Capitolo 6.

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 Capitolo 6. 

    Charlie's POV. 
Non avrei aspettato un secondo di più. Ma con chi credeva di avere a che fare? Pensava seriamente che fossi così ingenua e stupida? Dovevo calmarmi. 
Calma. Calma. 
L'unica parola che mi stavo ripetendo in testa. 
Li guardai ancora mentre Natalie mi osservava sorridente abbracciata ad Harry. Quest'ultimo ricambiava il gesto, con un altrettanto sorriso. 
Erano felici. 
Quindi chi ero io, per rovinare la loro felicità? E poi, Natalie stessa, era venuta a riprendersi Styles e mi aveva chiesto di non frequentarmi con lui, ma io da testarda quale ero sempre stata, le dissi di no. 
Sorrisi. Non potevo non essere contenta per loro. 
“Vi auguro tanta felicità!” Esclamai. 
In quel momento capii che probabilmente era il destino ad avermi fatto incontrare Harry, per fargli chiarezza nel suo cuore e fargli prendere una decisione importante: quella di vivere insieme con la donna che amava. 
Sì, era giusto e dovevo essere felice. 
Mi ripetevo questa frase ma mentre Paul e gli altri assistenti cercavano di parlarmi, non riuscivo a concentrarmi. 
Quella sensazione di vuoto che mi aveva avvolto quando avevo visto Harry tradirmi, era di nuovo presente dentro di me. E mi stringeva con la sua forza, lasciandomi senza energia, senza niente. 
Non volevo essere debole, però in quel momento lo ero. 
“Che hai?” Sussultai sentendo la mano di Zayn posarsi sulla mia spalla. 
Scossi la testa: “Niente.” Lo rassicurai. 
Il moro mi guardò dubbioso e fu lui, stavolta a scuotere la testa. Dovevo imparare a mentire. 
“Harry ha chiesto a Natalie di sposarlo.” Dichiarai. 
Zayn mi fissò ancora con aria interrogativa. Era come se mi stesse tentando di capire cosa avessi dentro. Chissà, magari lui sarebbe riuscito a comprendere la confusione che avevo in testa. Perché neanche la sottoscritta faceva a tirare qualche conclusione. 
Sospirò e si infilò le dita tra i suoi capelli, neri come la pece: “Ci prendiamo il giorno libero?” 
Sgranai gli occhi. Ero perplessa: “Ma non si può?!” Gridai. 
“Perdonami la schiettezza, ma oggi hai fatto più schifo del solito.” 
Inarcai il sopracciglio e lo osservai con scetticismo. 
“Dai,” riprese: “Cerco di distrarti.” Mi fece l'occhiolino e si allontanò, dirigendosi verso Paul e i fotografi. Li vidi discutere vivacemente e vidi Zayn fare dietrofront, e pensai che gli avessero detto di no, ma appena notai il suo incurvarsi delle labbra in un sorriso, intuì. 
“Perché sei così gentile, con me?” Gli chiesi quando fummo fuori dal palazzo. 
“Non dovresti dirmi, un grazie e domandarmi dove stiamo andando?” Rispose, volendo farmi porre l'attenzione su un altro punto. 
Tuttavia Zayn non sapeva con chi aveva a che fare. Infatti riformulai nuovamente la domanda, ma le parole mi morirono in bocca. 
“Hai un qualcosa che mi attrae.” Affermò. 
Percepii un'atmosfera di imbarazzo crearsi tra di noi. 
Gli occhi di Zayn mi dicevano qualcosa che Harry non era capace di trasmettermi. Già, Styles era il vento violento che faceva scuotere il mare, facendolo cozzare contro gli scogli. Io ero quel mare, quell'acqua che si agitava per il suo desiderio. 
Allo stesso tempo, Harry poteva diventare un vento leggero che accompagnando l'oceano tranquillo, potevano lasciare una sensazione di pace e tranquillità. 
Mentre Zayn era la luna per me, e io ero il buio della notte. Io stavo vagando nell'oscurità e lui stava diventando la mia luce. Una fonte luminosa, che non era apparsa immediatamente, ma che aveva bisogno di farsi vedere piano piano. 
Come quando la luna, dapprima nascosta dalle nuvole, mostra il proprio volto pallido al mondo, rendendo anche la notte più oscura, una delle più splendenti. 
Zayn si stava rivelando una persona molto diversa da Harry, e di cui io ancora non riuscivo a comprendere le intenzioni e il modo di pensare. 
Non replicai alla frase appena detta dal moro. Abbassai la testa imbarazzata, dopo che lo avevo squadrato completamente. 
Non sapevo che avessi un senso di poetica. 
Coscienza malvagia, sì stavo per avere un fantastico dialogo con la mia mente, smettila di essere così superficiale nei miei confronti. Ho grandi doti io. 
Se avessi avuto delle gran doti, avresti potuto tenerti stretto Harry. Anche se non lo ammetti, provi dei forti sentimenti nei suoi confronti. 
Mi ero promessa che mi sarei dimenticata di Harry e che non gli avrei più permesso di rovinarmi la vita ancora e che io non avrei più sofferto a causa sua. E invece, ero qui ancora a farmi venire un emicrania per colpa sua. 
Camminavo in silenzio e forse Zayn stava parlando ma ero troppo assorta a vedere l'immagine di quei due, che non mi rendevo conto neppure io, di cosa stessi facendo. 
Vidi una mano davanti ai miei occhi e sbattei le palpebre più volte. 
Mi guardai attorno. 
“E' successo qualcosa?” 
“Ti ho chiesto se avevi fame.” Disse Zayn sospirando: “Non hai ascoltato neanche una parola, vero?” 
Scossi la testa. 
“Va bene, sediamoci qui.” Disse prendendo posto sulla panchina: “Vieni.” 
Le macchine davanti a me, andavano come treni. I colori si accostavano rapidamente, andavano e tornavano. 
I rumori del clacson, di voci si sovrastavano. Non si poteva udirne una chiaramente. Pareva quasi che il caos della città, rappresentasse ciò che avevo dentro. 
“Perché ti piace così tanto Harry?” 
“Domanda secca, eh?” 
Non rispose. 
“Sono una sempre stata una persona fredda e razionale. Che mai si fa coinvolgere dai sentimenti e dall'impulsività. Se dico A, rimane A. Invece Harry è esattamente il mio opposto. Se dice A, lui fa B e C contemporaneamente. E' capace di distruggerti in un attimo ma allo stesso tempo è capace di sorprenderti. Era il mio colore, preferito.” Dopo che finii quella strana frase, mi sentii stranamente meglio. 
Sarà perché Zayn era stata la prima persona con cui potessi parlare, del mio rapporto con Harry, tranquillamente, senza essere giudicata e senza temere di ferire nessuno. Con Sophie, ero sempre terrorizzata dall'idea di dire una frase che le potesse far male. E sarà stato questo uno dei motivi, per cui avevo preferito che non venisse con me. 
Infatti inizialmente l'idea di venire qui a Manhattan era solo della mia amica bionda e mi ero aggiunta anch'io, per conoscere un po' il mondo ma dopo i fatti tra me Harry, sia io e che Sophie decidemmo che era meglio se fossi andata da sola. 
Diceva che mi avrebbe fatto bene. 
Beh, fino adesso stavo solo più male che bene. 
“Adesso non lo è più?” Ritornai di nuovo alla realtà sentendo la voce di Malik: “Intendo il colore.” 
“Si è sbiadito.” Dichiarai. 
“Non credo che sia sbiadito.” Affermò: “Se lo fosse, non staresti così male.” 
“Io non sto male!” Esclamai decisa: “E' solo che mi da fastidio!” 
Non seppi neanch'io cosa mi stava succedendo. 
La gola divenne secca e vi si formò uno strano nodo all'interno di essa. 
Mi buttai tra le braccia di Zayn. Fu un gesto istintivo. 
“Non volevo che finisse così.” Dicevo mentre singhiozzavo. 
Mi accarezzava dolcemente e mi accudiva affettuosamente. Non parlava, ma quel silenzio era più confortante di qualsiasi altra cosa. 
Mi faceva capire che per me ci sarebbe stato. 

Harry's POV. 
Mi domandavo se era veramente questo ciò che volevo. E soprattutto mi chiedevo se sarei stato felice? 
Questo l'avrei scoperto solo vivendo, ma chissà se avrei continuato ad esistere o la mia vita sarebbe cessata per via di questo stress. 
L'espressione che si era dipinta sul volto del panda non era tra le migliori, anzi. Probabilmente era uno dei visi più addolorati che io avessi mai visto. 
Dovevo chiarire con lei e spiegarle l'intera faccenda. 
Avrebbe sicuramente capito! 
La cercai ovunque nell'edificio. Bussai a numerose porte, ma dietro ad ognuna non facevo altro che ricevere dei no continui. 
E se fosse andata a casa? Mi venne questo dubbio, così volai dalla segretaria e le chiesi se avesse visto uscire qui Charlie. 
“Sì. Era insieme a Zayn.” 
“Ah.” Fu l'unica parola che mi venne spontanea da dire. 
Non potevo biasimarla, infondo lei aveva il diritto di poter fare qualsiasi cosa e dopo quello che le avevo fatto, non dovrebbe neanche piangere per me. 
Ci sarà Zayn, a consolarla. Pensai amareggiato. 
“Dobbiamo organizzare una festa!” La voce di Natalie mi trascinò fuori dalla mia mente. 
“Che festa?” 
“Quella di fidanzamento! Possiamo invitare anche Charlie e Zayn, se vuoi! E anche i tuoi amici, Liam...” 
“Sophie!” Esclamai: “Ma certo!” Ripetei. 
“Va bene, Natalie. Organizziamo la festa!” Dissi sicuro. 
Avevo avuto un'idea geniale, mi chiedevo tuttavia se tutto avrebbe funzionato. 
Finito il lavoro composi il numero del mio caro amico Liam. Mi auguravo che fosse Sophie a rispondere e il mio desiderio venne realizzato. 
“Possibile che devi rompere anche da lontano?” Ecco che la simpaticissima voce della biondina, inondò il mio orecchio. 
“Liam è in bagno. Chiama più tardi.” Aggiunse. 
“Ho bisogno di parlare con te.” Dissi: “Ho fatto un casino con Charlie.” 
“Quando mai non li avresti fatti? Quella ragazza sta patendo le pene dell'inferno per colpa tua!” 
Sentii le lamentele dell'amica di Charlie e una volta che finì di brontolare, le spiegai l'intera faccenda. Le raccontai che avevo finto di essere Marcel, e che con quella nuova identità speravo di fare breccia nel cuore di Charlie, ma che quest'ultima mi aveva scoperto quasi subito. E che c'era un altro ragazzo, mio amico, ma che stava corteggiando la ragazza di cui ero innamorato e che questa cosa non riuscivo a gestirla e infine decisi di rivelarle la verità su Natalie e le spiegai l'intera storia, fino alla festa di fidanzamento. 
“Sei una disgrazia.” Commentò acida. 
“Ti avevo chiesto di non insultarmi.” 
“Non potevi semplicemente dire la verità sia a Natalie che a Charlie.” 
“Ci sono i problemi d'azienda. Non voglio essere egoista nei confronti dei miei genitori.” 
“Forse è questo lato maturo di te, Harry che potrebbe far scattare la scintilla tra voi due. Ma se questo Zayn arriva prima di te...beh, sarai costretto a sopportare quell'altra.” 
“Natalie non è così malvagia.” 
“E allora tienila.” Replicò arrabbiandosi. 
“Sophie!” La ripresi: “Ho un piano, ma per farlo funzionare ho bisogno di te.” 

Nel frattempo che si stava preparando l'evento, volli parlare con Charlie ma ogni volta, il nostro dialogo non durava più dei due o tre minuti. Pareva che entrambi non avessimo dire niente, o almeno che lei non volesse più parlarmi. Quando a me invece, mancava poterla stuzzicarla e prenderla in giro, come quando eravamo a scuola. 
“Ciao Charlie.” La salutò Natalie. 
“Ciao Natalie.” Disse lei forzatamente. 
“Come avrai sentito in giro, io e Harry ci sposeremo. E avevamo organizzato un piccolo banchetto per festeggiare. Vuoi unirti a noi? Il ricevimento si terrà questa domenica.” 
“Verrò.” Disse titubante. 
“Natalie.” Una terza voce interruppe la conversazione, facendo allontanare la mora da noi. 
“Non sei costretta a venire.” 
“Perché no? Avrei voluto che fossi stato tu ad invitarmi, non lei. Però sono felice per voi due. Anche se avete avuto dei problemi nel vostro rapporto, alla fine tutto si è sistemato in meglio.” 
Quanto era bugiarda Charlie. Quelle parole che stava dicendo solo per convenzione e non perché le provenivano dal cuore. Perché non poteva ammettere semplicemente che era gelosa e che le dava fastidio tutto questo? 
Stavo per dare voce ai miei pensieri ma la mano di Zayn afferrò per il braccio Charlie, trascinandola via. Volli fermarla ma non ne fui capace. 
Zayn poi si posizionò davanti a me: “Che gioco fai?” Domandò. 
“Posso chiederti la stessa cosa?” 
“Harry.” Pronunciò il mio nome con tono basso. 
Presi respiro: “Ho bisogno di tempo. Credo di poter sistemare la situazione. Fino ad allora, prenditi cura di Charlie.” 
“Se lei si innamorasse di me?” 
“Non succederà.” Affermai. 

I hate you or maybe not...2!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora