*due mesi dopo*
"Avanti! Sveglia!" una voce squillante irrompe nei miei sogni, e posso capire che Diamond ha di nuovo avuto la brillante idea di venirmi a svegliare, stamattina. Mugugno rigirandomi nel letto, come nel più comune dei clichè, mentre lei ridacchia e mi getta letteralmente una secchiata d'acqua fredda sul viso. "Che cazzo ma sei fuori!" grido irritata, mentre scosto le coperte con uno scatto e mi siedo sul bordo del materasso, sistemandomi le ciocche dei capelli bagnati. "Ogni volta è sempre più divertente" commenta lei, poggiando il secchio blu sul pavimento e cercando di non ridere, fallendo miseramente. Attendo che si calmi per poi chiedere "che ore sono?". "Le otto. E sbrigati, devi andare all'università" mi rimprovera, lasciando la stanza. Sbuffo infastidita, dato che due mesi dopo aver lasciato legge non sono ancora andata ad informarmi per l'inizio dei corsi di pittura e disegno del secondo anno. La scelta di un nuovo indirizzo per me é risultata estremamente semplice, dato che l'arte é sempre stata la mia passione. Da circa un mese mi sono ripromessa di andare alla NYU e fare l'iscrizione, ma non so per quale motivo mi rifiuto sempre di andarci, e rimando continuamente al giorno successivo. Probabilmente temo di incontrare Jack e dovergli spiegare che fine abbia fatto, ma prima o poi so che dovrò togliermi questo peso. Chissà, probabilmente ho paura di voltare definitivamente pagina.
"Non ho voglia di andare..." borbotto davanti alla mia tazza di cereali, mentre la ragazza davanti a me sbuffa infastidita. "Tu andrai. Oggi. Andiamo insieme, non mi fido" ribatte, puntando il suo sguardo nel mio mentre mescola lo zucchero con il caffè nella sua solita tazzina blu. Sorrido, pensando che pian piano comincio a memorizzare le sue abitudini, e posso dire di aver stabilito una routine in questa casa, una nuova vita che credo mi piaccia molto più della precedente. "Non ti fidi? Hai paura che scappi?" chiedo leggermente offesa, mentre lei ridacchia. "Oh no. Non scapperesti. Mi adori troppo per lasciarmi". Lei non ha neanche idea di quanto quello che ha appena detto sia vero. In certi casi penso di volerle fin troppo bene. "Ma saresti capace di mentirmi dicendo di esserci andata, e invece ti sei rifugiata in quel parchetto sulla quarantottesima" aggiunge, abbassando lo sguardo sulla fetta di pane imburrato nel suo piatto. Io sgrano gli occhi, lasciando cadere il biscotto che tenevo fra le dita, pronto ad essere inzuppato nel latte. "Come sai che vado li?" chiedo, abbastanza irritata. Dopo quella casuale visita il giorno dell'arrivo di mia madre, avevo scoperto con piacere che quel posto era quasi sempre abbandonato, e ci andavo sempre per riflettere e chiarirmi le idee...cosa che ultimamente sta accadendo abbastanza spesso. I proprietari del bar dove ero andata quello stesso giorno ormai mi conoscono, ed siamo diventati anche abbastanza amici. Sanno tutto di me e, beh, ovviamente di Diamond. Quella ragazza monopolizza i miei discorsi. "Uhm...ammetto di averti seguita qualche volta, e di esserci tornata da sola" sussurra, puntando i suoi occhi verdi nei miei. "E perchè mai avresti dovuto seguirmi?" "beh, la maggior parte delle volte esci quando sei eccessivamente pensierosa o...arrabbiata, e io mi preoccupo. Così quando eri particolarmente giù sono uscita poco dopo di te." ammette, allungando una mano sul tavolo, che io prontamente stringo. Il suo tocco mi dà sicurezza, e involontariamente sorrido. "Mi perdoni?" chiede incerta, mentre nel profondo so di averlo fatto nel momento esatto in cui mi ha guardata. "Vado a vestirmi" annuncio pochi secondi dopo, non essendo più in grado di sopportare i suoi occhi nei miei.
"Va bene se vado a far compere e poi torno a prenderti? " chiede lei, fermando la mercedes nera, ultimo regalo dei suoi genitori, davanti all'ingresso del campus. Annuisco con la gola secca, e apro la portiera. "Non perderti" scherza lei, mentre sento il motore ripartire e un "ripasso tra mezz'ora" che si confonde col vento di maggio che fruscia tra le foglie degli alberi. Attraverso il prato e, raggiunto l'ingresso, svolto a sinistra verso la segreteria, dove spero di incontrare Spencer. Lei è stata la prima persona con cui abbia mai fatto amicizia qui dentro, forse perché era stata appena assunta, e si sa che le novelline si fanno forza a vicenda. Quando vedo uno chignon biondo emergere dalla marea di documenti sparsi sulla scrivania dell'ufficio studenti gioisco, e mi avvicino senza far rumore per poi sorprenderla con uno "Spy!". La ragazza trasalisce, gettando un fascicolo dietro di sé per la sorpresa, prima di voltarsi verso di me e borbottare quello che doveva proprio sembrare un insulto. "Cos'è... eri sprofondata nell'Ade?" Chiede lei, lasciando la sua postazione e dirigendosi verso di me. "Uhm...ho avuto un pò di problemi" dico, cercando di restare sul vago. Siamo amiche, ma non così tanto da raccontarci le nostre vicende. "So che ti sei ritirata da legge!" esclama, sorpresa. "Già..." sussurro, lasciando viaggiare questa parola nell'aria per qualche minuto prima di aggiungere "ehm...a proposito di questo. Sono qui per la nuova iscrizione ". Questa osservazione sembra riportarla nella dimensione professionale, e prontamente torna a sedersi, cerca e trova il mio fascicolo, per poi chiedermi "e dove vorresti essere confinata, cara?" con un tono di voce da vecchia segretaria. "Pittura e disegno" annuncio, decisa, e per un momento provo quasi un rimorso, che però scaccio immediatamente. Spencer scrive senza far domande, e poi mi consegna un foglio, passandolo sulla superfice di legno della scrivania. "Le date degli esami" dice, indicando una riga con la sua unghia laccata di rosso " di ammissione al secondo anno". Poi si volta verso il computer e, smanettando con la tastiera, stampa un altro documento che va a finire nelle mie mani accompagnato da un: "questo è il programma del primo anno. Devi sapere queste cose, se intendi passare al secondo". Annuisco prontamente e la saluto, ricevendo in risposta un "ci vediamo a settembre!". Uscendo, do un'occhiata al programma e noto che gran parte delle cose le so già, avendo praticato per tutti questi anni. Dato che manca un quarto d'ora all'appuntamento fissato con Diamond, mi dirigo verso la caffetteria per rifocillarmi.
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DIAMOND
RomansJuliette Owen sente di avere una vita perfetta: segue il suo sogno, quello di studiare legge all'università di New York, è fidanzata con Jack Wilson, quello che potrebbe essere definito il ragazzo perfetto, e ha già tutto il suo futuro pianificato...