chiamata n.1

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30 dicembre, 2014 3:12 am

Occhi pieni di lacrime, dita tremolanti, respiri pesanti e pensieri senza controllo.

Eccolo qui:
1-800-273-8255

Le sue dita tremarono non appena premette la chiamata.
"Ciao, sono Harry e stai chiamando una linea telefonica per il suicidio."
Pensò fosse strano il modo in cui era sembrata così monotona la sua voce, come se avesse ripetuto la stessa frase un centinaio di volte. Poi si ricordò che probabilmente l'aveva fatto e la voce le si bloccò nella gola non appena l'aria le raggiunse i polmoni.

"Come ti chiami?" la sua voce roca la confortò leggermente.
"Lauren."
"Ciao Lauren, allora.. andrò dritto al punto con te, in modo che non dovrai parlare molto. Ti trovi in pericolo ora?" capì immediatamente che cosa intendeva.
"No, non sono in pericolo, sono solo.."
"Sei cosa, Lauren?" la sua lingua aveva un sapore lievemente salato e fu allora che si accorse che stava piangendo.
"Sono solo.. così triste."
Ci fu del silenzio, per un momento. Entrambi stavano semplicemente ascoltando i respiri l'uno dell'altra.
"Va bene. Sono qui se vuoi parlare con qualcuno."
"Sì, lo so."

Lei rimase ancora una volta in silenzio perché non sapeva cosa dire. Aveva sempre odiato le chiamate telefoniche, perché sapeva che la persona dall'altro capo della linea avrebbe sempre atteso che lei parlasse.
Parlava troppo a scuola, o in qualsiasi altra circostanza sociale, solo che a volte non aveva voglia di parlare di cose stupide e noiose.
Aveva voglia di parlare del femminismo, di scrittori e di alcuni quadri, ma le sue conversazioni a scuola consistevano principalmente nel fare gossip, nel parlare poco e soprattutto dei compiti, niente che le interessasse davvero.

"Posso chiamarti in un altro momento?"
"Certo, sarò qui."
"Grazie."

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