Mi sta fissando...
E' lì, seduto sul cassettone ai piedi del mio letto.
E mi fissa...
L'avevo detto a mamma che non volevo dormire qui da solo, soprattutto con quel mostro. Ma lei ha detto che non sono più un bambino e che la casa dei nonni è così grande, che possiamo dormire comodamente, senza il bisogno di stringerci in un unico letto.
Lei non capisce...lei non sa.
Che quello mi fissa.
E io non posso fare altro che fissarlo a mia volta. So che se chiamassi mamma, se chiudessi gli occhi, se accendessi la luce, lui si sposterebbe. E entrerebbe nel mio letto. Per questo io non voglio dormire. Ho paura perfino di sbattere le palpebre e cerco di respirare senza far rumore. Fuori infuria una bufera di vento, lo sento fischiare e ululare. Mi immagino il giardino pieno di lupi enormi, pronti a sbranarmi.
Ma almeno i lupi non mi fissano.
Fossi stato più piccolo, avrei potuto scendere dal letto e correre da mamma e babbo, prima che quel mostro riuscisse a prendermi. Ma se lo facessi adesso, babbo mi direbbe che ho dieci anni e che i mostri hanno paura dei bimbi di dieci anni e mi rimanderebbe qui.
E non avrei scampo.
Babbo mi ha detto una bugia, perché quello non ha paura di me. Io ho paura di lui.
Penso sia uno dei giocattoli che aveva nonno quando era piccolo, uno di quelli di legno dipinto. Si tratta di un pagliaccio alto circa la metà di me. Indossa una tuta da giullare con rombi dorati e color rosso sangue e un cappello bizzarro, con dei campanelli sulle estremità, decorato allo stesso modo. La sua faccia è bianca come il latte e ha un naso lungo e arcuato. I suoi occhi grandi, rossi e sbarrati sono puntati su di me. Anche le guance sono rosse, mentre la sua bocca invece è tirata in un sorriso diabolico, leggermente socchiusa in modo da mostrare i denti appuntiti. Ha un'aria vecchia e ammuffita, ma il suo sguardo è vivo e malvagio. Il suo braccio destro poi è nascosto dietro alla sua schiena.
E io non voglio sapere che cosa nasconda.
Sbadiglio piano, ormai è notte fonda. Non sono mai rimasto sveglio tanto a lungo, neanche per aspettare babbo natale. Voglio dormire. Sento le palpebre pesanti, che iniziano a chiudersi.
No!
NO!
Devo restare sveglio!
Mi pianto le unghie nelle mani e spalanco gli occhi. Tremo. Voglio babbo, lui saprebbe cosa fare... il clown inclinala testa su un lato.
Sussulto.
Il cuore mi batte così forte, che ho paura che esploda da un momento all'altro. Adesso non ho più sonno. Vorrei che se ne andasse via. Vorrei che la smettesse di fissarmi.
Perché non smette di fissarmi?!
Tremo ancora di più. Nella penombra, la sua faccia bianca sembra brillare. Vattene via, ti prego, vattene via, ti prego. Vattene via, ti prego. Vattene via, ti prego. Vattene via, ti prego.
VATTENE VIA!
Penso che sto diventando pazzo...
Ma quello mi fissa!
MI FISSA!
Perché non si gira?! Perché si è sposato?! Cosa vuole da me?! Respiro velocemente. Voglio la mamma. Voglio il babbo. Voglio sparire. Voglio addormentarmi e risvegliarmi domani mattina con il profumo della marmellata di nonna e del pane appena sfornato. Inizio a piangere, è strano che un bambino grande come me pianga, ma non riesco a fermare le lacrime e i singhiozzi.
BANG!
Una finestra sbatte. Salto sul letto, il cuore fa una capriola, lo stomaco sale su fino al cuore. Preso dallo spavento, guardo verso la porta. Cos'è stato?!
NON GUARDARE LA PORTA! IL CLOWN! GUARDA IL CLOWN!
Sposto lo sguardo sul cassettone, ma è vuoto.
Dov'è andato?!
Gemo come un cucciolo impaurito. Allungo la mano e accendo la luce. La stanza, priva di ombre spettrali, fa molta meno paura. Tiro un sospiro di sollievo. Forse era solo un incubo.
Ma poi lo vedo...
E' sulle mie gambe, in piedi, e nella mano destra ha un grande coltello affilato.
"Grazie per aver acceso la luce- dice, con voce gracchiante e meccanica- Così riesco a prendere meglio la mira."
Deglutisco a fatica, ho la gola arida. Qualcosa di caldo e bagnato inizia a scorrere tra le mie gambe. Apro la bocca per chiamare babbo. Ma quello salta verso di me e mi conficca la lama nel cuore. Guardo la ferita, così sorpreso che quasi non sento dolore. Il sangue zampilla come una fontana. Sta sporcando tutto, il mio pigiama, il letto, la mia faccia, il cuscino. Estrae il coltello e lo conficca ancora. Ancora. Ancora. Ancora. Ancora. Sento la porta aprirsi. Mia mamma fa capolino nella stanza, ha i contorni sfumati, come in un sogno. Anche il clown si gira.
"Scappa..." mormoro, senza forze.
Poi, il buio.
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May Your Soul Scream
HorrorPossessioni demoniache, morti che tornano in vita, bambole assassine, leggende, maledizioni, antichi demoni... Questa raccolta di creepypasta attraversa ogni campo dell'esoterismo e del sovrannaturale per risvegliare tutte le paure più primitive del...