Prologo

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L'uomo è un tuttuno di razionalità e irrazionalitá, è qualcosa di stupido, non in senso di non inteligenza, ma di ingenuità. Crede di avere il potere su tutto, di ingannare il fato, di prendersi in giro; ma alla fine è solo qualcosa creato dalle mani di Dio. Non mantiene i valori stati dati, le promesse fatte, crede che la sua vita sia un gioco da tavolo, in cui ti puoi divertire a cambiare i fatti e le carte sul tavolo o imbrogliare tutti anche te stesso inventando le solite storie per attirare persone. L'uomo si ricorda solo le cose oggettive, cose che col tempo finiranno o non gli serviranno più; ed invece si scorda le cose più importanti della vita, quelle che rimarranno perenni per tutta la vita. Ma la cosa migliore che sa fare è autodistruggersi ad ogni problema, ad ogni ostacolo, si sente così tanto potente che una piccola cosa può renderlo l'uomo più piccolo al mondo, raggomitolandosi in angolino sperando che passi tutto o che qualcuno risolva il problema. Il problema più grande che esista è il passato che bussa alla tua porta, quel passato che è uno dei tuoi demoni più terrificanti, che ti fa paura solo a ricordarlo o raccontandolo, che ti mangia dentro fino a consumarti senza che tu te ne accorga.

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