perché non si facesse male.

«Ti stai annoiado?»
«Da morire»
«Allora te la faccio conoscere...Sofy! Vieni qua!»
«Ma non serv-»
«Ale mi dai un gelato?» chiese la biondina appena saltò giù dallo scivolo in modo allarmante.
«Ma non ho i soldi!»
«Non preoccupatevi, faccio io» dissi prendendo il portafogli dalla tasca.
«Lorenzo non serve...»
«Siii grazie!» esclamò Sofia sorridendo.

Era bassetta e i capelli biondi erano ricci in modo impressionante, erano piccoli boccoli che formavano un cespuglio dorato. Gli occhi erano uguali a quelli di Alessia, ecco perché mi stavo innamorando di lei.

La accompagnai fino al mini-bar e scelse il cornetto classico.
«Non vuoi qualcosa di diverso dal normale?» le chiesi confondendola
«Sarebbe bello quello arcobaleno, ma la mamma dice che costa troppo...ma però a me mi piacerebbe assaggiarlo!»
«Beh, io non sono la mamma, quindi te lo prendo subito»

La bimba sorrise e sclerò male non appena le diedi il gelato.

«Avete fatto amicizia?» chiese Ale non appena tornai da lei
«Si, mi ha preso il gelato quello arcobaleno!»

Dopo che ebbe finito di mangiare, mi costrinse a giocare con lei nella sabbia:

«Cosa facciamo?»
«Mmh un castello! E poi mettiamo anche i rametti e le foglie sopra! Ma non c'è il secchiello...»
«Allora si fa una montagna con la sabbia?»
«Eh si!» esclamò iniziando a gettare sabbia a caso davanti a lei.

Per tutto il tempo la feci ridere con battutine di merda che piacciono solo ai bambini...purtroppo ero bravo a farle.

«Che bella la montagna! Aspetta...perfetta!» esclamò mettendo un fiore in cima.
«Bellissima...e adesso?»
«Vorrei andare sull'altalena, ma quella bambina non mi fa mai salire!»
«Ci penso io» dissi alzandomi e levandomi la sabbia dai pantaloni.

La ragazzina sorrise maliziosa  andò a chiedere all'altra se poteva salire.
Le disse di no in modo arrogante e mi bastò guardarla male per farla allontanare.
Sofia salì felice sull'altalena e io tornai da Alessia che ci aveva guardato per tutto il tempo.

«Siete carinissimi assieme» disse guardando la bambina
«Ah si? Beh, è davvero simpatica...»
«Ehm...non innamorarti di lei eh!»
«Ma no...forse se avesse la tua età si» dissi ricevendo uno schiaffo sulla spalla da parte sua.
«Ok, non ti parlo più» disse facendo la finta offesa per poi voltarsi.
«No daiiii...Ale? Ale guardami dai!» dissi come un bimbo che frigna.

Iniziai a farle il solletico e lei fu costretta a voltarsi per cercare di fermarmi.

«Stai fermo?»
«Se mi dai qualcosa in cambio sì»
«Ho il ciclo»
«Mica ho chiesto quello!»

Mi fissò stupita e poi scoppiò a ridere.
Le lasciai un bacio a stampo sulle labbra a sorpresa e non me ne pentii nemmeno quando Sofia arrivò puntandoci il dito contro con una faccia sconvolta.

Era tutto troppo bello, non sarebbe durato per sempre, e i cambiamenti si fecero sentire non molto tardi.

Capeetolo corto e noioso, scusatemi ma ci tenevo ad inserire una figura infantile: Lorenzo e i bambini mi sciolgono, aww.
Comunque sí, dal prossimo capitolo si cambia un po' :3
Lascia la stellina se vuoi il prossimo capitolo u.u
MOOOSECA.

Dipendent- Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora