La Sposa

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Dicono si sia impiccata sull'albero più grande del nostro giardino.

È una quercia massiccia dai lunghi rami che si aprono a ventaglio, portando variopinti carichi di foglie autunnali.
All'inizio non avrei mai pensato che qualcuno si sarebbe potuto togliere la vita proprio lì, ho sempre pensato che i suicidi cercassero luoghi lugubri e spaventosi per compiere il loro effimero gesto, non un arbusto secolare che ispira solidità e protezione.
L'ho anche abbracciato, quell'albero, appena sono arrivato in questa casa, una settimana fa. Non ero molto contento che i miei genitori avessero deciso di abbandonare la città per vivere in un paesino sperduto in una tenuta ottocentesca restaurata proprio durante il mio secondo anno di liceo, quindi mi aggiravo per la villa con l'umore sotto terra.
Ma poi, appena ho visto quella quercia, sono stato subito meglio.
Mi ricordava tantissimo quella al quale mio nonno aveva appeso un'altalena che io da piccola adoravo. Così mi ero avvicinato e, spinto da un desiderio indecifrabile, l'avevo abbracciata forte, respirando l'odore acre di linfa e terriccio umido.
Mi aveva trasmesso pace, sicurezza, tranquillità.

Ora invece mi terrorizza e basta.

In realtà non avrei mai saputo di questa terribile storia, se non fosse stato per quella vecchia.
Stavo tornando a casa, proprio questo pomeriggio, dopo aver girato un pochino per il paese, quando un'anziana rinsecchita, ingiallita, con occhio cieco e quasi calva mi ha fermato in mezzo alla strada. Sembrava la strega di una favola.

"Assomigli così tanto a lui." Aveva esordito, puntandomi un dito ossuto al petto.

"Come scusi?" Avevo risposto, togliendomi le cuffiette.

"Perché hai abbracciato quell'albero? Non sai che è maledetto?"

"Temo di non seguirla, signora"

Ero confuso, molto confuso, e un po' di inquietudine aveva iniziato a farsi spazio nel mio cervello.

"La quercia della tua tenuta è maledetta! Maledetta!
Tanto tempo fa, quando la villa era stata costruita da poco, era abitata da una noblie famiglia. La loro unica figlia era la ragazza più bella del paese, capelli neri come la notte e occhi azzurri come il cielo di primavera. Tutti la volevano in sposa, ma lei era innamorata di un ragazzetto figlio di un allevatore, un poco di buono insomma. I genitori non approvavano la sua storia, dicevano che un matrimonio così avrebbe disonorato la famiglia, ma lei non voleva sentire ragioni. Così, decise con il suo amato di sposarsi e di fuggire lontano da lì, in un posto in cui il loro amore non sarebbe stato disprezzato. Il giorno delle nozze, la ragazza si presentò nella chiesa deserta, con un semplice vestito bianco, ma il suo sposo non arrivò. Invano lei lo aspettò per quattro giorni e quattro notti senza mangiare né bere, finché la mattina del quinto giorno la madre del suo amato non le annunciò che il figlio era fuggito per l'Argentina con un'altra donna. Il dolore e la vergogna furono troppo per lei e la giovane si impiccò quella notte stessa nel ramo più grosso della quercia del suo giardino."

La donna tacque un attimo.

"E tu, tu sei così simile a lui." Aveva concluso poi con fare lugubre.

So che sembra una storia troppo strampalata per essere vera, ma, forse per la sua voce roca e tremolante, forse per la sua ultima sentenza, avevo brividi in tutto il corpo.
Così ero corso via, dandole mentalmente della pazza.

Ero arrivato a casa con il fiato corto e la consapevolezza di aver fatto la figura del fifone. Davvero avevo creduto a quella racchia e a quella storia dell'orrore da bambini?
Chissà quante risate si starà facendo ora quella, avevo pensato, sentendomi sempre più stupido.
Come se un ragazzo di diciassette anni potesse ancora credere ai fantasmi!

Ma ora che è mezzanotte e io sono steso a letto con gli occhi sbarrati, quella favola mi sembra fin troppo reale...

È una notte chiara, la luna piena ed enorme rischiara il giardino di una luce lattiginosa e il vento fa crepitare i rami in uno scricchiolante sussurro di foglie secche.
In genere sono sempre stato uno che appena tocca il cuscino si addormenta, a prescindere dalle condizioni del tempo o dalla spaventosità del paesaggio fuori dalla mia camera...

May Your Soul ScreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora