CAPITOLO 28- Ghost

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Eravamo in piena estate, più precisamente agli inizi di luglio, la prima settimana.
Mi sembrava tutto perfetto, troppo per perfetto per durare così a lungo.

Quella sera decisi di fare un giretto per la strada principale dato che era ancora chiaro il cielo.
Per colpa del caldo, non c'era molta gente nonistante fosse sera, così decisi di non indossare le cuffiette, per una volta.

Stavo benissimo, mi sentivo leggera e tranquilla, ero troppo immersa nei miei pensieri.
Non mi accorsi che ormai era buio, così decisi di tornare indieto per la strada più piccola ma veloce.
Non era buia o chissà che, solo leggermente più stretta e con un po' di alberi che facevano la zona più "scura".

Camminavo tranquillamente senza pensieri, quando sentii dei passi dietro di me.
Nulla di che.
Poi cessarono.
Mi voltai ma niente.
Forse era stato qualcos'altro.
Continuai un po' turbata e poi questi ricomparvero, leggermente più veloci.
Mi giravo e non c'era nessuno.
Camminavo e questi erano ancora più vicini.
L'unica soluzione era correre guardandosi le spalle.

Così corsi, corsi veloce senza guardare davanti quasi mai.
Forse era la mia immaginazione, però mi sentivo sempre seguita.
Fortunatamente tornai in casa, salva, ma con il fiatone.

Ogni giorno si ripeteva la stessa storia, mi sembrava di essere seguita, anche quando ero in compagnia, mi sentivo troppo osservata.
Forse dovevo parlarne con Lorenzo, mi avrebbe aiutata sicuramente.

Ci incontrammo una mattina in un bar per fare colazione assieme e iniziai a raccontargli del mio "problema".

«Quindi...è come un fantasma che ti insegue?»
«O una persona...»
«Lo hai detto a qualcuno?»
«No, mi prenderebbero per pazza. Cioè ci ho parlato con una ragazza quando ero in giro con lei. Le ho detto "ma hai sentito quei passi?" e lei ha risposto di no. Io non capisco...»
«Forse sei stanca, prova a dormire di più»
«Non sono matta, dico sul serio. E comunque io dormo tantissimo»
«Bevi qualcosa di strano?»
«No, non ho nulla che non va, vuoi capirlo?»
«Ok ok...» disse alzando le mani.

Bevvi il mio caffè e lui iniziò riempire di zucchero il suo, come faceva sempre. A volte mi chiedevo se riempiva di zucchero anche il suo cuore, era tremendamemte dolce.
Poco dopo, un pensiero orribile mi passò per la mente.
Cercai di scacciarlo, ma mi opprimeva sempre di più.

«E se...no niente»
«Mh? Dimmi Ale» insistette fissandomi
«Se fosse tipo uno stalker?»
«E chi dovrebbe spiarti? Qui l'unico stalker sono io, che ti controllo instagram, facebook e dove vai ogni giorno» disse cercando di rassicurarmi con quella battuta.

I giorni a seguire non furono da meno: finì che io non uscivo più di casa se non per andare in giro con Lorenzo.
E mi sentivo sempre e continuamente osservata, finché non ce la feci più.

All'insaputa di tutti, acquistai un'arma e seguii un breve corso per imparare ad usarla.
Una semplice pistola creata apposta per difendersi, non per scopi peggiori. Forse.
Mi sentii leggermente più tranquilla e questo migliorò molte cose, infatti Lorenzo si era un po' rotto della mia paranoia.
La tenevo sempre nella borsa, in caso di emergenza.
La prudenza non era mai troppa.

«Ti vedo meglio, lo sai? Senti ancora quei passi?»
«Da quando ho...da quando ho iniziato a uscire solo con te non sento più nulla»
«Davvero? Bene, solo che adesso sembra anche a me di sentirli. Sei contagiosa»
«Ma...»
«Shhh cambiamo argomento. Sai, avevo pensato...e se facessimo una vacanza assieme?»

Spalancai gli occhi.
Una vacanza? Solo io e lui? Sarebbe stato fantastico.
Ma dove e per quanto?

«Oddio, non me lo aspettavo... Davvero vorresti?» gli chiesi alzandomi dal letto della sua stanza con la felicità che mi invadeva il corpo
«Certo, altrimenti non te lo avrei chiesto»
«Wow...si potrebbe andare al mare in Veneto per poi visitare Venezia! Oppure andare al Sud, l'acqua è bellissima...o magari sul Lago Trasimeno in Umbria! O a Roma, oppure su in montagna!»
«O magari sul mio ca-»
«NO ASPETTA! SI POTREBBE ANDARE A PARIGI!»
«Parigi?»
«Beh forse no...però scegli tu la meta, io sono indecisa»
«Io andrei in Sicilia e...»
«No! Non mi ispira»
«Magari a Rimini e poi..»
«Neanche! No no, troppo banale, e poi ci sono già stata»

Dipendent- Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora