Capitolo 7

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Jane's Pov

Ero seduta di fianco a John durante l'ora di matematica. La professoressa Smith stava scrivendo alla lavagna ed intanto ci spiegava la lezione. La professoressa Smith non piaceva a nessuno, era un molto rigida e stronza, lei adorava solo che erano bravi nella sua materia; infatti lei curava molto loro, invece che altri che avevano difficoltà.
"Avete capito-" domandò ma venne interrotta quando qualcuno bussó alla porta
"Avanti" disse
Alzai mia sguardo e dalla porta entrò James. Sentii il mio cuore fermarsi dal vederlo in quell'aspetto. Aveva i capelli tutti scompigliati e non ordinati come gli altri giorni, delle occhiaie occupavano i suoi occhi ed i suoi occhi erano spenti, privi di vitalità e di gioia come sempre. Era distrutto. Sembrava che qualcuno gli avesse catapultato mille notizie cattive da fargli spezzare l'anima. Alzò lo sguardo ed i nostri sguardi si incontrarono. Il suo sguardo stava perforando la mia anima, da farmela bruciare. Un brivido di tristezza mi percorse la schiena da non farmi reggere il suo sguardo. Lo avevo ignorato i giorni seguenti dopo che lui aveva tentato di baciarmi; ogni volta che passava in corridoio cambiavo direzione, oppure quando cercava di parlarmi lo evitavo. Ero una codarda. Dovevo affrontare i problemi e non scappare; ma forse la paura di essere scoperti e di finire nei guai mi aveva ofuscato la mente da non farmi ragionare razionalmente.

Perché mi succede tutti questo?
Ricordati che hai licenziato Dio gettato via un amore per costruirti un vuoto nell'anima e nel cuore

Sospirai.
Da quel giorno avevo smesso di pregare Dio per aiutarmi o per salvare qualcuno. E questa era stata la sua punizione. James iniziò a parlare di qualcosa con la professoressa e noi tutti incominciammo a chiaccherare.
"Secondo te cos'ha il professore James?" domandò John
"Non lo so" mentii pur sapendo il perché
"Jane c'è qualcosa tra di voi?" chiese sospettoso
Spalancai gli occhi per lo stupore.
"No no "risposi velocemente agitata
"Perché? " continuai
"Perché ti guarda con lo sguardo innamorato e come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto" notò
Lo guardai senza di dire niente. Era riuscito a posizionare qualche pezzo del puzzle, questo puzzle di caos, amore e paura. James uscì e la professoressa continuò a spiegare fino al suono della campanella. Quando suonò ci alzammo tutti e ci dirigemmo. Io e John ci stavamo dirigendo da Linsey, quando qualcuno ci chiamò.
"Ehy balena!" mi chiamò qualcuno
Ci fermammo e ci girammo. Vedemmo tutto il gruppo che ci sorrideva con un sorriso sgembo.
"Che vuoi?" chiesi stanca delle loro prese in giro
"Vi va di venire alla mia festa questo sabato" rispose Niall straffottente
"No-" dissi ma venni interrotta
"Ci saremo" confermò John guardandomi
"Bene" disse Zayn
Stranamente Harry non disse le sue solite battute, invece mi fissava intensamente con sguardo serio e prodondo, facendo bruciare la mia anima.
Stavano per andarsene quando Jennifer si girò.
"Ah Jane" attirò la mia attenzione facendomi girare
"Non mangiare tutto alla festa" pronunciò con un sorriso sgembo
Se ne andò con gli altri ridendo, lasciando me e John nel mezzo del corridoio.
"Perché gli hai detto di sì, sai che li odio!?" domandai duramente
"Dobbiamo fargli vedere chi siamo e non fargli credere che siamo dei deboli" rispose
Non dissi niente e ricominciammo a camminare dirigendosi verso Lindsey.

Il resto della giornata era passata velocemente, finché non andai da Megan. Ero seduta alla sala d'aspetto aspettando che Megan mi chiamasse. In quel periodo avevo la testa piena di infiniti pensieri e mille parole incastrate in gola, e troppi avvenimenti successi in fretta. Avrei voluto prevedere tutto e dopo aver fatto scelte più giuste. Ma la vita è imprevedibile, è una cosa ignota e da scoprire.
"Vieni pure Jane" mi chiamò Megan quando finì con il suo paziente
Entrai nel suo ufficio e mi sedetti al mio solito posto. In quel momento mi sentivo agitata, come se tenessi in gola un segreto oscuro e pericoloso che avrei voluto dire. Ed era vero. Da quando avevo iniziato a vedermi con James: da una parte avevo paura che ci avrebbero scoperto per le nostre visite clandestine, dall'altra ero felice ed innamorata forse.
"Ti vedo molto pensierosa in questo periodo" notò Megan sedendosi di fronte a me
"Già" respirai
"Sembra che c'è qualcosa che ti preoccupa, come un pensiero fisso" continuò
Non dissi niente e in quel momento calò il silenzio.
"Dimmi tutto" disse
Iniziai a parlargli di: Nicolas e della nostra uscita, di come andava la scuola e dei miei soliti incubi. Non gli dissi niente di Harry e dei suoi scatti, erano qualcosa di troppo oscuro e profondo per dirglielo.
"Hai mai provato a raccontare di quel giorno a qualcuno?" chiese
Mi congelai sul posto. Da quel giorno mi ero promessa che non avrei raccontato a nessuno di quel giorno e che me lo sarei portato nella tomba.
"No. Non voglio dirlo a nessuno" risposi agitandomi
"Perché? Sarebbe come togliersi un peso" insistette
"Perché è troppo profondo e doloroso dirlo ai quattro venti" dissi
"Dirlo come se fosse la cosa più facile e semplice del mondo non aiuterebbe a liberarmi, ma complicherebbe solo le cose" continuai

Perdere chi amiamo, ci rende i mostri che siamo

Mi guardò come se stesse cercando di leggermi nel pensiero, come se volesse capire i miei pensieri ed i miei tormenti. Ma era troppo difficile capirmi ed analizzarmi; ero tra l'essere neutrale ed il non esserlo, ero invisibile ma visibile, ero complicata ma semplice. Ero come un enigma facile per altri, difficile per alcuni. Mi alzai e mi diressi alla porta, quando mi fermò.
"Sai non penso che quel Harry sia davvero cattivo, ma che stia soffrendo come soffri tu" pronunciò
Annuii solamente e me andai.

Stai soffrendo, e le persone che soffrono poi diventano cattive

Stavo ritornando a casa quando vidi un' oscura figura con enormi spalle, camminare a passo svelto verso la mia opposta direzione. Continuai a camminare senza alzare lo sguardo da terra, quando mi sentii essere presa dai fianchi ed essere sbattuta contro il muro. Mugolai per il dolore. Quelle mani su i miei fianchi le conoscevo, e quando le sue mani si introfularono dentro alla giacca e sorpassarono ogni tessuto e strinsero fortemente i fianchi, premendo le dita nella carne, mille brividi ricoprirono tutto il mio corpo. Alzai lo sguardo e due smeraldi mi scrutavano il viso. Il suo sguardo mi stava bruciando la pelle dalla profondità in cui mi guardava, sembrava che volesse scavare nella mia oscura anima per vedere i miei demoni.
"Che cosa vuoi Styles?" sputai
Vidi un ghignò comparirgli sul viso.
"Ehy balena! Volevo dirti che per il progetto voglio delle risposte chiare, senza giramenti di parole o enigmi" disse avvicinandosi ancora di più
Non feci in tempo ad aprire bocca che continuò.
"E se non lo farai - con un dito mi sfiorò la guancia - userò le maniere forti" finì ghignando
Avevo il respiro bloccato e il cuore che accellerava sempre di più ogni volta che si avvicinava premendomi contro il muro. Avevo paura, ma non di lui, ma di un suo possibile scatto verso di me. Mi schiacciò contro il muro e premette il suo petto al mio; i nostri cuori sembravano sincronizzati e collegati da un filo invisibile. Avvicinò il viso facendo sfiorare i nostri nasi, e sfiorò con le sue labbra le mie. Sentii il suo respiro caldo colpirmi le labbra. Una scossa mi attraversò tutto il corpo. Ero sconvolta e disarmata dalle sue azioni; stava per baciarmi. Io e lui eravamo il niente, eravamo il sole e la luna, due poli opposti che non si sarebbero mai incontrati ed attratti; ma sentivo una strana e piacevole sensazione mentre sfiorava le mie labbra.
"H-harry" tremai
Si staccò da me e se andò lasciandomi nel vicolo da sola, con un caos in testa e mille domande senza risposta

Narratore's Pov

James era steso sul letto con il cuore spezzato. Si sentiva arrabbiato, frustato e deluso per quello che era succeso;forse stava male perchè aveva scoperto che Nicolas aveva chiesto a Jane di uscire e che lei aveva accettato e che lui dopo aver tentato di baciarla lei si era allontanata da lui. Lui credeva che lei uscisse solo con lui e non con altri ragazzi, ma l'idea di vederla sorridere e ridere con altri alimentava la sua rabbia. Si strinse con le mani la testa. Stava diventando pazzo per quella donna, ma Dio se l'amava. Jane per lui era come quei quadri semplici ma che ti attirano, forse per un particolare che per te è importante ma per gli altri no, o forse la sua semplicità in sé ad averti attratto. Lui la voleva: voleva farla sua, amarla fino a consumarsi l'anima, fare l'amore con lei, sposarla, fare dei figli con lei, vederla sorridere. Lui voleva viverla. Intanto Harry mentre stava guidando per dirigersi a casa, pensava al perché avesse reagito così quando l'aveva vista, o perché avesse un'attrazione così intensa verso il suo corpo e le sue labbra carnose. Quando aveva sfiorato le sue labbra, aveva sentito una scarica elettrica attraversargli il corpo ed un impulso di baciare quelle labbra, che aveva sognato, da farlo impazzire. Passò una mano tra i capelli tirandoseli. Era frustrato ed arrabbiato. Jane era diventato un chiodo fisso nella sua mente, era come una cosa che all'inizio sembra insignificante ma poi ti entra nella pelle e nella mente fino a consumarti. Deviò la strada e si diresse verso un night club, dove avrebbe lasciato che suoi demoni si prendessero cura di lui, facendogli scordare Jane.

I nostri demoni...siamo noi. E quando c'è ne accorgiamo. Ci autodistruggiamo

Ciao, volevo dirvi che mi piacerebbe che nei commenti scriveste di cosa pensate dei personaggi e di cosa vi piacerebbe che succedesse nei prossimi capitolo.
Baci 💞

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