Insomnia

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Sollevo la testa dalla scrivania di mogano, massaggiandomi gli occhi stanchi. Ho di nuovo lavorato per tutto il giorno, senza sosta e senza rendermene conto. Guardo fuori dalla finestra, le ultime luci crepuscolari si stanno spegnendo all'orizzonte, lasciando il posto alle prime stelle e ad una timida luna nuova. Rabbrividisco.

"Sta arrivando..."

Accendo la lampada ad olio e osservo la fiamma tremula proiettare misteriose ombre sulla biblioteca. Devo andare da mia moglie, starà iniziando ad agitarsi. Mi alzo a fatica e mi stiracchio, ignorando le proteste di schiena e spalle. Poi prendo il lumino e mi dirigo in soggiorno.

Mia moglie è lì, seduta sul sofà sorseggiando un The indiano che la nostra governante le ha appena servito. A prima vista sembra posata, perfettamente a suo agio, ma io so che è solo la sua compostezza da nobile donna inglese. Infatti, riesco a percepire i segni della sua ansia, sono piccoli dettagli, ma dopo anni di matrimonio i miei occhi sono più che allenati. La mano che regge la tazza trema lievemente, l'altra invece stringe il vestito talmente forte che le nocche risultano sbiancate, il suo sguardo vaga irrequieto per la sala ed ha un lieve tic al sopracciglio destro. Mi avvicino a lei, provando compassione per quella fragile creatura, prendo la mano che stringe il vestito e la bacio dolcemente.

"Buonasera, Milady." La saluto, nella maniera più galante possibile.

Lei mi guarda, uno sguardo implorante, poi mi stringe la mano, poggia il the sul tavolino e risponde con la voce ridotta a un sussurro:

"Buonasera, mio sposo."

"Hai passato una gradevole giornata?" le domando, sedendomi al suo fianco.

"Ho letto un libro, ho fatto un giro al parco con Claire e ho suonato il pianoforte." Risponde, lapidaria.

Un tempo mi avrebbe raccontato la sua giornata riempiendola di dettagli coloriti, i suoi occhi le si sarebbero illuminati e sarebbe andata avanti a parlare per quasi mezz'ora, intervallando il discorso con una delle sue risate melodiose. Ma da quando la piccola Kate, la nostra piccola Kate, se n'è andata, mia moglie è diventata fredda e non prova più piacere a fare niente.

"Lo sai che se dormisse starebbe meglio e staresti meglio anche tu." mi rimbecca la mia mente.

Come darle torto? L'insonnia è una bestia subdola, che, levandoti il sonno, ti succhia via la vita, notte dopo notte in un'incessante agonia di ore che passano troppo lentamente. Abbiamo provato a contattare dottori, assumere medicine e strani intrugli, contattare un esorcista, ma niente ha sembrato giovarci.

"Forse perché il problema non siete voi, il problema è lei!"

Caccio via quei pensieri con forza, è inutile rifletterci ora che l'ora è sempre più vicina. Adesso devo stare con mia moglie e confortarla; ha bisogno di me.

Parlo con lei del tempo, del libro che sta leggendo, del prossimo spettacolo dell'opera, ma le sue risposte sono distanti e per lo più monosillabiche. La sua mente è altrove e so che in questo momento stiamo pensando la stessa cosa.

"Sta arrivando..."

Mangiamo in silenzio con una lentezza esasperante, mastichiamo a fondo ogni boccone ma senza sentirne il gusto. Cerchiamo di far durare la cena il più possibile, vogliamo posticipare al massimo il fatidico momento di coricarci a letto. Decido di stappare una bottiglia di vino rosso e riempio i nostri calici, nella speranza che i fumi dell'alcol rendano le ore successive meno traumatiche.

Eppure, non appena terminiamo di mangiare il dolce, i nostri corpi si gelano e i nostri occhi, che si fissano, diventano uno specchio di angoscia.

"Vi preparo la vestaglia per la notte, Milady" annuncia la serva.

May Your Soul ScreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora