Capitolo 9

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Jane's Pov

Il giorno dopo la festa, mi ero svegliata con la testa pulsante e che mi faceva male. Indossavo una felpa nera che mi arrivava a metà coscia, il profumo che emanava era un mix di muschio, menta e fumo. Era buonissimo ed inebriante. Mi guardai intorno e vidi che ero in camera di Harry. Costai le coperte e scesi dal letto, notai che Harry era seduto su una sedia mentre stava dormendo, così mi avvicinai a lui. Sembrava un bellissimo angelo, con le ciglia che accarezzavano le guancie, i capelli ricci arruffati e dalle labbra rosee e carnose uscivano dei leggeri sospiri. Mi ritrovai ad ammirare la sua bellezza. Gli scossi leggermente la spalla, e vidi due smeraldi aprirsi e guardarmi ancora assonnati. Gli avevo chiesto perché mi trovavo a casa sua e lui mi aveva risposto perchè mi ero addormenta e lui non poteva portarmi a casa, così mi aveva portato lì. Dopo avergli chiesto cosa fosse successo dopo essermi addormentata, raccolsi la mia roba ed uscii velocemente da casa. Quando uscii, mi sentii strana, come se una parte della mia sporca anima fosse stata pulita dai suoi smeraldi; poi vidi Harry in confusione, come se la sua mente fosse immersa tra i suoi pensieri. Ero a scuola e stavo prendendo i libri per la prossima lezione quando sentii qualcuno toccarmi la spalla. Mi girai e vidi Nicolas guardarmi con tristezza e dolore. Sentii la rabbia e la paura aumentare. Mi aveva fatto una cosa così tanto atroce, che sarebbe stato difficile cancellarlo dalla mia mente, però forse ero stata io a spingerlo a fare una cosa crudele, forse credeva che il mio rifiuto fosse perché non era Harry o James, ma non era vero. Non volevo continuare ad illuderlo e dopo ferirlo. Avevo reso una persona fantastica ed innocente in un mostro.

Io non ho paura, i deboli c'è l'hanno
Tu vivi nella paura

"Nicolas" sospirai
"Io - fece un passo verso di me, ma io mi allontanai, lo vidi sospirare - mi dispiace per quello che ti ho fatto sabato alla festa, non-" disse ma qualcuno lo interrompò e lo allontanò da me
"Stai lontano da lei!" ordinò Harry a Nicolas spingendolo
"Jane-" cercò di parlarmi Nicolas ma venne interrotto da Harry
"Vattene!" quasi urlò furioso Harry spingendolo
Non feci in tempo a fermare Nicolas che se ne andò. Guardai Harry stranita. Non capii la sua reazione quando Nicolas mi parlò. Io e lui non eravamo niente, eravamo solo due sconosciuti; sembrava che ci fosse qualcos'altro sotto a tutta quella rabbia, come se un ricordo di dolore fosse ritornato nella sua mente da fargli perdere la ragione, come era successo alla festa che stava per uccidere Nicolas.
"Stai bene?" domandò guardandomi profondamente da non farmi reggere il suo sguardo
"Si" risposi sentendomi in imbarazzo
"Perché-" chiesi ma venni interrotta dal suono della campanella
Se ne andò ed io mi diressi verso la prossima lezione.

"Questi sono i compiti" disse James distratto prima che la campanella suonò
Tutti si diressero fuori dalla classe tranne me. Avevo bisogno di parlare con lui di cosa stava succedendo, non potevo illuderlo e poi scomparire ed evitarlo, meritava delle risposte. Durante la lezione avevo notato che era assente, era come se il dolore che gli avevo provocato lo avesse distrutto, al tal punto da essere inghiottito in esso. Aspettai che tutti uscissero e mi avvicinai a James, vidi che si girò e puntò i suoi ghiacci su di me. Abbassai lo sguardo sentendomi in imbarazzo sotto il suo sguardo.
"Ciao" dissi
"Ciao" sospirò
"Io..." ingoiai il groppo in gola
"Mi dispiace" incominciai
"Mi dispiace di averti evitato ed ignorato, non te lo meriti. Forse perché ho paura di quello che sta succedendo tra di noi e di quello che può pensare la gente" continuai guardando in basso
Con due dita mi tirò su il mento, facendo scontrare i nostri occhi.
"Ehi, stai tranquilla" disse sorridendomi e mettendo le mani a coppa sulle mie guancie
"Però voglio sapere una cosa" disse tornando serio
"È vero che stai uscendo con Nicolas?" continuò
"Si" respirai
Vidi che sospirò e che si allontanò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
"Perché non me lo hai detto?" domandò appoggiandosi alla cattedra
"Non lo so, forse avevo paura di ferirti. Ma adesso non esco più con lui, e poi uscivamo come amici" risposi
Annuì.
"Ti va se oggi vieni a casa mia?" propose
Mi sentii spiazzata ed imbarazzata, forse non ero pronta mentalmente a quella situazione, ma mi sentivo attratta da lui; forse quei suoi occhi color ghiaccio e il suo sorriso luminoso mi avevano incantato facendomi fare quella pazzia.
"Certo" risposi
Mi scrisse la via in cui abitava ed a che ore ci saremmo dovuti trovare, poi lo salutai uscendo dalla classe.

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