Capitolo 7.

1.1K 61 0
                                    

  Capitolo 7. 
Harry's Pov. 
“Non funzionerà.” Dichiarò fredda Sophie, osservandosi le proprie unghie. Pareva che la biondina, non provasse neanche un po’ di pena o che almeno fingesse di volermi aiutare. No. 
“Non vuoi aiutarmi!” Esclamai alzandomi dalla poltrona, furioso. Non la riuscivo a sopportare quando si comportava così. Anche quando eravamo a scuola, Sophie aveva sempre avuto un atteggiamento distaccato e acido nei miei confronti. 
“Harry.” Mi richiamò: “E’ inutile che architetti tutte queste cose. Non puoi affrontare Charlie, continuando a mentire, e se non vuoi stare con Natalie non potresti dirle la verità? E Per quanto riguarda la tua famiglia, si sistemeranno le cose.” 
Strinsi le mani in pugni e chiusi gli occhi per non mostrare a Sophie, il mio volto che raffigurava solo rabbia: “Dovevo immaginarmelo, che non potevi capire. Come posso deludere i miei genitori? Loro si sentiranno sollevati, nel vedere che le cose per l'azienda miglioreranno una volta sposatomi con Natalie.” 
“Harry è arrivata l'ora di scegliere, o la tua famiglia e Natalie o Charlie.” 
“Ma ci va di mezzo anche il patrimonio dei miei!” Gridai. 
Sophie rimase impalata con gli occhi che rivolti verso di me, come se ancora non capisse la gravità della situazione. 
“Io continuo a non capirti. Io non credo assolutamente che i tuoi preferiscano l'infelicità del figlio al futuro dell'azienda.” 
Quella frase detta dalla biondina, si fissò in testa e forse le cose si sarebbero potute sistemare nel meglio, se avessi detto semplicemente la verità. Ma il problema continuerebbe a persistere, dato che Natalie avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, come portare la società di famiglia in fallimento, per semplice gusto di vendetta. 
Dovevo riuscire a convincere Sophie, a farmi aiutare. Il mio piano avrebbe funzionato e di questo ne ero sicuro. 

Charlie's Pov. 
Dormivo ancora quando il telefono squillò. Mi sedetti sul letto e guardai con aria minacciosa l'oggetto di tanto rumore. Speravo davvero che chi stesse chiamando, avesse una questione urgente, perché se no, oggi ci sarebbe stato un omicidio. 
Sì. La giornata non pareva iniziare nei migliori dei modi, soprattutto dopo il susseguirsi di eventi così sfortunati per me. 
E pensare, che lo avevo sempre pensato che Harry era un gattaccio del malaugurio. 
Mi sporsi verso destra e allungai il braccio afferrando il cellulare e osservando lo schermo, notando che era il numero di Sophie. 
Perché mi stava chiamando ad un orario indecente come questo? 
“Voglio un milione di dollari.” Le dissi piatta mentre mi buttai pesantemente sul letto. 
“Lo voglio anch'io, dato che il tuo criceto alias Harry Styles vuole riconquistarti, mentendo ancora.” 
“Cosa?!” Mi riposizionai come prima e scesi frettolosamente dal letto: “E' una candid camera? O è un pesce d'aprile? Sophie, lo sai che siamo a settembre...” 
“Smettila, di fare l'idiota,” mi riprese: “Teoricamente io questa informazione non potevo neanche dirla. Però voglio capire se secondo te, ne vale la pena fare questa buffonata.” 
“Cosa intendi per buffonata?” Domandai. 
“Non posso spiegare. E tu rispondi alla mia domanda.” 
“Questo non è valido però.” 
“Charlie!” Esclamò. 
“E' lodevole ciò che fa. Però se pensasse prima di fare qualcosa, non si metterebbe nei casini. E io, onestamente sono stanca di stare dietro ad un bambino.” 
Non sentii niente dall'altra parte del telefono. Infatti ripetei il nome di Sophie qualche volta ma non ebbi risposta da parte sua. 

Harry's Pov. 
“Ne vale ancora la pena?” Domandò Sophie riponendo il cellulare nella borsa. 
La guardai e abbassai il capo osservando il pavimento. 
Scossi la testa. 
“Devo comunque provarci.” 
“Sono sorpresa.” Affermò: “Non me lo aspettavo proprio da te, Styles.” 

Davanti allo specchio a sistemarmi quel farfallino che non voleva starsene a proprio posto suo. 
Mi osservavo e mi compiacevo della figura davanti a me, e potevo affermare che ero un bel damerino, con quel completo nero. 
Però adesso non dovevo lodarmi, bisognava passare all'azione. 
Fase uno. Travestirsi da Marcel. 
Indossai quei odiosi occhiali e cercai di sistemare i capelli ribelli con quintali di gel e spray, sperando che potessero nascondere i miei simpatici e sexy riccioli. 
Fase due. Chiamare Liam. 
Fase tre. Trappola. 
Fase quattro. Azione. 

Charlie's Pov. 
Il gran giorno era arrivato e non potevo essere nervosa. Soprattutto per Harry. Cioè, perché mai dovrei essere triste, dovevo essere felice e dare loro la mia benedizione. 
Quanto ipocrita, Charlie? 
Coscienza mia, avrei voluto seguire più i tuoi consigli piuttosto che aver fatto di testa mia. 
Mi guardavo allo specchio dandomi qualche ultima occhiata prima di uscire dall'appartamento, ma mentre stavo per prendere la borsa, il cellulare iniziò a squillare. 
Speravo davvero che non fosse Jackie chan, il tizio del ristorante per farmi lavorare anche oggi. Anche perché gli avevo chiesto il giorno libero. 
Osservai la schermata del telefono e tirai un sospiro di sollievo, vedendo comparire il nome di Sophie. 
“Pensavo che le nozze fossero tra te e Harry.” Fu la prima frase che mi disse. 
Lo avrei voluto anch'io, pensai. Se non fossero successe quelle mille se non più cose. Come potevo fidarmi di una persona che continuava a mentirmi, che faceva un passo avanti e poi ne faceva due dietro? 
Semplice. Non potevo. 
“E' una fortuna che non lo siano.” Risposi, poggiando il telefono tra l'orecchio e la spalla, destra e intanto con la sinistra chiudevo a chiave la porta. 
Iniziai a scendere per le scale ma una mano gelida mi afferrò per il polso e venni trascinata indietro. 
Non stavo capendo cosa effettivamente mi stava succedendo. Vidi poi un fazzoletto bianco davanti a me e che si poggiò sulla mia bocca. 
Non potei respirare per qualche attimo e dopo di ché, mi sentii debole finché le mie gambe cedettero. 
“Scusami, ma Sophie mi ha costretto.” 

*** 
Appena riaprii gli occhi mi ritrovai in una camera da letto, che non era la mia. Era piuttosto spaziosa e luminosa e anche fredda. 
Diedi qualche altra occhiata in giro e notai alla destra, che le finestre erano spalancate e che il vento freddo d'autunno entrava tranquillamente, facendo ondeggiare dolcemente le tende bianche. 
Se fosse stata estate, sarebbe stato anche un bel risveglio, peccato che non lo fosse e... 
Oh, porca miseria qualcuno mi aveva rapito! 
Io so anche chi! 
Parla razza di coscienza malvagia, o commetterò un omicidio! Mi dissi tra me e me, pensavo che la minaccia fosse una buona idea, ma sbagliai. 
Un suicidio, vorresti dire. 
Scossi la testa. Adesso non era il momento di pensare a stupidaggini del genere. Dovevo capire dove diavolo ero finita e soprattutto chi era quello scellerato che aveva osato rapirmi. 
Volai verso la porta e la cominciai a malmenare con pugni e calci e pure urlando. Tuttavia, pareva che dietro alla mia unica via di salvezza, non vi fosse nessuno.
Poggiai la testa contro quella barriera di legno e poi girai su me stessa, finendo con la schiena rivolta verso la porta e mi trascinai giù. 
Mi chinai su me stessa e rimasi rannicchiata a far vagare la mia mente. Quando mi venne alla memoria, di una voce maschile e avevo sentito il nome di Sophie! 
“Il cellulare!” 
Guardai attorno ma le traccie della mia amata borse non ve ne erano. 
“E adesso?” 

Harry's Pov. 
La sala che i genitori di Natalie avevano affittato era enorme. Ma la cosa che mi sorprese maggiormente non fu la grandezza della stanza, piuttosto la quantità di gente che era venuta al ricevimento. 
Mi stavo domandando se era effettivamente una semplice celebrazione oppure qualcosa di più articolato. 
C'era addirittura l'orchestra che suonava, variando di melodia in melodia, passando a qualcosa di dolce a qualcosa di tempestoso e violento. 
Mi venne in mente Charlie, udendo gli archi rimbombare nelle mie orecchie. 
Con i suoi modi così acidi e distaccati, che potevano essere niente per gli altri, per me invece, erano stati forti venti che mi avevano avvolto con la propria aria. 
Il contatto con Charlie non era stato qualcosa di tangibile. No. Lei c'era sempre stata e quando avevo capito che era importante, quell'aria doveva esserci per vivere. 
Già, come l'ossigeno che serve all'uomo per respirare. 
Non potevo fallire e avrei portato a termine il mio piano. Forse, come mi aveva già ripetuto Sophie avrei potuto dire semplicemente la verità, però non sarei stato Harry Styles, se avessi reso le cose facili, no? 
I lunghi tavoli apparecchiati con ogni ben di Dio in vetro brillavano grazie alle luci che provenivano dagli enormi lampadari appesi sulla soffitta che erano posizionati verticalmente come i tavoli. Sul lato sinistro si poteva uscire e avere una fantastica visuale del panorama della città, grattacieli e qualche squarcio di verde. Mentre sulla destra vi era spazio per una pista da ballo, dove c'erano già numerose coppie che si muovevano a ritmo di musica. 
Adesso dovevo solo aspettare che arrivasse Sophie e sentendo una mano toccarmi la spalla, pensai davvero che fosse lei. Però una voltatomi, vidi la faccia di Zayn. 
“Perché fai finta di essere Marcel? Vuoi scappare da Natalie?” Domandò alzando entrambe le sopracciglia solo come lui poteva saper fare. 
“Shh!” Gli chiesi di non aggiungere altro e lo trascinai con me, in un luogo isolato: “E' troppo lungo da spiegare. Basta che tu non mi chiami, Harry.” 
Ancora una volta ricevetti un'occhiataccia dal moro e già con l'espressione che aveva dipinta nel volto, mi stava dicendo: -Attento, che ti metti nei guai.- 
Tentai di rassicurarlo, ma non ebbi tanti risultati. 
“Se la situazione, precipita io starò accanto a Charlie.” Dichiarò. 
“Sarò io l'eroe e riuscirò a sistemare le cose con lei.” 
“Lei non cerca l'eroe.” Controbatté. 
Lo osservai accigliato non capendo e seguendo il suo discorso. Gli feci cenno con la testa di seguire e Zayn aggiunse: “Vuole calma e serenità...” 
“E ce l'avrà.” 
“Lei non ce la fa più. E' stanca.” 
“Stanca?” Ripetei con tono interrogatorio: “Di me?” 
Era assurda quella frase. E non volli credere alle parole di Zayn tant'è che decisi di far morire la discussione lì, vedendo finalmente la chioma ricciola di Sophie. 
“Tu vuoi morire.” 
Roteai gli occhi infastidito. Tutti a fare gli emo: “Non portare sfiga. Piuttosto adesso tocca a te.” 
“Lo sai che per questo, io vorrò tanti soldi, vero?” 
“Smettila Sophie.” 
“D'accordo.” 
“Allora sei pronta?” Domandai. 
“E me lo chiedi anche?” 
Così entrambi uno affiancato all'altro, ci dirigemmo verso Natalie. Fu affascinante vedere il lato così lecca sedere di Sophie nei confronti della mora. 
Parlarono cinque minuti solo di unghie, meglio dire armi micidiali della donna che potevano danneggiare gravemente ampi tessuti dell'uomo; dopodiché il discorso passò ai capelli e anche loro potevano essere pericolosi, se usati come quelli di Rapunzel...ed infine si parlò dei costosi abiti che avevano entrambe addosso. 
Un tubino azzurro per la mia amica e uno molto simile ma color rosa per la mora. 
“Pensavo che fossi con Liam.” Aggiunse dopo Natalie. 
“Ci siamo lasciati.” Rispose con tranquillità: “Non era ciò che cercavo, ma poi ho conosciuto lui.” Improvvisamente il tono di Sophie divenne acceso e focoso e sgranai gli occhi, vedendo questo lato oscuro di lei. Certo avevo avuto qualche assaggio, ma non ero più abituato ad alcune cose. 
Venni trascinato dal braccio di Sophie che agilmente si aggrappò al mio di braccio: “P-pi-piacere M-ma-marcel.” Allungai la mano. 
“Assomiglia ad Harry. A proposito chissà lui dov'è! Quel mentecatto!” Esclamò la mia 'futura' consorte prendendo l'i-phone in mano e smanettandolo nervosamente. 
Alzò poi lo sguardo verso di me e fece un passo avvicinandosi: “Perché mai Harry dovrebbe fingersi un'altra persona?” Domandò. 
“Perché mai, mio figlio dovrebbe travestirsi?” Appena sentii la voce di mia madre unirsi al nostro dialogo, mi sentii sollevato. 
“Salve Michelle. E' perché non lo vedevo in giro, e per questo ho pensato che magari questo ragazzo fosse Harry.” 
“Ma cosa mi dici!” Gridò mia madre: “E' stato tutto il tempo appiccicato a me e a Sophie, in aereo e pregava ogni volta la hostess di fare atterrare l'aereo, perché aveva troppa paura.” 
Natalie mi osservò ancora e sembrò credere alle parole di mamma. 
“Scusami Marcel. E' che con Harry non so proprio gestirlo. E' così perso di quella specie di panda, che ho paura che possa fare qualsiasi cosa per lei.” 
E ancora un nuovo lato di Natalie appariva dinnanzi a me. 
“Lei non se lo merita!” Continuò poi: “Io sono meglio di lei!” 
“Charlie è una ragazza meravigliosa!” Commentò mia madre: “Ma al cuore non si comanda, e se lui ha scelto te, ci sarà un buon motivo.” 
“L'avrà fatto per i soldi.” Intervenne Sophie. 
Appena mi accorsi della frase che fuori uscì dalle sue labbra, le lanciai un'occhiata omicida, ma lei non calcolò affatto il mio gesto. 
La bionda si rivolse poi verso mia madre che la stava guardando con aria interrogativa: “Che intendi?” Chiese. 
“I problemi di bilancio nella vostra azienda.” Concluse Sophie. 
Mia madre sgranò gli occhi e si portò le mani sulla bocca. 
“Devo parlare con Jonathan.” 
“Perché?” Si intromise Natalie: “Perché deve parlare con mio padre?” 
“Si deve annullare questo matrimonio.” 
“Lei non può decidere per conto di suo marito. La decisione è stata fatta e non si cambia. E poi non potete permetterlo. La vostra società è in dissesto finanziario.” 
“E se anche dopo il matrimonio tra te e Harry, le cose della vostra azienda peggiorano?” 
Natalie non poté rispondere e mia madre trascinò sia me, che Sophie verso l'uscita della sala. 
“Harry!” Esclamò mia madre: “Perché non ce ne hai voluto parlare? Pensavo che con Natalie andassi d'accordo.” 
“Fino a quando non si è innamorato di Charlie.” Specificò Sophie. 
Le due si lanciarono un'occhiata di intesa: “Potremo festeggiare qualche altro fidanzamento.” Iniziò a dire mia madre. 
“Giusto con Char...” Sophie non disse il nome del panda: “Merda, Charlie! Devo chiamare Liam e farla liberare.” Disse nervosamente prendendo il telefono e chiamando Liam. 
Le disse di liberarla e una volta che finì si rivolse a me: “Beh, adesso il tuo piano non serve più. Puoi anche smetterla di fare il finto nerd.” 
“Che piano?” Chiese mamma. 
“E' una storia lunga.” Dissi togliendomi gli occhiali: “Avevo pensato di salvare le cose tra me e Charlie facendo una cosa plateale.” 
Vidi formarsi un sorriso sul volto di mia madre: “Ho fatto bene a venire con Sophie. Quando mi spiegò che stavi per fare una follia, ho deciso di venire qui, anche se l'idea di vedere nuovamente tuo padre non mi andava a genio. Comunque sia, parlerò io con i Bennett e sgriderò paparino, che pure di avere i soldi in azienda, combina questi disastri. Adesso capisco da chi hai preso!” 
Detto questo mia madre si allontanò. 
“Sei un deficiente.” Quando sentii quella voce, persi qualche anno di vita. Mi voltai spaventato. 
“L'ho fatto per te!” Mi giustificai. 
“Cosa c'è che non ti funziona in quella testa eh?” 
“Sei arrabbiata?” Domandai sghignazzando. Lo sapevo che odiava quando facevo quella smorfia, ma quando ero con lei, mi veniva naturale. 
“Da cosa lo deduci, piccolo detective dei miei stivali.” Soffiò acida. 
“Per colpa tua, ho pensato di essere pericolo. Ma per fortuna che Liam, strada facendo, mi spiegò l'intera faccenda.” Si portò le mani tra i capelli e si guardò attorno e scosse la testa. 
“Dov'è Zayn?” 
Rimasi paralizzato: “Perché vuoi Zayn?” 
“Ho bisogno di lui.” 
“Ci sono io.” 
“Tu esisti solo per te stesso. Sei egoista. Ecco cosa. E adesso Natalie starà male, perché oltre ad aver tradito me, hai tradito pure lei! Non sei coerente e non porti niente, e ripeto niente a termine. Io non ce la faccio più, con questi tuoi comportamenti e per questo motivo ti chiedo, di non parlarmi, se non per lavoro, con me.” 
Charlie corse via, appena vide il moro. 
La seguii e tentai di fermarla prima che raggiungesse Zayn. 
“Dopo quello che ho fatto!” 
Charlie si voltò verso di me: “Che intendi? Vorresti avere ragione? Vorresti dirmi che dopo il dolore che mi hai fatto patire, avresti il coraggio di starmi accanto?” 
“Io voglio stare con te. Mi dispiace averlo capito tardi.” 
“Hai avuto la tua occasione, Harry. E te ne volevo dare una seconda volta. Ma ho capito, che sei una tempesta troppo violenta per me. E che ogni volta che vengo risucchiata da te, finisco per farmi male. E io ho già troppe ferite e mi fanno male.” 
Fu così che Charlie si allontanò definitivamente da me. 


Note finali. 
Chiedo scusa se vi ho fatto aspettare, ma questo capitolo mi ha fatto tribolare. Vi annuncio che ho fatto una decisione molto importante per il finale di questa storia, e spero che, una volta che lo leggerete, possiate comprendere. 
Per quanto riguarda l'entrata della mamma di Styles, spero che sia stata chiara che è stata un'idea di Sophie. 
E quindi alla fine l'idea di Harry non è andata a porto sicuro. 
Parlando di Natalie e della questione Bennett, quella ancora non è conclusa e ci saranno ancora altri avvenimenti legati a lei. 
Concludo dicendo che ci sarà anche il padre di Harry. Già pure lui sarà una comparsa importante per la storia. (Infatti per chi ha letto la I hate you or maybe not... è stato proprio il padre di Harry a farlo chiamare da lui per gestire l'attività di famiglia.) 
Adesso vi lascio e ringrazio voi lettori e lettrici che seguite, leggete e commentate. 
Detto questo. 
Un abbraccio. 
PiccoloKoala 

I hate you or maybe not...2!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora