Capitolo 5.

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Charlie's POV. 
Mi chiedevo come mai avessi deciso di parlare di affari così personali con Marcel. A dire la verità, io e lui non ci conoscevamo per niente. 
Charlie, ci dovevi pensare prima. Adesso sei dentro, e si balla. 
Fosse facile. 
Ci sedemmo una di fronte all'altro e nervosamente iniziai a parlare. 
“Non mi devi raccontare perché tu avresti ragione.” Dichiarò: “Sono qui per ascoltarti, non per giudicarti.” 
Rimasi a bocca aperta sorpresa di quelle parole. Non l'avrei mai detto di uno come Marcel. Sì, anche perché i nerd solitamente avevano un approccio razionale e matematico alla relazioni. Un po' come Sheldon di Big Bang Theory, che in qualche modo assurdo doveva incastrarci la sua cara matematica e fisica per fare quadrare tutto. Magari se un numero magico potesse sistemare e far funzionare il tuo cuore. 
Sarebbe tutto più facile e forse noi essere umani, non saremmo più delle creature capaci di provare sentimenti ma dei semplici computer, o addirittura quelle persone prive di emozioni. Che vivono giusto perché all'interno del proprio essere hanno un muscolo che pompa sangue. 
“Sono delusa da lui. E' come se mi avesse accoltellato. Gli avevo dato una possibilità e pensavo che ci tenesse a me. Dopo tutto quello che ha fatto, alla fine Harry si era dimostrato il solito bugiardo. E pensare che all'inizio mi dicevo:-No Charlie. Non fidarti.- Ma poi Styles mi sorprendeva e schiacciava la mia coscienza, dando sempre più forza al mio cuore.” 
“Dovreste parlarvi.” Suggerì. 
“Non riesco a guardarlo negli occhi. Perché sono debole, perché ho paura che la mia rabbia possa prevalere sulla mia razionalità e farmi dire o fare cose, che possono ferire Harry e anche perché ho paura che lui si inventi qualche strana storia per convincermi che lui era innocente e che la cattiva della storia sia Natalie. Però, certe cose mica si fanno da soli, non credi?” 
“Hai ragione.” Sussurrò a capo basso Marcel: “E se un altro ragazzo ti corteggiasse...?” 
Guardai Marcel incuriosita dalla sua domanda: “Stai parlando di te?” 
Il quattrocchi mi fissò da dietro delle sue lenti e abbassò il capo: “No.” 
Sorrisi: “C'è un ragazzo che mi incuriosisce. Lo ammetto. E' un ragazzo che ho conosciuto in aereo e che dopo ho rivisto dove lavoro. Devi sapere che faccio la fotografa e lui è un modello. E' molto bello ed è gentile e posato.” 
“Meglio di questo Harry?” 
“Harry e Zayn sono diversi sia caratterialmente che fisicamente. Zayn è maturo ed è molto introverso e misterioso. Mentre Harry è come un libro aperto..” Mi fermai un secondo e presi respiro: “No. Mi sto sbagliando. Se Harry fosse stato un libro aperto, avrei capito che con lui non sarebbe funzionato perché è come far diventare una mela blu. Questo non può succedere.” 
“A meno che questa non sia puffosa.” Rimasi a bocca aperta quando sentii quella frase fuori uscire dalle labbra di Marcel. 
“Come fai a sapere questa frase?” Gli domandai. 
Lui sgranò gli occhi e non rispose. In quel momento capii. 
Non ci volle molto tempo per mettere i pezzi nel puzzle e completare il quadro. Dovevo essere stata ingenua e stupida a credere che un perfetto sosia di Styles, gentile, mi capitasse nei dintorni quando avevo rivisto l'originale lo stesso giorno. 
Chi aveva ragione? Eh? 
Coscienza, ti prego. Non metterci pure tu! 
“Per quanto tempo avevi intenzione di nascondermi la verità?” 
“Scusami Charlie.” Disse sospirando togliendosi gli occhiali e dando una veloce sistemata ai capelli, facendo riformare sul suo capo qualche ricciolo: “Volevo fare la cosa giusta.” 
“Dopo quello che hai fatto con Natalie, non hai mai fatto la cosa giusta.” 
“E tu a fare la gattina con Zayn!” Gridò lui. 
“Cosa?! Oh, ci fossi andata a letto!” Mi difesi: “Non c'è stato niente. E poi non mi devo giustificare certo con te!” Urlai. 
“Scusami. Sto esagerando.” 
Ci guardammo intensamente negli occhi e mi sembrava strano vedermi riflessa nelle sue iridi color speranza. 
Avrei voluto che ci fosse una piccola luce in questo nostro rapporto, che stava finendo male. Però non riuscivo a vederla questa luce. 
Non riuscivo a fidarmi, soprattutto a causa sua. Che ogni volta trovava il modo sempre di mentirmi e di fare i suoi giochi stupidi e non comportarsi come una persona matura, che doveva essere. E io mi stavo stancando di essere sempre trattata così da lui. Perché dovevo patire questa sofferenza e questo dolore? 
“Charlie, fammi parlare.” Fece un passo in avanti e mi prese le mani: “Dammi una seconda possibilità.” 
Sciolsi quel contatto tra noi e scossi la testa: “No Harry. Non adesso.” 

I hate you or maybe not...2!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora