Capitolo 2

142 13 3
                                    

Jane's Pov

Mi strinsi nel mio cappotto e cercai di coprirmi la testa con il cappuccio. Intravisi da lontano l'edificio, aumentai il passo cercando di non perdere altri minuti fuori al freddo. Quando entrai, il calore si insuonò nel mio corpo riscardandolo. Mi tolsi la giacca e la sciarpa e le appesi all' attaccapanni, ed andai a sedermi in sala d'attesa aspettando che Megan mi chiamasse. Guardai l'orologio e notai che ero in anticipo di 10 minuti, tirai fuori il telefono e cercai di far passare il tempo.Dopo un paio di minuti sentii la porta essere aperta e vidi un ragazzo all' incirca di 12-13 anni uscire dalla porta e salutare Megan.
"Vieni pure Jane " mi chiamò
Mi alzai ed entrai nella stanza; andai a sedermi in una sedia imbottita difronte alla sua scrivania. Entrò e si andò a sedere difronte a me dietro alla scrivania.
"Allora, come stai? " cominciò
"Bene. Tu? "
"Bene grazie "
"Dimmi tutto" disse
"Ho avuto altri incubi in questi giorni e... " gli raccontai tutto di quello ch'era successo: dal progetto a scuola alle prese in giri, gli descrissi i miei incubi e gli parlai di Harry, di Linsey, di John e dei miei genitori. Non mi fermò mai, neanche quando dissi delle offese su Harry e i suoi amici. Sinceramente non mi importava, loro non meritavano il rispetto di nessuno. Si tolse gli occhiali e mi guardò come se volesse leggermi dentro, ma io avevo creato un muro così nessuno mi avrebbe decifrato. "Prendi ancora le pillole? " mi chiese dolcemente
Annuii.
"Jane mi piacerebbe se tu cercassi di dirmi quello che provi. Lo so che è difficile ma se continuii così ti autodistruggerai" disse
"Aggiungere dolore su dolore. Non è così che funziona. Non è così che si guarisce " continuò
"È difficile" sospirai
"Lo so, ma questo non ti fa bene e non ti aiuta ad andare avanti " disse
Larry Brown aveva ragione "la vita non è per tutti ".
Io ero una dei tutti.
Forse Megan aveva ragione, ma io non riuscivo a dire niente, era bloccata, i miei pensieri erano bloccati; tutta la mia vita era bloccata da quando ho iniziato a stare male e peggiorando da quel giorno.
"Forse se cercassi di non darti la colpa della loro morte, ti toglieresti un peso in meno e forse riusciresti a sbloccarti" disse
No, era colpa mia, se io non gli avessi mai conosciuti e fatti entrare nella mia vita loro sarebbero ancora vivi.
"No, la colpa è mia, se non gli avessi fatti entrare nella mia vita loro sarebbero vivi." pronunciai
Sperai che non continuasse la questione e che cambiasse argomento; ne fui felice quando lo fece. Parlammo di altri argomenti per mezz'ora, poi si fecero le 4 ed io dovetti andare a casa. Stavo per uscire quando mi fermò.
"Con quel Harry, dimostragli che sei forte" mi fece l'occhiolino
Le rivolsi un piccolo sorriso ed uscii dalla stanza, attraversai l'atrio ed andai a prendere la mia roba, la infilai ed uscii dall'edificio. L'aria fredda mi colpì in pieno, mi strinsi di più e mi incamminai verso casa. Quando arrivai, entrai in casa, salii in camera mia e presi velocemente un quaderno e una biro per andare a casa di Harry per il compito. Uscii di casa e mi incamminai verso casa sua. Mi trovai davanti ad una casa non troppo grande, con i mattoni rossi e un enorme giardino pieno di fiori di ogni colore e la porta di quercia con la maniglia di acciaio. Senti una morsa allo stomaco. Non volevo bussare anzi volevo scappare e chiudermi in camera mia, ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo. Bussai alla porta, e la morsa aumentò quando sentii dei passi avvicinarsi. Una bellissima signora mi venì ad aprire alla porta. Aveva i capelli neri raccolti in una crocchia disordinata, gli occhi di un turchese molto scuro e le labbra a forma di cuore, un po carnose.
"Ciao, io sono Anne e tu devi essere Jane. Harry ti sta aspettando in camera sua" disse dolcemente
Le sorrisi calorosamente. Come faceva una donna così dolce ad avere un figlio così freddo?
Seguii le sue indicazioni di dove fosse la camera di Harry e quando mi ci trovai davanti volli morire. Ingoiai il groppo che mi si era formato in gola e bussai. Entrai con un suo 'avanti'.
"Mamma ti ho gi-"si fermò quando vide che ero io
"Ah, sei tu. Sei in ritardo"sputò girandosi e ritornando a fare quella stava facendo prima
"Scusa" sussurrai debolmente, quasi che non si sentisse
Si alzò di scatto e si girò verso di me con uno sguardo di disgusto.
"Prima finiamo questa merdata, meno ci vedremo" disse duramente
Annuii.
Andò a sedersi sul letto e io sulla sedia di fronte a lui.
"Allora...Cos'è per te la morte? " iniziai
Si stiracchiò e mise le mani dietro ai capelli.
"È quando uno muore " rispose guardandomi con sufficienza
"Devi dirmelo secondo il tuo punto di vista" dissi scuotendo la testa e sistemandomi meglio sulla sedia
Mi girai e vidi che mi stava fissando intensamente. Odiavo quando le persone mi guardavano, avevo la costante paura che giudicassero il mio corpo, che trovassero un difetto che avrebbe aumentato il disgusto che provavo verso il mio corpo, verso me stessa.

Odio essere grassa
Alle persona non piacciono le ragazze grasse
Per questi Harry ti odia, perché fai schifo

"Ti credi migliore di me solo perché il professore di va dietro?!" ringhiò
Rimasi scioccata per quello che aveva detto.
"N-non mi va dietro e non mi credo migliore di te, ti ho detto solo quello che dobbiamo fare" dissi guardando le mie mani
"E poi se rispondi finiamo velocemente questo progetto e non mi vedrai più" continuai
Sbuffò e iniziò a parlare.
"Per me la morte è quando dormi eternamente, non sai dove andrai ma non ti importa. Andrai al paradiso o all' inferno? Dio o Lucifero? Bene o male? Sarai un demone o un angelo? Luce o tenebre? La morte è la migliore amica della guerra. La morte è la migliore amica di tutti, lei ci prenderà per mano e ci accompagnerà verso l'infinito. Prenderà le nostre anime vagabonde e smarrite e ci condurrà verso le due porte:una dell'inferno e una del paradiso.
Ci saranno Angeli e demoni che festeggeranno per i nuovi arrivati. " scrissi tutto quello che stava dicendo, non sapevo dove avesse trovato queste parole ma erano comunque bellissime
"E per te cos'è la morte? " ghignò
Mi congelai sul posto. Non volevo far uscire i miei demoni, non volevo che lui sentisse i loro strilli.

Lui non deve sapere niente
Prima o poi i tuoi demoni urleranno così forte da rompere la tua anima

"Allora? " chiese scocciato
"Io... " iniziai, ma mi fermai quando sentii qualcuno bussare
"Avanti" disse Harry spazientito
Entrò sua madre scusandosi del disturbo.
"Scusate se vi disturbo. Jane ti piacerebbe rimanere qua a cena? " domandò dolcemente Anne
"Mi dispiace molto Signora Styles ma credo che i miei migliori stiano per tornare a casa e poi è già tardi" inventai delle scuse per non rimanere un' altro minuto in più con Harry
"Ti prego chiamami Anne, non credo di essere così vecchia" scherzò
Mi misi a ridere e vidi Harry sbuffare.
"Ti prego Jane, mi piacerebbe conoscerti e poi sarebbe bello vedere una ragazza seria in questa casa" continuò pregandomi e guardando Harry con uno sguardo speranzoso
"Va bene" mi arresi
"Fra 20 minuti è pronta la cena" avvisò e uscì dalla stanza
Avvisai i miei genitori che rimanevo a cena da Harry e poi misi via il telefono.
C'era un silenzio imbarazzante che avolgeva la stanza, ma andava bene così.
"Senti solo perché rimani qui a cena non vuol dire che siamo amici" disse con disgusto
"Non mi è passato neanche in mente " dissi con non curanza

Dopo un po Anne entrò dicendoci che la cena era pronta; uscimmo dalla stanza e andammo in cucina. La sera è stata tranquilla, io e Harry eravamo silenziosi intanto che mangiavamo e rispondevamo quando Anne ci poneva delle domande. Alla fine della serata la madre di Harry lo obbligò ad accompagnarmi a casa. Ci trovavamo nella sua macchina diritti verso casa mia. Girai la testa e mi trovai ad osservare la sua bellezza. Occhi di un verde acceso, tipo smeraldo che che ti catturavano al prima sguardo; labbra rosee, carnose, a forma di cuore, che sicuramente erano morbide; le mani erano grandi e sottili, con le dita magre contornate da anelli e una croce tra il pollice e l'indice.
"È maleducato fissare la gente" mi rimproverò
Abbassai la testa imbarazzata e ritornanai a guardare fuori dal finestrino quello che succedeva nel mondo.

Narratore's Pov

Quando arrivarono a casa di Jane, lei scese e gli rivolse un cenno come ringraziamento, lui la guardò con indifferenza e sfrecciò verso casa di Jennifer, che prima lo avevo contattato.
Jane entrò in casa, salutò i genitori e salì in camera sua sapendo, che se si sarebbe addormentata il suo subconscio si sarebbe scatenato e i suoi demoni sarebbero usciti da quella povera anima innocente a vegliarla di notte.

DestructionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora